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Punti salienti

  • Le società quotate hanno bisogno della biodiversità – ecosistemi sani – per fornire beni e servizi e creare valore per gli azionisti; al tempo stesso, le operazioni delle aziende possono avere effetti positivi e negativi sulla biodiversità.
  • Possiamo aspettarci nuove opportunità d’investimento che affrontino i rischi legati alla natura, come la perdita di biodiversità, con nuovi modelli di business che permettono di ridurre la domanda di materie prime ad alto impatto, di gestire responsabilmente gli ecosistemi terrestri e marini, e di abbattere l’inquinamento o favorire la decarbonizzazione.
  • ClearBridge incoraggia la valutazione e la divulgazione degli impatti e delle dipendenze legate alla natura all’interno della catena del valore, lo sviluppo di politiche sulla biodiversità e la discussione di argomenti quali le politiche sulla deforestazione e la gestione responsabile dei rifiuti e delle acque.

Che cosa è la biodiversità, e perché è importante?

Per biodiversità si intende la varietà della vita sulla Terra, comprese tutte le specie vegetali e animali e i microrganismi, nonché gli ecosistemi a cui danno vita. La biodiversità è essenziale per il benessere umano e animale e per il funzionamento del pianeta. Sostanzialmente, consente alla natura di fornire un’ampia gamma di beni e servizi, come cibo, acqua, medicine e attività ricreative, che sono essenziali per le società umane.

A livello globale ci troviamo di fronte al problema di una popolazione sempre più numerosa che vive su un pianeta dalle risorse fisse. Queste risorse sono oggi ridotte allo stremo e le alterazioni degli ecosistemi planetari si ripercuotono con conseguenze sistemiche sulle vite umane e sulle economie. Se non si affronta la perdita di biodiversità, questi problemi continueranno.

  • A partire dal 1970 il 75% della superficie terrestre ha subito alterazioni significative, il 66% delle aree oceaniche ha risentito di impatti cumulativi crescenti e l’85% delle zone umide è andato perso.1
  • Molte specie stanno scomparendo a un ritmo da 10 a 1.000 volte superiore al normale tasso di estinzione.2
  • Tre quarti delle colture alimentari a livello globale dipendono dall’impollinazione, mentre le popolazioni dei principali impollinatori, come le api domestiche, sono diminuite di quasi il 60% negli ultimi 60 anni.3

Dal punto di vista degli investimenti, le società quotate – e quindi i mercati azionari – hanno bisogno della biodiversità per fornire beni e servizi e creare valore per gli azionisti. Oltre la metà del prodotto interno lordo (PIL) mondiale (44.000 miliardi di dollari) dipende dalla natura in misura elevata o moderata ed è minacciato dalla perdita di biodiversità e dalla distruzione degli ecosistemi.4 I tre settori che dipendono maggiormente dalla natura sono quelli dell’edilizia (4.000 miliardi di dollari), dell’agricoltura (2.500 miliardi di dollari) e degli alimenti e bevande (1.400 miliardi di dollari); inoltre, la metà di tutti i farmaci deriva da fonti naturali (quattro miliardi di persone ricorrono principalmente a medicine naturali), per cui la biodiversità è importante anche per il comparto sanitario.

La biodiversità è altresì strettamente legata al cambiamento climatico, poiché i sistemi naturali come le foreste, le zone umide e gli oceani sono gli unici pozzi di assorbimento del carbonio possibili. Al contempo, il cambiamento climatico influisce sulla biodiversità, ad esempio attraverso la mutazione dei modelli di migrazione o il riscaldamento degli oceani che altera gli ecosistemi marini. A causa di questa interdipendenza, non si può pensare di risolvere uno dei due problemi senza affrontare l’altro.

I responsabili delle politiche economiche e altri organismi pubblici e privati hanno cominciato a unire le forze e ad intraprendere azioni coordinate volte a proteggere la biodiversità e ad invertirne la perdita. Di recente, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP 15) tenutasi a Montreal alla fine del 2022, circa 190 paesi hanno adottato il Quadro globale per la biodiversità, che mira ad indirizzare l’azione globale al fine di preservare e proteggere il 30% delle aree terrestri e marine entro il 2030. Questo imponente quadro di riferimento può essere considerato alla stregua di un “Accordo di Parigi” per la biodiversità. Il mondo deve ora trovare un punto di incontro per accelerare l’azione politica e l’innovazione al fine di affrontare le cause fondamentali della perdita di biodiversità.

