CONTRIBUTORI

David Zahn, CFA, FRM
Head of European Fixed Income, Senior Vice President, Portfolio Manager Franklin Templeton Fixed Income
Con l’approvazione di un accordo negli ultimi giorni del 2020, il Regno Unito e l’Europa hanno finalmente chiuso il capitolo sulla Brexit. L’accordo potrebbe non essere perfetto per le due parti, ma David Zahn, Head of European Fixed Income, afferma che i mercati hanno accolto con soddisfazione la fine dell’incertezza.
Quattro anni dopo il voto a favore del Regno Unito per l’uscita dall’Unione Europea (UE), si è finalmente arrivati a un accordo sulla Brexit, superando i contrasti in atto sul commercio e altre questioni ancora in sospeso tra le parti. L’accordo delinea le norme per le nuove relazioni tra il Regno Unito e l’UE in aree che comprendono i diritti per la pesca e il passaggio delle frontiere per merci e persone.
Il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha dichiarato che l’accordo concluso alla vigilia di Natale era un regalo per il paese. Pur non essendo perfetto, lo ritengo sicuramente un accordo ragionevole e che ha evitato il pericolo di un’uscita del Regno Unito senza una relazione commerciale per le importazioni ed esportazioni. Vi sono sfumature ed altre aree ancora da negoziare, ma è stato finalmente superato il punto principale per il commercio, ossia i diritti di pesca dell’UE nelle acque britanniche.
Il contributo della pesca al prodotto interno lordo (PIL) non è ingente ma ha un significato simbolico, ed era diventato una questione politica. Il nuovo accordo prevede un periodo di transizione di cinque anni e mezzo nel quale il 25% dei diritti di pesca dell’UE nelle acque britanniche sarà trasferito alla flotta del Regno Unito; successivamente, le quote saranno stabilite con colloqui annuali.
Mentre i diritti di pesca sono ancora soggetti a trattative future, i mercati finanziari hanno reagito positivamente all’annuncio dell’accordo; la sterlina inglese si è rafforzata, e l’eliminazione dell’incertezza ha fatto salire vivacemente il mercato azionario britannico. È una notizia positiva anche per il credito britannico corporate, eliminando un punto destabilizzante. Le vendite dei Gilt del Regno Unito non sono state così massicce come avremmo potuto prevedere, ma ciò è dovuto al COVID-19, che fa prevedere una crescita ancora modesta per qualche tempo.
È importante ricordare che quest’accordo riguarda solo le merci, e non i servizi. Per questi ultimi, vi sarà un test di equivalenza; ognuna delle due parti stabilirà indipendentemente se la normativa nell’altra giurisdizione soddisfa i propri standard. Sul fronte dei servizi, quindi, vi è ancora spazio per correzioni.
L’accordo sulla Brexit è indubbiamente il più importante, ma il Regno Unito ha sottoscritto anche un numero notevole di accordi commerciali con altri singoli paesi, e prevedibilmente se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi. Andando avanti, dobbiamo attenderci che il Regno Unito prenda in considerazione altre aree politiche in cui vorrà divergere dall’Europa.
Ciò detto, vi sono altre preoccupazioni che premono sulle prospettive di mercato nel breve termine: cioè la pandemia. L’economia del Regno Unito è stata quella colpita più duramente tra le economie dei G10 dal Covid-19; nel secondo trimestre 2020, il PIL ha subito una contrazione del 20%. Nonostante l’arrivo sul mercato di un vaccino, abbiamo visto riemergere i contagi, per cui i lockdown ancora non sono finiti. Altre restrizioni peseranno ancora negativamente sui risultati dell’economia britannica nel breve termine.
Mentre la saga della Brexit per il Regno Unito si è ampiamente conclusa, persistono questioni interne nel paese (comprese aree di preoccupazione per l’Irlanda del Nord e la Scozia) e ci sarà ancora da lavorare affinché l’economia possa consolidarsi ulteriormente.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi di interesse. Di conseguenza, a mano a mano che i prezzi delle obbligazioni presenti in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. Gli investimenti in titoli esteri comportano rischi particolari associati ad esempio a fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici.
