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Dalla fine del 2009 al dicembre 2019, secondo i dati raccolti da Bloomberg il valore complessivo delle azioni di 26 nazioni quotate da MSCI Inc. come mercati in via di sviluppo è aumentato di 9.200 miliardi di dollari. I mercati emergenti hanno chiuso il 2019 in grande stile, ma il 2020 si profila molto diverso.

Oggi anche gli investitori più ottimisti sanno che le possibilità di un bis sono scarse. Le ricadute finanziarie del coronavirus si stanno diffondendo rapidamente e le performance degli asset dei mercati emergenti – valute, azioni e obbligazioni – ne stanno tutte risentendo.

Secondo i dati dell’International Institute of Finance (IIF), a marzo i deflussi dai fondi dei mercati emergenti hanno superato gli 83 miliardi di dollari.

“Gli investitori di tutto il mondo temono l’incertezza generata nei mercati finanziari dall’epidemia di coronavirus e le sue ampie ramificazioni”, ha dichiarato Chetan Sehgal, Senior Managing Director, Director of Portfolio Management di Franklin Templeton Emerging Markets Equity. “Comunque sappiamo che questo periodo passerà e che le cose si sistemeranno.”

Secondo Franklin Templeton, un’organizzazione globale di asset management con oltre 70 anni di esperienza nel settore, dipendenti in più di 30 paesi e un patrimonio gestito di oltre 580 miliardi di dollari (al 31 marzo 2020), anche se in molti paesi l’attività economica ha subito un drastico rallentamento o un arresto a causa dell’epidemia di coronavirus, i mercati emergenti conservano un potenziale a lungo termine.

Ecco in sintesi perché la tesi d’investimento a lungo termine nei mercati emergenti convince ancora gli investitori con un approccio calmo e razionale.

CRESCITA ECONOMICA

L’epidemia di coronavirus continuerà a dominare le prime pagine dei giornali e a orientare i nostri investimenti nei mercati emergenti, ma negli ultimi decenni si sono affermate alcune tendenze nette.

“In primo luogo, i differenziali di crescita economica tra i mercati emergenti e quelli sviluppati rimangono a favore dei primi”, afferma Sehgal.

In tutto il mondo, secondo i dati del FMI, le economie emergenti dovrebbero crescere circa tre volte di più rispetto ai mercati sviluppati almeno fino al 2024.

“Stiamo assistendo a una trasformazione nei mercati emergenti, benché molti si stiano adattando a una nuova realtà a causa dell’epidemia di coronavirus. Continueranno a svolgere un ruolo vitale nell’alimentare la crescita economica globale”, afferma Andrew Ness, Portfolio Manager, Franklin Templeton Emerging Markets Equity.

LA CINA VOLTA PAGINA

La Cina ha pagato un prezzo molto alto nel breve termine per contenere il virus, ma ora sta lentamente voltando pagina. I dati economici cinesi di breve periodo sono i peggiori dei tempi moderni. Da gennaio a febbraio, i dati del National Bureau of Statistics evidenziano vendite al dettaglio su base annua al -20%, esportazioni al -17%, investimenti obbligazionari al -25% e produzione industriale al -13%.

“Prevediamo che la ripresa inizierà nel secondo trimestre, tuttavia nel 2020 la crescita del PIL dovrebbe essere molto debole rispetto al trend. Il calo delle quotazioni petrolifere dovrebbe aiutare la Cina in quanto importatore netto”, sostiene Ness. “Alcune aziende locali, che in molti casi hanno dato prova di incredibile tenuta e adattabilità durante tutta la crisi, mostrano segnali di ritrovato ‘slancio’.”

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

In termini di proprietà intellettuale e di spesa in R&S, negli ultimi anni i mercati emergenti sono passati dall’imitazione all’innovazione, un altro fattore cruciale che gioca a loro favore nel lungo termine. “I ME stanno accogliendo l’innovazione tecnologica”, dice Ness. “Molte società dei ME stanno scavalcando quelle delle economie sviluppate in settori come l’e-commerce, i pagamenti digitali e il mobile banking.”