Cause fondamentali della perdita di biodiversità

Si possono individuare cinque principali cause dirette della perdita di biodiversità. Queste forniscono alle aziende un sistema per mappare il loro possibile contributo e agli investitori uno strumento per identificare temi di investimento (Figura 1).

Figura 1: Cause fondamentali della perdita di biodiversità

Causa

Definizione

Esempio/effetto collaterale

Cambiamento di destinazione d’uso del suolo e del mare

L’influenza sugli habitat, compresa la conversione della copertura del suolo

Deforestazione, attività mineraria, alterazioni del paesaggio dovute alla costruzione di nuove strade e dighe

Sfruttamento delle risorse naturali

Intensificazione dell’uso e dell’estrazione delle risorse naturali, compresi i pesci, gli alberi e le specie utilizzate per scopi medicinali

Secondo le metriche più utilizzate, dal 1970 si è registrata una perdita media del 69% delle popolazioni di mammiferi, uccelli, rettili, pesci e anfibi5

Cambiamento climatico

Il cambiamento a lungo termine delle condizioni climatiche e meteorologiche medie causato dall’aumento dei livelli di CO2 nell’atmosfera

Mutamento delle abitudini migratorie delle specie; riscaldamento e acidificazione degli oceani, con effetti profondi sugli ecosistemi marini; aumento degli incendi

Inquinamento

Inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo causato dai rifiuti, dal deflusso di sostanze chimiche e dall’utilizzo di combustibili fossili

  • L’inquinamento marino da plastica è aumentato di 10 volte dal 1980.
  • La sedimentazione di azoto proveniente dai combustibili fossili e dai fertilizzanti ha creato nell’acqua “zone morte” che non supportano alcuna forma di vita acquatica.

Specie invasive

Specie non autoctone, come una pianta, un animale o una malattia, che danneggiano un ecosistema

Diminuzione delle specie autoctone, costrette a competere per il cibo, l’acqua e lo spazio

Fonte: ClearBridge Investments, The IPBES Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services; World Wildlife Fund (WWF).

Implicazioni della biodiversità per gli investimenti

La biodiversità ha diverse implicazioni per gli investitori. In termini generali, la biodiversità può avere effetti negativi sui rendimenti a lungo termine degli investimenti attraverso la perdita di PIL. Inoltre, all’aumentare dell’interesse pubblico per la biodiversità, la risposta delle autorità politiche inizierà a influenzare le società quotate attraverso un aumento della regolamentazione e degli standard.

Possiamo aspettarci nuove opportunità d’investimento che affrontino i rischi legati alla natura con nuovi modelli di business che si facciano carico di una o più delle cause fondamentali sopra identificate:

  • Aziende che riducono la domanda o si approvvigionano in modo responsabile di materie prime ad alto impatto come il bestiame, la soia, l’olio di palma e il legname; in questa categoria potrebbero rientrare le imprese che riducono gli sprechi alimentari, come pure le aziende di alimenti e bevande, i produttori di articoli per la casa e per la persona, le imprese del settore edile e quelle che producono pasta di legno e carta.
  • Aziende i cui settori hanno un impatto diretto significativo sugli ecosistemi o che li gestiscono in modo responsabile, ad esempio nella silvicoltura, nell’agricoltura, nell’acquacoltura e nelle attività estrattive come quelle relative a petrolio e gas o all’industria mineraria.
  • Aziende che contribuiscono a ridurre l’inquinamento attraverso la fornitura di prodotti e servizi che abbattono l’inquinamento chimico, l’offerta di servizi di prevenzione o di trattamento dell’inquinamento, o ancora la riduzione dei rifiuti in plastica mediante la fornitura di materiali alternativi o l’aumento del riciclaggio.
  • Aziende che affrontano il cambiamento climatico agevolando la decarbonizzazione, dato che il cambiamento climatico è una causa fondamentale della perdita di biodiversità; in questa categoria potrebbero rientrare le società e i fornitori di energia rinnovabile, nonché le aziende i cui prodotti e servizi migliorano l’efficienza e riducono la domanda di energia.

