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Inflazione, politiche monetarie restrittive, pressioni sui bilanci e rischio creditizio, vulnerabilità della spesa dei consumatori e delle società, oltre a stress geopolitici, avranno tutti prevedibilmente un impatto sui mercati globali nel 2023.  Tuttavia dovrebbero anche esserci opportunità per gli investitori globali nel lungo termine.

Certe ripercussioni della pandemia sono destinate a persistere. Le difficoltà nelle catene di approvvigionamento dovute alla disponibilità limitata di materiali e di prodotti finiti a fronte di cambiamenti senza precedenti della domanda dovrebbero essere prevalentemente storia passata.   I costi di spedizione dei container di merci, che si erano impennati durante la pandemia e indicavano strozzature nel commercio globale, sono scesi tornando ad avvicinarsi ai livelli pre-pandemia.  Si continuerà comunque a risentire delle conseguenze delle politiche monetarie accomodanti e della spesa fiscale durante la pandemia, in forma di inflazione e tassi d’interesse elevati.  Le politiche improntate al “denaro facile” adottate dai governi e dalle banche centrali durante il periodo della pandemia si stanno invertendo.  Crediamo in una moderazione dell’inflazione dai livelli attuali, ma è probabile che si manterrà elevata rispetto ai tassi contenuti dei decenni passati.  Con lo stallo delle tendenze alla globalizzazione, non si può fare affidamento sui bassi costi della produzione e dei servizi offshore per mantenere bassa l’inflazione.

I costi di spedizione delle merci aumentano in tutto il mondo

Figura 1: Baltic Dry Index 

2020-2022

Fonte: FactSet, Baltic Exchange. Il Baltic Dry Index è un parametro di riferimento per il prezzo dei trasporti marittimi dei materiali grezzi più importanti. Gli indici non sono gestiti e non si può investire direttamente in un indice. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di risultati futuri.

Le restrizioni delle politiche monetarie hanno spesso effetti ritardati, considerando la gradualità dell’adeguamento dei modelli di spesa dei consumatori e delle società all’aumento dei costi del credito.  L’immobiliare residenziale è un settore economico chiave a causa dei forti esborsi finanziari e della spesa elevata per manutenzione e ristrutturazioni.  La robustezza di questo mercato è all’origine della fiducia dei consumatori e alimenta i consumi correnti, ma non si possono escludere anche effetti opposti.  I mercati dell’immobiliare residenziale attualmente sono vulnerabili mentre si fanno strada nelle economie l’aumento dei costi del credito e la possibile debolezza delle tendenze generali dell’occupazione.

La guerra tra Russia e Ucraina ha segnato la fine di una relativa stabilità della geopolitica e con il ritorno delle divisioni dell’”era della guerra fredda” aumenterà la spesa per la difesa globale. Molti membri dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) devono aumentare la spesa per mantenere gli impegni concordati precedentemente.  Per certi paesi, gli obiettivi potrebbero arrivare a obiettivi decisamente superiori.  L’Ucraina avrà bisogno di aiuti dall’estero per miliardi, per riparare i danni subiti dalle infrastrutture e a scopo umanitario.  I paesi europei e altri paesi occidentali dovranno fornire contributi notevoli, che peseranno su bilanci già in deficit, e in un momento nel quale aumentano anche i costi interni per la sanità, l’energia, la difesa e altre esigenze.  La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente se i danni subiti dall’Ucraina dovessero estendersi a impianti per la generazione di energia nucleare o alle strutture per la lavorazione e la spedizione di materie prime agricole in tutto il mondo.  Potrebbero così verificarsi ulteriori carenze di prodotti alimentari e rialzi dei prezzi in molti paesi.

La spesa militare continua ad aumentare

Figura 2: Spesa militare mondiale

1992-2025E

Fonte: JP Morgan. S = Stima. Non vi è alcuna garanzia che un’eventuale stima, proiezione o previsione si realizzi.

I mercati finanziari sono prospettici e siamo convinti che molti elementi negativi siano già rispecchiati nelle aspettative e nelle valutazioni.  Il pessimismo conduce secondo noi a opportunità di acquisto e a un maggiore potenziale per una sovraperformance di lungo termine.  Stiamo trovando opportunità in società con solidi bilanci e modelli di attività che secondo noi possono resistere alla debolezza dell’economia ed emergere come leader dell’industria nel ciclo successivo a un rallentamento.

I costi elevati dell’energia dovrebbero alimentare un aumento degli investimenti in energie rinnovabili, generazione decentralizzata di energia locale e attrezzature, e servizi che riducono i consumi e gli sprechi di energia.  Abbiamo investito in fornitori di energia, produttori di attrezzature elettriche, servizi manifatturieri automatizzati e fornitori di materiali per batterie.  Nel settore tecnologico, dopo anni di sopravvalutazione certi titoli sono scesi a livelli che riteniamo interessanti, e abbiamo investito in fornitori di software e semiconduttori che consentono la trasformazione digitale delle economie.  Gli aumenti dei bilanci per la difesa sono una realtà pluriennale, e abbiamo investito in società europee attive nell’aerospazio e nella difesa. Società farmaceutiche, nella tecnologia medica e in altri settori della sanità beneficiano di trend demografici di lungo termine e di progressi di breve termine dopo le chiusure imposte dalla pandemia.

Entrando nel 2023 prevediamo che gli utili societari continueranno a risentire della pressione esercitata dagli aumenti dei costi operativi e di finanziamento mentre con la debolezza della domanda si modera la crescita dei ricavi.  Le società che possono contare su una buona gestione anticipano e pianificano in vista di questi periodi nei loro cicli di attività, ed emergono rafforzate.  Il nostro focus sui fondamentali dell’attività nel lungo termine e le valutazioni ci ha portati a nuovi investimenti interessanti e secondo le nostre aspettative altri ancora dovrebbero emergere con l’avanzare dell’anno.



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