CONTRIBUTORI

Mohieddine “Dino” Kronfol
Chief Investment Officer, Global Sukuk and MENA Fixed Income, Franklin Templeton Fixed Income

Salah Shamma
Head of Investment-MENA Equity, Franklin Templeton Emerging Markets Equity
Il Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) offre valutazioni interessanti
Le caratteristiche difensive delle obbligazioni GCC si sono distinte in un anno difficile, dimostrando resilienza di fronte alla volatilità dei tassi di interesse e alle forti vendite di obbligazioni sui mercati emergenti mondiali. Le perdite del mercato obbligazionario del GCC, come dimostra l’indice FTSE MENA GCC, ammontano a poco più della metà delle perdite subite dai mercati emergenti nel complesso, misurate da JPMorgan Emerging Markets Bond Index Global Diversified (JPM EMBIGD).1 Ucraina e Russia sono Paesi lontani dal GCC e anche i legami sono limitati. Ciò detto, l’aumento dei prezzi del petrolio ha sostenuto la forza relativa dei mercati del GCC. La volatilità del mercato tuttavia ha influito sulle emissioni del GCC, con le obbligazioni e i Sukuk che hanno perso il 57% rispetto al 2021.2 Le obbligazioni GCC stanno anche perdendo quote di mercato nei confronti dei prestiti, dal 56% del 2020 al 30% attuale.3 Ci aspettiamo che le emissioni del GCC concludano l’anno sotto i 60 miliardi di USD, in ribasso rispetto alla stima precedente di 90 miliardi di USD.4
Il Regno dell’Arabia Saudita (KSA) sta sviluppando rapidamente i suoi mercati obbligazionari. L’Arabia Saudita oggi rappresenta il 52% dei mercati obbligazionari del GCC, in aumento dal 18% del 2015. Al momento è sulla buona strada per spodestare il primato della Malesia come maggiore emittente di Sukuk a livello mondiale, con il 36% delle emissioni di Sukuk globali.5 La transizione low carbon rimarrà un tema importante, e il GCC ha aumentato il suo impegno e ha iniziato a finanziare progetti che dovrebbero diversificare il mix energetico della regione e ridurre le emissioni generate dalle attività produttive che utilizzano gas e petrolio. Noi accogliamo con entusiasmo questi sviluppi, che creeranno enormi esigenze finanziarie a livello di sostenibilità, secondo le stime superiori a 200 miliardi di USD, entro il 2030.6
La Federal Reserve statunitense rimane convinta delle possibilità di un atterraggio morbido dell’economia, ma secondo noi l’inflazione potrebbe realisticamente normalizzarsi soltanto in caso di recessione, con un aumento della disoccupazione. La storia offre scarso conforto riguardo ai periodi in cui la disoccupazione è aumentata, anche se solo marginalmente. Sono pochi, ammesso che vi siano, i mercati che attualmente scontano questo rischio, compresi i mercati globali dei Sukuk e i mercati obbligazionari del GCC. Appare confortante, tuttavia, il fatto che i rendimenti assoluti delle obbligazioni GCC si stiano avvicinando al livello più alto degli ultimi 20 anni, esclusa la crisi finanziaria globale. Consideriamo le valutazioni attuali interessanti, soprattutto per gli emittenti di qualità più elevata. Nonostante i rischi, o piuttosto a causa dei forti rischi, riteniamo che gli asset a reddito fisso di qualità superiore siano ben posizionati per difendere meglio i portafogli, soprattutto quelli con mandati attivi.
La regione del GCC si mantiene resiliente
Le economie del GCC continuano a dimostrarsi resilienti in mezzo all’incertezza globale. Tenute a galla dall’aumento dei prezzi delle materie prime, da bilanci solidi e da previsioni di crescita costanti, secondo noi le pressioni inflazionistiche e le prospettive di crescita rimangono ben equilibrate nella regione. Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha rivisto le sue previsioni sull’inflazione e le sue stime per il 2022 che ora sono del 6,6% per le economie avanzate e del 9,5% per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo. Benché le economie del GCC abbiano assistito anch’esse a un rialzo dell’inflazione, la situazione rimane relativamente sotto controllo grazie al rafforzamento del dollaro USD, ai prezzi regolamentati e ai sussidi in molte economie del GCC. La previsione inflazionistica nella regione del GCC è del 3,1% per il 2022.7
Inflazione
Da gennaio 2007 a giugno 2022