Sulla base di questo elenco, non stupisce che le aziende che favoriscono la tutela della biodiversità siano concentrate nei settori dell’industria, dei materiali e dei beni di prima necessità: i beni strumentali prodotti dalle imprese industriali richiedono grandi quantitativi di risorse maturali; molte aziende di materiali sono dedite all’attività estrattiva; e i produttori di beni di prima necessità vendono alimenti e bevande che dipendono dall’attività agricola. Al contempo, dal momento che esiste un ampio portafoglio di interventi che si possono attuare per ridurre la perdita di natura e ripristinare la biodiversità (Figura 2), molte aziende operanti in diversi settori possono esercitare un impatto positivo in questo campo.

Figura 2: Un portafoglio di interventi per ridurre la perdita di natura e ripristinare la biodiversità

A puro titolo illustrativo. Fonte: Secretariat of the Convention on Biological Diversity (2020) Global Biodiversity Outlook 5 – Summary for Policy Makers. Montréal. “La biodiversità evidenzia un trend discendente (varie metriche, asse sinistro) e secondo le previsioni continuerà a diminuire in uno scenario immutato (linea di tendenza). Diverse aree di intervento potrebbero ridurre il tasso di declino della biodiversità, e l’intero portafoglio di interventi, nel suo insieme, potrebbe arrestare e invertire il declino (piegare la curva), portando possibilmente a un guadagno netto di biodiversità dopo il 2030. Procedendo dal basso verso l’alto, le aree in questione sono: (1) potenziamento della conservazione e del ripristino degli ecosistemi; (2) mitigazione del cambiamento climatico; (3) interventi sull’inquinamento, sulle specie aliene invasive e sull’eccesso di sfruttamento; (4) produzione più sostenibile di beni e servizi, in particolare di cibo; e (5) riduzione dei consumi e dei rifiuti.” Pagina 13.

È possibile tracciare un collegamento tra le cause fondamentali della perdita di biodiversità e temi di investimento generali (Figura 3) che le società in portafoglio possono attivamente affrontare attraverso i loro prodotti e servizi (come fornitori di soluzioni) o le loro operazioni, che diventano oggetto di engagement sulle migliori pratiche da parte di ClearBridge.

Figura 3: Collegare i temi di investimento alla biodiversità

Fonte: ClearBridge Investments.

Difficoltà insite nella misurazione della biodiversità

La portata globale e i rischi sistemici posti dalla perdita di natura, insieme ai suoi legami con il cambiamento climatico, suggeriscono che, al pari di quest’ultimo, la biodiversità rimarrà un importante problema ambientale per gli investitori e le autorità politiche. Vi sono tuttavia alcuni aspetti spinosi che distinguono la biodiversità dal cambiamento climatico. Il primo di questi attiene alle difficoltà di misurazione. Non esiste una singola metrica di riferimento, come le emissioni di carbonio nel caso del cambiamento climatico. A questo si aggiungono importanti sfumature geospaziali. Mentre le emissioni di CO2 sono diffuse in tutto il mondo e dunque una loro riduzione, ovunque essa avvenga, aiuta a combattere il cambiamento climatico, la biodiversità non è distribuita in modo uniforme a livello mondiale, poiché gli ecosistemi sono eterogenei e situati in luoghi specifici.

Anche se i dati a livello di portafoglio sono ancora alle fasi iniziali ed essenzialmente basati su stime, ClearBridge adotta un approccio bottom-up all’engagement riguardante la biodiversità, mentre il settore continua a sviluppare e a perfezionare i quadri di riferimento e i relativi dati. Utilizzando strumenti specifici per ciascun settore e le informative prodotte dalle aziende, cerchiamo di identificare i fattori che incidono sulla biodiversità nei settori ad alto impatto.

Di recente la Taskforce on Nature-Related Financial Disclosures (TNFD) ha pubblicato il suo quadro definitivo, che fornisce alle aziende una serie di linee guida per la preparazione di informative sui rischi significativi legati alla natura. Analogamente al suo omologo climatico, prodotto dalla Taskforce on Climate-Related Financial Disclosures, il quadro della TNFD mira a ottenere dalle aziende dati più coerenti e utili agli investimenti.

