CONTRIBUTORI

Jonathan Curtis
Chief Investment Officer,
Portfolio Manager
Franklin Equity Group
United States
Gli ultimi giorni hanno messo a dura prova gli investitori. I mercati hanno registrato un andamento volatile sulla scia delle notizie relative all’entità e alla portata dei nuovi dazi voluti dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che hanno nettamente superato il livello atteso nella maggior parte degli scenari di base. Questa volatilità sembra destinata a proseguire, in quanto le imprese dovranno fare i conti con le implicazioni a breve e a lungo termine di questo enorme tentativo di riorganizzare l’assetto degli scambi internazionali.
Per quanto i mercati abbiano reagito velocemente all’annuncio dei dazi, è importante riconoscere che permangono molte incognite. Resta da vedere se e quali dazi potrebbero essere ridotti o negoziati. Non conosciamo ancora le risposte dei partner commerciali globali. L’incertezza a breve termine non è finita, semmai probabilmente è cominciata. Prevediamo che nelle prossime settimane i mercati rimarranno volatili in attesa che emergano nuove informazioni. Per gli investitori pazienti, con un’ottica di lungo periodo, i motivi di ottimismo non mancano. Indipendentemente da ciò che accadrà, gli innovatori troveranno nuovi modi per generare valore in un mondo che cambia. Le valutazioni, inoltre, sono diminuite. Oggi si trovano in vendita a prezzi convenienti società che reputiamo di alta qualità, resistenti ai dazi e alle recessioni, con eccellenti prospettive a lungo termine.
Cosa possiamo aspettarci, dunque, da questo momento in poi?
Nel breve periodo assisteremo probabilmente a un calo della produttività e ad un aumento delle pressioni sui margini societari, poiché i produttori dovranno ricalibrare i loro modelli di business per adeguarsi ai dazi, magari contemplando l’arduo compito di trasferire i propri impianti. La crescita globale potrebbe rallentare e siamo convinti che l’inflazione aumenterà. Nell’immediato l’economia statunitense sarà probabilmente indebolita da questi sviluppi. Detto questo, non è scontato che si arrivi a una recessione vera e propria. L’occupazione e la spesa per consumi, colonne portanti dell’economia statunitense, sembrano reggere. Naturalmente, anche la fiducia di consumatori e imprese viene messa a dura prova.
Noi crediamo che sia importante considerare queste iniziative in una prospettiva di lungo termine. L’ambiziosa agenda economica dell’amministrazione statunitense mira a ridimensionare notevolmente il deficit attraverso la riduzione della spesa federale, nuove fonti di entrate come i dazi e la ricostruzione della base industriale statunitense. L’impegno a riportare in patria la produzione manifatturiera riflette la volontà non solo di creare lavoro per gli americani, ma anche di affrontare i problemi di sicurezza nazionali associati alla dipendenza dalla Cina e da altri paesi per l’approvvigionamento di farmaci, componenti industriali, altri prodotti critici e per l’innovazione stessa. Dobbiamo anche riconoscere che la ricostruzione della base industriale statunitense sarà un processo complesso della durata di molti anni, non trimestri. Pertanto, affinché possano anche solo contemplare l’idea di riportare una parte significativa della produzione manifatturiera negli Stati Uniti, i dirigenti delle imprese dovranno essere convinti che i dazi sono una misura permanente. Solo il tempo potrà confermarlo, ma noi siamo propensi a prendere in parola il Presidente Trump.
Se Trump seguirà la rotta che ha tracciato, la strada che ci attende sarà tortuosa e volatile.
Nonostante le molte incognite, credo che alcuni principi fondamentali resteranno validi.
- L’investimento attivo può offrire vantaggi, specialmente in mercati come questi. Continueremo a cercare opportunità.
- La qualità è importante. La nostra preferenza per le imprese di alta qualità con team manageriali forti e vantaggi competitivi è determinante, poiché sono le aziende come queste che possono diventare leader del futuro. Società che reputiamo di alta qualità, resistenti ai dazi e alle recessioni, con eccellenti prospettive a lungo termine, sono oggi scambiate a valutazioni appetibili.
- Investire in un’ottica di lungo periodo. Per quanto le notizie sui dazi possano alterare il panorama nell’immediato, alcuni aspetti importanti non sono cambiati. Riteniamo che i temi secolari a lungo termine dell’intelligenza artificiale (IA) e della trasformazione digitale continueranno a evolversi e a generare valore per gli investitori pazienti con un’ottica di lungo periodo. Quelli disposti a guardare oltre l’orizzonte potranno trovare ancora motivi di ottimismo.
L’automazione e la robotica avanzata guidate dall’IA favoriranno quasi certamente una rinascita dell’industria manifatturiera negli Stati Uniti, incrementando l’efficienza e rivoluzionando la produzione statunitense. Anche di fronte a una significativa incertezza, siamo fermamente convinti che l’innovazione continua sia il percorso più duraturo per sbloccare il valore e sostenere la crescita nel lungo periodo. L’innovazione è sempre la via che porta al cambiamento.
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale.
I titoli azionari sono soggetti a fluttuazioni dei prezzi e possibile perdita del capitale.
Le strategie di investimento che comprendono l’identificazione di opportunità di investimento tematiche, e le loro performance, possono risultare compromesse se il gestore del portafoglio non identifica correttamente tali opportunità o se il tema si sviluppa in modo inaspettato. Concentrare gli investimenti nel settore delle tecnologie dell’informazione (IT) e/o in settori correlati comporta rischi molto maggiori di sviluppi avversi e variazioni dei prezzi rispetto a una strategia che investe in una varietà più ampia di settori.
Le società e/o i case study citati in questo numero sono utilizzati a scopo puramente illustrativo; al momento non sono necessariamente detenuti investimenti da alcun portafoglio cui Franklin Templeton fornisce consulenza. Le informazioni fornite non costituiscono una raccomandazione o una consulenza finanziaria individuale per alcun titolo, strategia o prodotto d’investimento specifici, e non costituiscono indicazione delle intenzioni di negoziazione di alcun portafoglio gestito da Franklin Templeton.