Fonti: Calcoli della Global Research Library di Franklin Templeton con dati tratti da FactSet, Bloomberg, Oxford Economics, Fondo Monetario Internazionale, fonti nazionali. Comunicazioni e condizioni importanti dei fornitori di dati sono disponibili sul sito web www.franklintempletondatasources.com.
Noi sottolineiamo che le economie del GCC hanno assistito a riforme sociali e fiscali rivoluzionarie negli ultimi cinque anni allo scopo di diversificare le loro finanze e attirare investimenti dall’estero. Nonostante gli interventi decisi per equilibrare i bilanci, i governi regionali hanno continuato a focalizzarsi sulla crescita economica nel lungo termine e a implementare imponenti piani di spesa in conto capitale. Noi prevediamo che l’aumento dei prezzi del petrolio probabilmente attenuerà l’onere debitorio di alcune delle economie più in difficoltà nella regione del GCC. Per Paesi come l’Arabia Saudita, l’incremento dei prezzi del petrolio potenzia notevolmente la capacità del governo di perseguire i suoi piani di crescita e diversificazione, senza dover deviare significativamente dagli obiettivi di consolidamento fiscale. Riteniamo che le valutazioni in Arabia Saudita rimangano elevate rispetto alle medie storiche e che la notevole liquidità e il costante ottimismo degli investitori offrano supporto. Secondo la nostra analisi, la performance del mercato in futuro probabilmente dipenderà da un miglioramento nelle previsioni degli utili che supporterebbe questi livelli più elevati.
La previsione degli utili societari del GCC rimane solida per il resto del 2022, sostenuta dall’aumento dei prezzi del petrolio e dal miglioramento della domanda. Il settore bancario del GCC continua a essere il beneficiario principale del rialzo dei tassi di interesse e delle previsioni di crescita positive per la regione. Ci aspettiamo che un miglioramento dei margini e un aumento dei finanziamenti aiutino le banche del GCC.
La storia della liquidità nella regione del GCC potenzialmente è ancora ai primi capitoli. La ponderazione della regione negli indici dei mercati emergenti globali è aumentata costantemente negli ultimi cinque anni, fino ad arrivare al 7%-8%, e ci aspettiamo che si alzerà ancora, fino al 10% nel medio termine, sostenuta principalmente dall’eliminazione dei limiti applicati alle proprietà estere in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti (EAU), nonché dalle inclusioni nelle offerte pubbliche iniziali (IPO).8 Il posizionamento degli investitori nel GCC è in crescita, ma rimane ancora ridotto, anche se i prezzi elevati dell’energia, le continue riforme del mercato e una solida serie di IPO potrebbero attirare ulteriori flussi attivi nella regione. Le emissioni di IPO nel GCC hanno vissuto un 2022 degno di nota sulla scorta della solida ripresa economica, del rimbalzo dei prezzi del petrolio, del miglioramento del sentiment generale e della prosecuzione di riforme fondamentali.
Afflussi mensili
Da gennaio 2021 a giugno 2022

Fonte: Analisi di EFG Hermes basata sui dati relativi agli scambi tra Paesi.
Riteniamo che quest’anno i successi del 2021 daranno i loro frutti; l’universo di investimento del GCC si amplierà ulteriormente, così come l’accesso delle società ai mercati dei capitali. Le solide performance post-quotazione dovrebbero continuare a fornire l’impulso necessario per lo sbarco di altre IPO in cantiere.
In conclusione, nonostante le difficoltà macroeconomiche, riteniamo che si possano trovare opportunità interessanti sui mercati azionari e obbligazionari del GCC.
- Fonte: Bloomberg, al 6 settembre 2022.
- Fonte: Ibid.
- Fonte: Ibid.
- Fonti: Stima di Franklin Templeton basata sui dati di Bloomberg, settembre 2022. Non vi è alcuna garanzia che un'eventuale stima, previsione o proiezione si realizzi.
- Fonte: Bloomberg, settembre 2022.
- Fonti: Bloomberg NEF, Bloomberg Terminal; previsioni di FTIMEL. 187 mld USD di investimenti previsti dal KSA fino al 2030 e 160 mld USD previsti dagli EAU fino al 2050.
- Fonte: WEO del FMI, aprile 2022.
- Fonte: EFG Hermes, a settembre 2022.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi di interesse. Di conseguenza, man mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti, di cui i mercati di frontiera costituiscono un sottogruppo, comportano rischi più elevati legati agli stessi fattori, oltre a quelli associati in questi mercati alle dimensioni ridotte, alla minore liquidità e alla mancanza di un quadro giuridico, politico, economico e sociale consolidato a sostegno dei mercati mobiliari. I rischi associati ai mercati emergenti sono generalmente amplificati nei mercati di frontiera poiché gli elementi summenzionati (oltre a vari fattori quali la maggiore probabilità di estrema volatilità dei prezzi, illiquidità, barriere commerciali e controlli dei cambi) sono di norma meno sviluppati nei mercati di frontiera. Nella misura in cui una strategia si concentra di volta in volta su particolari Paesi, regioni, industrie, settori o tipi di investimento, può essere soggetta a un rischio più elevato di sviluppi negativi in tali aree di focalizzazione rispetto a una strategia che investe in una gamma più ampia di Paesi, regioni, industrie, settori o investimenti.
