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Dopo otto tagli consecutivi dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), i rendimenti dei titoli obbligazionari a breve termine hanno continuato a scendere e appaiono molto meno attraenti rispetto a solo un anno fa. Tuttavia, cercare rendimenti più elevati più avanti sulla curva comporta rischi maggiori, come dimostrato in modo impressionante dall'aumento dei rendimenti a lungo termine in Francia e nel Regno Unito a causa delle incertezze fiscali e politiche. Di conseguenza, sebbene le obbligazioni e la liquidità rimangano elementi importanti dei portafogli diversificati, il loro ruolo di fonti di reddito quasi esclusivo è stato ridimensionato. E naturalmente, gli strumenti a reddito fisso offrono solo un potenziale di guadagno in conto capitale limitato, o talvolta nullo.

D'altra parte, le azioni a dividendo in Europa stanno vivendo una sorta di revival. Il piano infrastrutturale da €500 miliardi della Germania segnala un'espansione fiscale significativa1, che è destinata a rimodellare il panorama degli investimenti negli anni a venire; questo cambiamento sta portando molti investitori a riconsiderare le azioni sia per la crescita che per il reddito. I dividendi sono stati a lungo centrali nell'esperienza azionaria europea: negli ultimi 20 anni, oltre il 40% del rendimento totale delle azioni europee è derivato dai dividendi2 Questo non è un contributo marginale, ma una caratteristica strutturale del mercato, che dimostra il ruolo duraturo dei dividendi come elemento stabilizzante nei rendimenti.

I rendimenti da dividendi europei attualmente superano i rendimenti obbligazionari e i tassi di interesse cash, creando un differenziale di reddito che può essere attraente per chi cerca un’allocazione di lungo termine. L'allargamento dello spread ha rinnovato l'attenzione sulle strategie a dividendo in quanto complementari all’obbligazionario tradizionale.

Confronto dei rendimenti tra azionario e obbligazionario europeo e liquidità

Fonte: Bloomberg, 25 agosto 2025; l'Azionario Europeo è rappresentato dal MSCI Europe Index, le Obbligazioni Europee sono rappresentate dal Bloomberg Euro Aggregate Index, la Liquidità è rappresentata dall’EURIBOR 1 Month. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese od oneri di vendita.

Il potere della cultura dei dividendi in Europa

I dividendi non sono una nota a margine nelle azioni europee, ma rappresentano un elemento fondamentale tramite il quale le aziende restituiscono valore agli azionisti. Con un payout ratio medio a lungo termine del 68%, rispetto al 43% negli Stati Uniti e al 37% in Giappone3, l'Europa continua a distinguersi un’area geografica in cui i dividendi sono radicati nella pratica aziendale.

Questo impegno è visibile in un’ampia varietà di settori. Le società del settore finanziario sono tra i contributori più importanti, insieme ai settori dell'energia e dei servizi di pubblica utilità. Con un CET ratio tier 1 aggregato intorno al 16%4, le banche europee hanno mantenuto solide riserve di capitale. Ciò offre loro un'ampia flessibilità per restituire parte dei loro utili agli azionisti sotto forma di dividendi, tenendo in conto considerazioni regolamentari e specifiche delle società.

Questi settori evidenziano come pagamenti costanti e gli alti rapporti di distribuzione diano all'Europa un'identità di reddito distinta. Per gli investitori, questa radicata cultura del dividendo — sostenuta da pratiche di distribuzione consolidate e rafforzata dall’ampiezza settoriale — rende il reddito una caratteristica distintiva del panorama azionario europeo.

Rendimento da dividendo e rapporto di distribuzione in diversi mercati

Fonte: Bloomberg, indici per singolo paese MSCI, al 26 agosto 2025.

I dividendi attraverso i cicli di mercato

Una caratteristica distintiva dei dividendi in Europa è la loro coerenza nei diversi contesti di mercato. Sebbene negli ultimi tempi sia stato difficile ottenere una crescita significativa in Europa, i dividendi sono stati generalmente resilienti ai cicli e agli shock di mercato. Questa stabilità significa che i dividendi possono fornire una base di rendimenti anche quando i movimenti dei prezzi sono più volatili.

Inoltre, i dividendi possono contribuire a sostenere i prezzi delle azioni stesse. Poiché i pagamenti dei dividendi sono spesso un input chiave nei modelli di valutazione azionaria tradizionali, le società con distribuzioni stabili e prevedibili possono essere valutate in modo più accurato rispetto alle azioni in crescita (dove i flussi di cassa futuri tendono ad essere più incerti). Queste approssimazioni del fair value possono fungere da base durante le fasi di ribasso del mercato.

Piuttosto che essere legati a un ciclo specifico, i dividendi possono servire come componente duratura dell'investimento azionario, aiutando a mitigare i risultati nel breve termine e migliorando la creazione di valore nel lungo termine.

