CONTRIBUTORI

Stephen H. Dover, CFA
Head of Equities
A pochi giorni dalle elezioni americane del 3 novembre, l’argomento più discusso rimane il modo in cui i suoi risultati possono influenzare le decisioni d’investimento. Ne ho recentemente discusso con Ken Leech, CIO di Western Asset: nessuno conosce ancora i risultati elettorali né quando il candidato perdente ne prenderà atto. Stiamo comunque considerando molteplici potenziali scenari, fra i quali i seguenti:
- Inizialmente, riteniamo possibile che le tasse statunitensi non vengano incrementate. All’insediamento del presidente Barack Obama, durante la crisi finanziaria globale, l’amministrazione Obama si è concentrata prima sulla spesa pubblica e poi sulla politica fiscale. Se ciò accadrà, nella prima metà del 2021 possiamo attenderci una probabile accelerazione della crescita.
- I generosi pacchetti di stimoli post-elettorali dovrebbero riguardare anche le infrastrutture e, se Joe Biden sarà eletto presidente degli Stati Uniti, crediamo che il sostegno andrà alle iniziative in campo sanitario e ambientale, green bond inclusi.
- Riteniamo che l’attuale politica di tassi zero della US Federal Reserve (Fed) e quella di tassi negativi di molte banche centrali in tutto il mondo continueranno per un periodo di tempo significativo. Le macropolitiche della Fed, che utilizza la liquidità per acquistare obbligazioni, e i tassi d’interesse incredibilmente bassi fino al ritorno della piena occupazione, costituiscono entrambi fattori positivi per il credito alle imprese. Pensiamo che ci vorrà del tempo prima di tornare ai tassi di inflazione precedenti.
- Oggi, molti paesi sviluppati offrono rendimenti vicini allo zero o tassi d’interesse negativi, mentre i mercati cinesi offrono titoli di Stato con un rendimento intorno al 3%.
- In un’ottica di lungo termine, crediamo che la Cina ambisca a diventare un serio concorrente economico degli Stati Uniti e che si stia muovendo in quella direzione. L’apertura dei mercati azionari e obbligazionari della Cina e l’ingresso della sua valuta nel paniere del Fondo Monetario Internazionale sono passi verso l’assunzione di un ruolo di maggior rilevanza nella comunità finanziaria globale.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti in industrie in rapida crescita, quali il settore tecnologico e della salute (storicamente volatili), possono determinare fluttuazioni dei prezzi più elevate, soprattutto nel breve termine, a causa della rapidità dei cambiamenti e dello sviluppo dei prodotti nonché dei regolamenti governativi delle società che privilegiano i progressi scientifici o tecnologici o l’approvazione normativa di nuovi farmaci e strumenti medici. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi di interesse. Di conseguenza, a mano a mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. Gli investimenti in obbligazioni di rating inferiore comportano un rischio più elevato di insolvenza e perdita del capitale. Le variazioni della solidità finanziaria di un emittente obbligazionario o del rating creditizio di un’obbligazione possono influenzarne il valore. Gli investimenti in titoli esteri comportano rischi particolari associati ad esempio a fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti implicano rischi dello stesso tipo ma più elevati, oltre a rischi specifici delle aree emergenti legati alle minori dimensioni e alla minore liquidità dei mercati, nonché alla mancanza di solide strutture legali, politiche, economiche e sociali a supporto dei mercati mobiliari. Tali investimenti sono esposti a una forte volatilità dei prezzi nel corso dell’anno.
