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L'aumento dei tassi di interesse dall'inizio del 2022 ha posto numerose sfide agli investitori income multi-asset. Lo shock inflazionistico degli ultimi anni si è tradotto in uno dei cicli restrittivi più aggressivi della Federal Reserve (Fed) nel biennio 2022-2023, che a sua volta ha contribuito a un aumento significativo dei tassi di interesse lungo l'intera curva dei rendimenti. Nel contesto obbligazionario, ne è risultata una marcata flessione delle quotazioni (dal 31 dicembre 2021, l'indice Bloomberg US Aggregate Bond ha perso l'11,59%1). Allo stesso tempo, i listini azionari hanno registrato una significativa divergenza tra le "Magnifiche Sette", che hanno spinto in alto gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato nel 2023, e gli altri titoli, con le società a dividendo medio rimaste a mordere il freno. Con un panorama significativamente mutato, riteniamo che sia giunto il momento per gli investitori income di lasciarsi tutto questo alle spalle (come esorta Taylor Swift nella sua "Shake it off") e approfittare delle interessanti opportunità di reddito e di rendimento totale offerte oggi sia dai mercati obbligazionari che da quelli azionari.

Rispetto alle aspettative del consenso all'inizio del 2023, l'economia statunitense ha mostrato una notevole resistenza nonostante il vasto e rapido peggioramento delle condizioni finanziarie. Riteniamo che diversi fattori chiave abbiano contribuito alla crescita dello scorso anno, ma ci chiediamo se essi possano continuare a fornire sostegno in quello appena inaugurato. Tra di essi possiamo includere anche il fenomenale successo dell'"Eras Tour" di Taylor Swift, che ha giocato la sua piccola parte nello stimolare l'attività economica.

Grazie alle misure di stimolo adottate in risposta alla pandemia, sia sul piano monetario che su quello fiscale, le famiglie statunitensi hanno iniziato il 2023 con un notevole eccesso di risparmio accumulato, che ha sostenuto la spesa per beni e servizi. Nel 2024, una parte significativa di tale riserva potrebbe venire riassorbita, eliminando così un importante elemento favorevole per l'economia. Le strette monetarie hanno colpito per primi i settori dell'economia più sensibili ai tassi, tra cui quello dell'edilizia abitativa, in cui i mutui sono saliti a livelli che non si vedevano dal 2000. Sebbene l'impatto degli inasprimenti sia stato in qualche modo limitato lo scorso anno, rimaniamo cauti riguardo ai bilanci dei consumatori e all'aumento dei tassi di morosità in settori come i prestiti con carta di credito e quelli per automobili.

Benché la Fed abbia perseguito un orientamento volto a portare i tassi di interesse in territorio restrittivo, gli economisti ritengono da tempo che l'inasprimento della politica monetaria agisca con un ritardo lungo e variabile. L'effetto più ampio che influisce sul comportamento di spesa sia dei consumatori che delle aziende potrebbe essere appena iniziato mentre entriamo nel 2024.

Il percorso di contenimento delle pressioni inflazionistiche seguito dalla Fed ha avuto un impatto significativo sul panorama degli investimenti sia nei mercati obbligazionari che in quelli azionari. A partire dal 2022 e per tutto l'anno scorso, l'aumento dei tassi ha prodotto marcati effetti sul credito, in particolare nelle aree dei mercati caratterizzate da duration più lunga. Se si considerano sia il Bloomberg US Aggregate Bond Index che il Bloomberg US Corporate Bond Index (Investment Grade), l'impatto è stato severo, con una riduzione sostanziale dei prezzi delle obbligazioni e un corrispondente aumento dei rendimenti medi correnti. Questo mutato contesto offre agli investitori non solo un reddito corrente attivo, che a nostro avviso può essere una componente importante dei rendimenti complessivi di un portafoglio, ma anche un potenziale di rendimenti totali interessanti qualora l'orientamento della Fed passi da restrittivo a neutrale o addirittura accomodante se l'economia dovesse registrare una crescita lenta o condizioni recessive. 

Le nostre esposizioni preferite negli investimenti obbligazionari per il 2024 includono i Treasury USA lungo l'intera curva dei rendimenti e le obbligazioni societarie investment grade in cui il rischio di rifinanziamento è contenuto e i bilanci rimangono solidi. Sebbene le obbligazioni high yield offrano rendimenti interessanti, la selettività è fondamentale, in quanto un indebolimento sostanziale delle condizioni economiche potrebbe mettere sotto pressione gli spread creditizi e rendere più incerto l'accesso ai mercati dei capitali per molte società con rating non investment-grade.

Con una platea ristretta di titoli a determinare l'andamento dei mercati azionari per gran parte dello scorso anno, molti settori e società hanno registrato una sottoperformance, penalizzati dalle revisioni negative degli utili e dall'aumento dei tassi, che possono avere l'effetto di ridurre i multipli di valutazione. In prospettiva, riteniamo che per molte aziende esista il potenziale per un'ulteriore riduzione delle stime degli utili di consenso via via che l'economia risentirà appieno del peggioramento delle condizioni finanziarie.

Inoltre, con l'aumento dei tassi di interesse nel 2023, i titoli a dividendo hanno sottoperformato, in parte a causa della natura più matura o sensibile ai tassi delle loro attività. Pur privilegiando le obbligazioni rispetto alle azioni, continuiamo a cercare opportunità in cui le valutazioni scontino in modo più appropriato il potenziale rallentamento della crescita che riteniamo caratterizzerà i mercati nel 2024.

Nonostante le sfide che gli investitori potrebbero trovarsi davanti nel prossimo anno, siamo ottimisti sulle prospettive di reddito e di rendimento totale, visti gli attuali più alti rendimenti e il fatto che molte obbligazioni sono scambiate al di sotto del loro valore nominale. Inoltre, l'ampliamento delle opportunità income offre il potenziale per una maggiore diversificazione dei nostri portafogli e ci fornisce un kit di strumenti più ampio per cercare di gestire i rischi in un contesto di mercato incerto. L'aumento storico dei tassi d'interesse rispetto ai livelli straordinariamente bassi di solo un paio d'anni fa ha messo sotto pressione gli investimenti orientati al reddito. Con gran parte di tale effetto ormai nello specchietto retrovisore, nel 2024 a nostro avviso gli investitori possono smettere di preoccuparsi e approfittare delle interessanti opportunità di reddito e di rendimento totale offerte oggi sia dai mercati obbligazionari che da quelli azionari.



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