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Tre spunti di riflessione di oggi:

  1. La vittoria dei repubblicani: L’esito delle elezioni presidenziali statunitensi è stato visto come un forte sostegno alle politiche proposte da Donald Trump, il nuovo presidente eletto. I timori degli elettori riguardo all’inflazione e all’immigrazione hanno contribuito al successo del tycoon. Questo risultato elettorale ha implicazioni significative per i mercati emergenti, in particolare per la Cina. Trump ha proposto un dazio del 10% su tutte le importazioni, che potrebbe aumentare fino al 60% per le importazioni cinesi.
  2. Pacchi batteria e automobili: C’è un rischio concreto che l’Inflation Reduction Act (IRA) venga abrogato, con implicazioni negative per gli esportatori sudcoreani di automobili e batterie. Sebbene le importazioni statunitensi di veicoli elettrici siano basse, i pacchi batteria utilizzati nei veicoli prodotti internamente sono per lo più importati dall’Asia. Anche le importazioni di auto messicane negli Stati Uniti sono a rischio a causa di tariffe più elevate. Le catene di approvvigionamento automobilistico di Stati Uniti e Messico sono strettamente collegate, con gli USA che importano il 25% delle auto dal Messico. Per gli investitori, l’impatto delle tariffe più elevate sui prezzi di importazione statunitensi, e di conseguenza sul potere d’acquisto delle famiglie, è una preoccupazione evidente.
  3. La forza del dollaro USA: Il dollaro USA è una valuta pro ciclica, il che significa che si rafforza quando l’economia degli Stati Uniti è in crescita e si indebolisce quando l’economia è in difficoltà. Le aspettative di un miglioramento delle prospettive economiche, dovute all’aumento degli investimenti aziendali legato alla riduzione delle tasse, suggeriscono che il dollaro potrebbe rafforzarsi. Questo ha effetti negativi per i mercati emergenti, che tendono a performare meglio in un contesto di dollaro debole rispetto a uno forte. Tuttavia, rimaniamo concentrati sui fondamentali aziendali e sull’interazione con i team di gestione, pur riconoscendo la necessità di tenere d’occhio gli sviluppi politici a livello globale.

Prospettive

L’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti ha introdotto incertezza e imprevedibilità per le economie e i mercati internazionali. Si attende che i mercati emergenti mostrino un sentimento debole nel breve termine, mentre gli investitori analizzano l’impatto delle politiche di Trump, in particolare quelle relative ai dazi.

L’aspettativa di un aumento dei dazi sulle importazioni proveniente dai mercati emergenti rappresenta una sfida per i mercati azionari. Se venisse attuato il dazio proposto del 60% sulle importazioni cinesi negli USA , ciò potrebbe causare un calo significativo delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti, influenzando negativamente la crescita economica della Cina. Inoltre, considerazioni geopolitiche potrebbero spingere altri paesi a seguire l’esempio degli USA nell'aumentare i dazi sulle importazioni dai mercati emergenti.

Dal primo mandato di Trump nel 2016, numerose aziende cinesi hanno adottato strategie per ridurre il rischio legato a dazi più elevati, come l’aumento delle esportazioni verso l’Asia. I team di gestione delle aziende sono consapevoli delle evoluzioni dell’ambiente operativo, e il rischio di dazi più alti è stato parzialmente considerato nelle valutazioni dei mercati emergenti.

Per le aziende non cinesi, in particolare i produttori di batterie sudcoreani, sussiste la preoccupazione che i vantaggi derivanti dall’Inflation Reduction Act (IRA) possano essere limitati. I nostri gestori di portafoglio sono attenti al rischio che prestiti e sovvenzioni legati all’IRA possano essere revocati, un aspetto considerato nella valutazione di queste aziende.

L’esito delle elezioni presidenziali americane rappresenta un punto di svolta, e il rischio associato è stato un tema centrale nelle discussioni con i team di gestione nelle catene di approvvigionamento dell’energia solare e delle batterie.

Market review: Ottobre 2024

A ottobre i mercati azionari dei paesi emergenti hanno subito perdite, influenzati dal calo delle aspettative sui tagli aggressivi dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve (Fed). Durante il mese, l’MSCI EM Index ha perso il 4,32%, mentre l’MSCI World Index è sceso dell’1,96%.

La regione dell’Asia emergente ha registrato una flessione. Il rally dell’azionario cinese si è attenuato a seguito della reazione degli investitori alla debolezza dei dati economici e alle conferenze stampa del governo, che hanno fornito pochi dettagli. Anche il mercato azionario indiano ha mostrato debolezza, chiudendo il mese in calo a causa della moderazione degli utili aziendali e del trasferimento degli investimenti dalle azioni indiane a quelle cinesi. La più grande IPO mai realizzata in India, protagonista una casa automobilistica, ha ricevuto un’accoglienza tiepida a causa della bassa domanda di azioni da parte degli investitori retail e del rallentamento delle vendite di auto nel paese. Inoltre, nuove normative sulla negoziazione di derivati, introdotte dall’autorità di regolamentazione del mercato dei valori mobiliari, hanno influenzato diversi broker quotati.

In Corea del Sud la banca centrale ha tagliato i tassi d’interesse per la prima volta dal maggio 2020. Nel terzo trimestre, il paese ha assistito a una crescita del prodotto interno lordo (PIL) dello 0,1%, una ripresa rispetto alla contrazione dello 0,2% del trimestre precedente. Contrariamente alla tendenza generale, le azioni taiwanesi hanno registrato un aumento. Il principale produttore mondiale di chip a contratto, quotato a Taipei, ha riportato utili per il terzo trimestre superiori alle attese e prospettive positive.

I paesi emergenti della regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) hanno registrato un calo. Il Medio Oriente ha continuato a essere afflitto da tensioni geopolitiche, che hanno influenzato negativamente i mercati azionari. La stagione degli utili nei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) non è stata sufficiente a migliorare il sentiment degli investitori. A settembre il tasso di inflazione in Turchia è sceso sotto il 50% su base annua per la prima volta in oltre un anno, segnale che il piano di rilancio economico promosso dal presidente Erdoğan sta iniziando a contenere l’escalation dei prezzi.

Anche i mercati azionari dell’America Latina hanno mostrato un rallentamento. In Brasile e in Messico i dati sull’inflazione rilasciati nella prima metà di ottobre 2024 sono stati sorprendentemente alti, spinti dall’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, che hanno contribuito all’incremento dei prezzi al consumo. Le sfide legate ai bilanci pubblici e i persistenti alti tassi d’interesse in Brasile hanno continuato a gravare sui mercati azionari, poiché gli investitori locali preferiscono orientarsi verso investimenti in titoli obbligazionari, considerati meno rischiosi e con potenziali rendimenti elevati.



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