Qualità al centro

Gli investitori a reddito che considerano le azioni hanno in genere tre obiettivi generali. Il primo obiettivo è, ovviamente, generare un reddito adeguato. Il secondo obiettivo è spesso quello di proteggere il capitale nel lungo periodo, mentre il terzo obiettivo ruota attorno al potenziale di plusvalenze, altrimenti l’obbligazionario potrebbe essere l'opzione più adatta. Concentrarsi esclusivamente sul rendimento da dividendi può soddisfare il primo obiettivo, ma potrebbe non essere sufficiente per gli altri due. Le società con rendimenti particolarmente elevati possono talvolta riflettere prezzi delle azioni in calo o tensioni finanziarie piuttosto che una solidità sostenibile. Preferiamo un approccio incentrato sulla qualità per aiutare a distinguere tra opportunità interessanti e potenziali trappole.

I principali indicatori di qualità includono:

  • Return on Equity (ROE): un parametro di redditività, che mostra l'efficienza con cui una società genera profitti rispetto al patrimonio netto degli azionisti.
  • Variabilità degli utili: valutazione della stabilità degli utili attraverso i cicli, che può fornire informazioni su quanto potrebbero essere affidabili i profitti futuri.
  • Indici di leva finanziaria: valutazione dello stato patrimoniale, poiché oneri debitori più bassi possono indicare resilienza e stabilità finanziaria.

Applicati insieme, questi criteri creano un quadro più completo della sostenibilità dei dividendi. Combinare il rendimento con l'efficienza, la stabilità e la disciplina finanziaria può aiutare a identificare dividendi attraenti e sostenibili e che lascino spazio alla crescita futura. Il LibertyQ European Dividend Index lo illustra: il suo approccio basato su regole, che bilancia il rendimento con filtri di qualità, offre attualmente un rendimento da dividendi del 4,8% rispetto al 3,2% delle azioni europee in generale e un ROE medio del 15,8% contro l'11,9%.5

Stabilità e diversificazione

Concentrandosi su società con una forte redditività, utili costanti e bilanci prudenti, questo approccio tende a enfatizzare le aziende che sono meglio posizionate per mantenere i dividendi nelle diverse fasi del mercato.

Uno dei risultati di questo processo è che spesso si traduce in una minore esposizione al settore dell’informatica all’interno delle allocazioni europee. Questa non è una scommessa settoriale deliberata, ma piuttosto un riflesso delle differenze strutturali: molte società IT europee reinvestono pesantemente per la crescita e distribuiscono pochi dividendi. Per gli investitori, questo può essere un vantaggio piuttosto che uno svantaggio, in quanto crea un complemento naturale alle esposizioni azionarie statunitensi, dove la tecnologia svolge un ruolo molto più importante nel generare rendimenti. Anche le case automobilistiche sono state in gran parte assenti dall’indice LibertyQ European Dividend, poiché la loro natura ciclica è penalizzata dalla metodologia. Ciò è stato utile in particolare durante la volatilità indotta da Trump all'indomani dell'annuncio iniziale dei dazi e del debole accordo commerciale tra Europa e Stati Uniti.

Finora nel 2025, questa enfasi sui dividendi con un approccio di qualità ha dimostrato una maggiore stabilità rispetto al mercato europeo più ampio durante i periodi di volatilità.

Approccio alla qualità e ai dividendi rispetto al mercato più ampio

Fonte: Bloomberg, al 2 settembre 2025. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese od oneri di vendita.

Conclusione

Con il calo dei rendimenti obbligazionari e i tassi di interesse cash modesti, i dividendi sono riemersi come potenziale fonte di reddito. L'Europa si distingue per la sua forte cultura dei dividendi, con rapporti di distribuzione più elevati ma sostenibili e rendimenti superiori alla media rispetto ad altri mercati sviluppati. Nel lungo termine, i dividendi hanno costantemente rappresentato una quota significativa dei rendimenti azionari europei, sottolineando la loro importanza strutturale.

Ciò che distingue un approccio europeo ai dividendi di qualità è l'ulteriore attenzione ai fondamentali. Enfatizzando la redditività, la stabilità degli utili e i bilanci prudenti, questa strategia mira a generare un reddito non solo attraente ma anche duraturo. Nel 2025, il nostro profilo orientato alla qualità ha già dimostrato una maggiore resilienza rispetto al più ampio mercato europeo durante i periodi di volatilità, evidenziando come dividendi e qualità insieme possano contribuire a ottenere risultati ottimali quando l'incertezza aumenta. Per gli investitori globali, questo crea un'allocazione che può fungere non solo da fonte di reddito ma anche come baluardo di difesa e diversificazione, bilanciando l'esposizione alla crescita e alla tecnologia statunitense con la consolidata cultura dei dividendi e le caratteristiche di qualità consolidate in Europa.



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