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Anteprima

Il settore della gestione patrimoniale è stato sovvertito da due tendenze importanti: l’emergere di fondi indicizzati, noti anche come con beta a prezzo conveniente, e l’insuccesso dei gestori di portafoglio attivi nel sovraperformare costantemente i loro benchmark nel tempo. I gestori attivi tradizionali hanno dovuto riconsiderare le modalità di gestione dei loro portafogli per essere competitivi a fronte dell’emergere dell’investimento passivo. Allo stesso tempo, hanno dovuto cercare nuove modalità per differenziarsi da questi prodotti indicizzati con prezzi convenienti e fornire rendimenti degli investimenti più interessanti, o alfa, in un periodo più lungo.

Una strategia che i gestori attivi stanno utilizzando per distinguersi dalla massa consiste nell’adozione di una quota attiva elevata. In un importante documento del 2007, “Quanto è attivo il vostro gestore del fondo?”, Martijn Cremers e Antti Petajisto avevano stabilito che i portafogli che divergono in misura rilevante dai loro benchmark, o con una quota attiva elevata, tendono a sovraperformare i loro benchmark sia al lordo che al netto delle spese.1

Una quota attiva elevata tuttavia non è sufficiente. In un documento di ricerca pubblicato successivamente, Cremers e Ankur Pareek hanno dimostrato che i gestori attivi con una quota attiva elevata e che mantengono i loro titoli per lunghi periodi di tempo sono quelli che alla fine hanno il successo maggiore.2



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