Secondo un rapporto di marzo del portale di notizie online Vox, la massiccia infrastruttura di e-commerce della Cina ha aiutato il paese a superare l’epidemia di coronavirus. JD.com ha dichiarato che le vendite di generi alimentari online sono più che triplicate su base annua nei 10 giorni a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Oggi, l’e-commerce cinese raccoglie una percentuale delle vendite al dettaglio molto più elevata che negli Stati Uniti.

Il mercato dei pagamenti digitali in Cina è inoltre di molte volte superiore a quello degli Stati Uniti. Più in generale, i ME hanno scavalcato anche gli Stati Uniti e il Giappone nelle domande di brevetto. I mercati emergenti sono all’avanguardia anche nelle tecnologie di trasformazione come l’intelligenza artificiale, le tecnologie per le batterie, la robotica e i supercomputer.

RESISTENZA AGLI SHOCK

Un altro motivo di ottimismo è che oggi i mercati emergenti sono molto più resistenti agli shock dei flussi di capitale. “Le riforme politiche realizzate dalle istituzioni dei ME dovrebbero aiutarle a reggere meglio le tensioni del mercato“, sostiene Sehgal. “Sin dai primi anni ‘90 i ME hanno incrementato le loro riserve di valuta estera: un pilastro importante per sostenere le valute. Molti ME hanno inoltre abolito il cambio fisso con il dollaro statunitense, riducendo così la loro vulnerabilità alla speculazione o a un rafforzamento del biglietto verde.

I ME hanno anche ridotto la dipendenza dal debito in dollari, diversificando al contempo le fonti di finanziamento e aumentando le emissioni di debito in valuta locale, aggiunge Sehgal.

POPOLAZIONI GIOVANI IN ETÀ LAVORATIVA

L’urbanizzazione di massa sta trasformando il volto dei mercati emergenti. Secondo i dati della relazione, La Tesi per gli Investimenti nei Mercati Emergenti, entro il 2025 i mercati emergenti ospiteranno oltre tre volte gli abitanti urbani rispetto al mondo sviluppato. Entro il 2050, arriveranno a ospitarne quasi il quintuplo.

“I ME hanno anche una popolazione più giovane con minori indici di dipendenza rispetto alla popolazione dei mercati sviluppati che invecchia ad un ritmo più sostenuto. Entro il 2030, l’86% della popolazione globale in età lavorativa vivrà nei mercati emergenti”, commenta Ness. “Ne emerge un quadro molto chiaro delle potenzialità di imporsi sul mercato da parte delle società più brave a seguire l’onda di questo trend globale: posizionare correttamente centri di ricerca e sviluppo (R&D) e manifatturieri, costruendo al contempo marchi che attraggono i mercati locali al consumo locale in fase di espansione oltre che il mercato globale.”

CAPACITÀ DI SPESA

Le economie emergenti stanno inoltre conquistando una quota maggiore del potere d’acquisto globale e le economie tradizionalmente sviluppate fanno fatica a tenere il passo. “Guadagnando di più, i consumatori dei ME saranno indotti a spendere parte di quella nuova ricchezza per migliorare il tenore di vita delle loro famiglie. Anche Internet e la tecnologia stanno facendo miracoli: Internet consente ai consumatori di accedere ai brand globali come non era possibile solo un decennio fa e la tecnologia mobile ne aumenta l’accessibilità”, dichiara Ness.

AZIONI A PREZZI DA OCCASIONE

L’attuale turbolenza del mercato rappresenta anche un’opportunità per gli investitori attivi in cerca di occasioni uniche. Secondo l’IIF, i prezzi delle azioni dei mercati emergenti hanno registrato ribassi record rispetto a Wall Street. “I titoli dei mercati emergenti quotano a prezzi fortemente scontati rispetto a quelli dei mercati sviluppati, offrendo agli investitori di lungo periodo interessanti opportunità d’investimento”, aggiunge Sehgal.



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