CONTRIBUTORI

Stephen Dover, CFA
Chief Market Strategist,
Head of Franklin Templeton Institute

Rick Polsinello, CIMA®
Senior Market Strategist,
Franklin Templeton Institute
Come ampiamente previsto, nella riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) conclusasi il 12 giugno la Federal Reserve (Fed) ha deciso di lasciare invariato il tasso sui fed funds, votando all'unanimità per il mantenimento dell'intervallo del tasso target al 5,25%-5,50%.
La riunione del FOMC di giugno è stata una riunione trimestrale, e il “dot plot” aggiornato della Fed (formalmente denominato Summary of Economic Projections, o SEP) ha mostrato che mediamente ora si attende un taglio di 25 punti base per la fine dell’anno, inferiore ai tre tagli previsti mediamente tre mesi prima. Inoltre, quattro funzionari della Fed ora non ritengono necessario alcun taglio entro la fine del 2024, come qualche mese fa ritenevano solo due funzionari. Un funzionario della Fed ha fatto sapere che potrebbe non essere il caso di tagliare i tassi né quest'anno né il prossimo. Nel complesso, è stato chiaramente un annuncio aggressivo. In media tuttavia i membri del FOMC prevedono cinque tagli entro la fine del 2025, solo uno in meno rispetto ai sei tagli previsti nell’ultimo SEP.
Il tasso neutrale di lungo periodo della Fed (quando la politica monetaria non è né eccessivamente restrittiva né troppo accomodante) era modestamente superiore, al 2,8%. Le previsioni di crescita del prodotto interno lordo per il 2024 e 2025 si sono fermate rispettivamente al 2,1% e 2%. Da un punto di vista economico, la Fed ha indicato che l’attività ha continuato ad espandersi ad un ritmo moderato. Inoltre è convinta che il mercato del lavoro è robusto e la disoccupazione resterà al livello attuale del 4% per tutto il 2024, con solo un leggero rialzo del tasso di disoccupazione al 4,1% entro la fine del 2025.
Inoltre, come previsto, la Fed ha comunicato ai mercati che i membri votanti continueranno a rallentare la riduzione del bilancio.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha anche ribadito che “il comitato non prevede che sarà appropriato ridurre l'intervallo di riferimento fino a quando non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso l'obiettivo del 2%”. Il Personal Consumption Expenditures Index core, la misura dell’inflazione preferita dalla Fed, è rimasto al 2,8% ad aprile, mentre a maggio il Consumer Price Index core si è fermato al 3,4%. La Fed non prevede alcun calo del PCE core al suo obiettivo del 2% fino al 2026. Powell ha anche riaffermato che i rischi legati al raggiungimento del suo duplice mandato di stabilità dei prezzi e massima occupazione hanno continuato a “spostarsi verso un migliore equilibrio”.
Infine, la Fed ha sottolineato che continuerà a dipendere fortemente dai dati nelle sue decisioni di politica monetaria e che l'attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo solido, l'inflazione si è attenuata pur rimanendo elevata e la creazione di posti di lavoro continua a essere sostenuta.
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