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Le valutazioni interessanti dell’indice di small cap nel suo complesso e il fatto che questi titoli abbiano storicamente registrato riprese sostenute e durature dopo periodi contrassegnati da rendimenti annualizzati a 5 anni contenuti creano a nostro avviso una combinazione che dovrebbe premiare i gestori attivi di small cap pazienti e disciplinati rispetto al mercato più ampio.”

Le small cap rimangono impantanate in un classico mercato ribassista, avendo ceduto quasi il 27,8% dal picco dell’8 novembre 2021 al 10 novembre 2023. Sono passati poco più di due anni, e oltre 500 giornate di negoziazione, dall’ultima volta che il Russell 2000 Index ha chiuso sui massimi delle precedenti 52 settimane; si tratta del terzo periodo più lungo nella ultraquarantennale storia dell’indice. Gli ultimi mesi non sono stati d’aiuto, in quanto il Russell 2000 ha perso terreno per tre mesi consecutivi fino a fine ottobre facendo registrare un -16,7%.

Da qualche tempo sosteniamo l’idea che un cambiamento di regime sia dietro l’angolo, soprattutto per le small cap, che stentano a tenere il passo con le omologhe ad alta capitalizzazione da oltre un decennio. Inutile a dirsi, continuiamo ad aspettare. Nel frattempo molte small cap sono state dimenticate e i loro titoli sono diventati convenienti. Tuttavia, anche se forse ci stiamo dirigendo verso una tanto attesa recessione, le nostre convinzioni non sono mutate. Anche a rischio di ribadire l’ovvio, continuiamo a credere che le small cap siano ben posizionate per sovraperformare il mercato nel suo insieme. Al contempo, abbiamo parlato dell’opportunità offerta dal mercato delle small cap ai gestori attivi, in quanto i tassi si sono normalizzati e l’era in cui tutti prosperavano grazie al basso costo del capitale è ormai alle nostre spalle. Se mettiamo insieme una serie straordinaria di circostanze di mercato e le prospettive per una gestione attiva nell’ambito delle small cap, vediamo l’opportunità di realizzare sia alfa che beta nel segmento delle società a bassa capitalizzazione.

Sembra che siamo arrivati a uno snodo cruciale per l’asset class delle small cap. Abbiamo già notato la marcata sottoperformance del Russell 2000 su base quinquennale rispetto all’indice di large cap Russell 1000. In questo stesso periodo le azioni di società a bassa capitalizzazione hanno anche prodotto rendimenti prevedibilmente bassi in termini assoluti: nei cinque anni terminati a fine settembre il Russell 2000 ha guadagnato un misero 2,4% su base annualizzata. Inoltre, le valutazioni relative delle small cap rispetto alle omologhe ad alta capitalizzazione continuano a collocarsi sui livelli più bassi in oltre 25 anni e la ponderazione delle small cap nel Russell 3000 è analogamente prossima a un minimo ventennale.

Molte società che abbiamo esaminato sembrano aver già scontato una recessione in termini sia di rapporto prezzo/utili che di rapporto EV/EBIT (enterprise value diviso utili al lordo di interessi e imposte). Certo, con lo stallo dei rendimenti, i multipli sono diminuiti e molte small cap appaiono sottovalutate. Le valutazioni interessanti dell’indice di small cap nel suo complesso e il fatto che questi titoli abbiano storicamente registrato riprese sostenute e durature dopo periodi contrassegnati da rendimenti annualizzati a 5 anni, contenuti che creano a nostro avviso una combinazione che dovrebbe premiare i gestori attivi di small cap pazienti e disciplinati rispetto al mercato più ampio.

Per quanto siamo fiduciosi nelle prospettive a lungo termine delle small cap, siamo ancora più convinti delle continue opportunità offerte dall’asset class per quanto concerne la gestione attiva. I tempi dei tassi d’interesse zero e del facile accesso al capitale sono un ricordo del passato. I fondamentali sono ridiventati importanti. In tal senso, la forza e il successo della gestione attiva delle small cap si sono fatti notare negli ultimi anni. Come di consueto, utilizziamo la categoria Small Blend di Morningstar come proxy per la gestione attiva. Questa categoria ha battuto il Russell 2000 per i periodi di 1, 3, 5 e 10 anni conclusi il 30 settembre 2023. Escludendo i fondi basati su indici e includendo nella categoria solo la classe di azioni più vecchia di ciascun fondo, e considerando i periodi terminati il 30 settembre 2023, 146 fondi su 174 avevano sovraperformato il Russell 2000 su 1 anno; 150 fondi su 167 l’avevano superato su 3 anni; 131 fondi su 158 avevano fatto altrettanto su 5 anni; e 88 fondi su 131 avevano superato il Russell 2000 nell’arco di 10 anni. Cosa altrettanto, se non più importante, tutte le nostre strategie nazionali hanno messo a segno ottime performance su base sia assoluta che relativa. In quanto “stock picker” di titoli small cap in un’ottica bottom-up, il fattore più significativo per noi è che la maggior parte dei management team con cui abbiamo parlato rimane cautamente ottimista sul lungo periodo.

Non è facile rispondere a chi chiede che cosa ci riserva il futuro, ma abbiamo sempre creduto che focalizzarsi su ciò che si sa e non preoccuparsi di quello che non si può controllare sia di importanza cruciale. Oggi le aspettative per le small cap sono modeste e le valutazioni sono interessanti. A nostro avviso, questo è il momento ideale, dal punto di vista di un gestore attivo in ambito small cap, per generare alfa in futuro, ma date le valutazioni contenute dell’asset class il mercato offre anche opportunità interessanti in un’ottica di beta.

Restate sintonizzati...



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