Nel tentativo di incoraggiare pratiche aziendali sostenibili per la gestione e il monitoraggio della perdita di biodiversità, dialoghiamo attivamente con le aziende laddove tali questioni sono particolarmente rilevanti per la loro attività. Incoraggiamo, in particolare, la valutazione e la divulgazione degli impatti e delle dipendenze legate alla natura all’interno della catena del valore, lo sviluppo di politiche sulla biodiversità e sulla deforestazione, la gestione responsabile dei rifiuti e delle acque, la trasparenza delle attività di finanziamento e l’attenzione verso le comunità locali interessate.

Case Study: Gestione responsabile delle acque

La gestione responsabile delle acque, che rientra nell’ambito del tema di investimento “efficienza delle risorse e consumo responsabile”, è importante per la biodiversità in diversi modi: l’acqua è una risorsa naturale con un valore sociale per le comunità di tutto il mondo, il suo consumo in ambito industriale influisce sull’uso del suolo e il suo utilizzo comporta rischi di inquinamento. L’acqua può anche essere un elemento significativo per la creazione di valore in un’azienda.

Case Study: Attività di stewardship di un birrificio

Un produttore e distillatore di birra, vini e liquori aveva presentato in Messico un progetto per un birrificio da 1,4 miliardi di dollari, che è stato bocciato a causa delle preoccupazioni per il consumo di acqua in una regione arida. In seguito alla revoca delle necessarie autorizzazioni, l’azienda è stata costretta ad abbandonare la costruzione a metà progetto e ad operare svalutazioni contabili per oltre 650 milioni di dollari. Sebbene al voto avesse partecipato solo il 3,5% della popolazione interessata, il risultato ha sottolineato la necessità di una gestione più responsabile delle acque e di un dialogo con le comunità locali coinvolte.

Nel 2020 ci sembrava che l’impresa fosse in ritardo rispetto ad altre sul fronte della riduzione dell’intensità idrica, ma in risposta alla reazione negativa del pubblico il management ha intrapreso in Messico diverse nuove attività di stewardship delle acque:

  • L’azienda si è data l’obiettivo di ripristinare, tra il 2023 e il 2025, oltre 1,1 miliardi di litri d’acqua prelevati in precedenza dai bacini idrici locali, migliorando l’accessibilità e la qualità dell’acqua nelle comunità in cui opera.
  • In un altro birrificio in Messico ha iniziato a coinvolgere la comunità locale nella gestione responsabile dell’ecosistema, con particolare attenzione alle risorse idriche.
  • Nei pressi di un altro birrificio ha collaborato con le autorità locali per costruire tre dighe che hanno permesso di risparmiare circa 15 milioni di metri cubi di acqua negli ultimi tre anni.
  • L’azienda ha annunciato l’apertura nel 2022 di un nuovo stabilimento in territorio messicano che utilizzerà una fonte d’acqua indipendente da quella della città, in modo da alleviare le tensioni con le comunità locali.

Nel giugno del 2023 l’azienda aveva da poco superato l’obiettivo di ripristinare gli oltre 1,1 miliardi di litri d’acqua prelevati in precedenza dai bacini idrici locali. La società prevede di annunciare un nuovo obiettivo entro la fine del prossimo anno. Ha anche in programma di ottenere la certificazione “zero rifiuti in discarica” (“zero waste to landfill”) per i birrifici messicani. Quanto agli imballaggi (quelli in plastica costituiscono un altro potenziale pericolo per la biodiversità), l’azienda sostituirà gli anelli di plastica che tengono insieme le lattine di birra e di altre bevande con contenitori di cartone riciclabile per le confezioni da quattro e da sei.

Coordinare l’azione globale a favore della biodiversità

Il Quadro globale delle Nazioni Unite sulla biodiversità stimolerà probabilmente una serie di interventi a livello nazionale e internazionale e l’emanazione di nuove e migliori norme volontarie (e infine obbligatorie) sulle questioni legate alla natura, sia per le società quotate in generale che per i fornitori di servizi finanziari.

Inoltre, il settore dei servizi finanziari sta intensificando gli sforzi per affrontare questo problema attraverso iniziative come la TNFD, il Finance for Biodiversity Pledge e Nature Action 100. Dal canto loro, i fornitori di dati si stanno adoperando per misurare la perdita di biodiversità in modo più granulare e utile agli investimenti. Tutto ciò si aggiunge a un lungo elenco di risorse che ClearBridge sta valutando al fine di incorporare gli ultimi risultati della ricerca e gli strumenti più recenti in fatto di biodiversità nel suo processo di investimento fondamentale.



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