CONTRIBUTORI

Sonal Desai
Chief Investment Officer, Franklin Templeton

Nikhil Mohan
Economist, Research Analyst
Franklin Templeton Fixed Income

Angelo Formiggini
Economist,
International Research Analyst

David Yuen
Director of Multi-Sector Strategy, Franklin Templeton

John Beck
Director of Global Fixed Income, Franklin Templeton

David Zahn
Head of European Fixed Income, Franklin Templeton
IN QUESTO NUMERO
Le pressioni dell’inflazione trainate dalle forniture si sono imposte sempre più all’attenzione nel corso del terzo trimestre. Nel complesso la ripresa economica globale ha continuato a procedere regolarmente, con una crescita robusta in quasi tutte le regioni del mondo. Negli Stati Uniti, la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel secondo trimestre non aveva rispettato le previsioni, ma l’espansione dell’economia è stata comunque la più rapida degli ultimi 70 anni e il PIL sia reale che nominale ha superato i massimi pre-COVID (rispettivamente di uno e cinque punti percentuali).1 Il driver della ripresa continua ad essere la spesa per i consumi, con un buon progresso della rotazione prevista dai beni ai servizi, mentre gli investimenti delle società in attrezzature sono aumentati in anticipazione di un futuro incremento della domanda dei consumatori.
Anche in Europa la spesa delle famiglie ha trainato una sana ripresa; i consumatori hanno infatti reagito con forza alla revoca delle restrizioni sulle attività. Nell’area euro vi è stata un’espansione del 2,2% su base trimestrale (t/t), con paesi periferici quali l’Italia e la Spagna che hanno sovraperformato economie core quali la Francia e la Germania; la più importante economia europea ha deluso particolarmente, frenata da interruzioni delle forniture che hanno colpito il settore auto. L’economia dell’area euro è ancora indietro del 3% circa ai livelli pre-COVID.2
La rapida diffusione della variante Delta del Covid ha provocato un brusco aumento dei contagi in numerosi paesi e negli Stati Uniti, con ripetuti annunci di nuovi “breakthrough” (le persone che hanno contratto il virus pur essendo già state vaccinate). Sono pertanto tornate le preoccupazioni per le prospettive dell’economia. Tuttavia anche nelle aree in cui si sono verificate impennate di nuovi casi, i ricoveri ospedalieri e i decessi sono rimasti ampiamente stabili, o sono comunque aumentati molto meno rispetto al numero dei contagi. Ciò conferma la forte efficacia dei vaccini nella prevenzione di gravi conseguenze per la salute del COVID, riducendo il rischio di una pressione estrema sui sistemi sanitari. La percentuale della popolazione che ha completato il ciclo di vaccinazione è arrivata attualmente al 54% negli Stati Uniti, più del 62% nell’Unione Europea (UE), 65% nel Regno Unito e più del 70% in Canada.3 Le percentuali delle vaccinazioni tendono ad essere ancora più alte nelle fasce della popolazione particolarmente vulnerabili, specificamente gli anziani.
Temi macroeconomici
- La ripresa economica continua ad essere ben radicata
Nella maggior parte delle economie sviluppate, l’ampia diffusione delle campagne vaccinali ha creato una barriera efficace contro un riemergere dei contagi di COVID, evitando impennate dei ricoveri ospedalieri e dei decessi anche quando la variante Delta ha fatto aumentare notevolmente i nuovi contagi. Riteniamo che ciò consentirà ai governi di continuare a contare su misure mirate per il controllo della pandemia, piuttosto che su restrizioni per le attività su scala più ampia. Secondo noi pertanto una ripresa globale robusta continua a progredire puntualmente.
- Le pressioni dell’inflazione sul fronte delle forniture diventano sempre più importanti
I problemi delle catene di fornitura globali continuano a provocare ritardi nelle consegne e carenze di componenti che stanno facendo salire i prezzi. Negli Stati Uniti, il ritmo della ripresa del mercato del lavoro è ancora altalenante, per cui molte società continuano ad avere problemi nel trovare personale da assumere e le retribuzioni aumentano più rapidamente in numerosi settori. Prevediamo che con gli effetti sulle forniture di questi fattori l’inflazione resterà più elevata per un periodo più lungo e l’inflazione prevista continuerà ad essere relativamente alta.
- Le banche centrali si preparano ad adeguare l’impostazione politica
Con la ripresa resiliente e i tassi di inflazione più elevati le grandi banche centrali si apprestano ad adeguare la propria impostazione politica. Ciò è accompagnato da dibattiti interni sempre più intensi tra chi è più preoccupato per il possibile rischio di una politica accomodante per l’inflazione e la stabilità finanziaria, e chi preferisce prolungare il sostegno alla ripresa dell’attività e dell’occupazione. In generale, prevediamo che la Fed darà il via al tapering prima della fine di quest’anno, con rialzi dei tassi a partire dall’anno prossimo, soprattutto se le nostre previsioni in merito all'inflazione si dimostreranno corrette.
Temi di portafoglio
- Una gestione attiva e la selettività continuano ad avere la massima priorità
Al momento attuale, le valutazioni elevate e il rischio di rialzi dei tassi rappresentano una sfida impegnativa per gli investitori, mentre settori e singole società risentiranno in modi molto diversi di una serie di fattori tecnici e macro, dall’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia a cambiamenti del comportamento dei consumatori, fino a cambiamenti politici e normativi. Resta essenziale una determinazione trainata dalla ricerca sui fondamentali di possibili opportunità di investimento.
- Capitalizzare sui vantaggi offerti da un miglioramento delle condizioni macro in settori selettivi
Il contesto macro globale continua a tendere al miglioramento, ma la distribuzione dei benefici dell’impatto non sarà uniforme. Identifichiamo opportunità interessanti nei municipal bond statunitensi, con il sostegno di un miglioramento delle finanze pubbliche locali; in mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare della ripresa sincronizzata in grandi economie sviluppati; e in settori high-yield europei selettivi, in base a una ripresa dell’attività che ancora non si riflette negli adeguamenti degli spread.
- Posizione per gestire l’aumento di volatilità
In un’ampia fascia di mercati, le valutazioni sono a massimi storici; le principali banche centrali hanno un ruolo di rilievo in quanto acquirenti non condizionati dai prezzi in varie classi di asset, e attualmente discutono sui tempi e il ritmo di un cambiamento dell’impostazione politica. Ciò che resta dell’incertezza relativa alla pandemia, i problemi persistenti sul fronte delle forniture e l'incertezza politica creano complessivamente un potenziale di notevoli picchi di volatilità per i prezzi degli asset; è necessario che gli investitori siano preparati per gestire quest’aumento di volatilità e adeguare di conseguenza i loro portafogli, quando è appropriato.
Note a piè di pagina
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Fonti: Franklin Templeton Fixed Income Research, Bureau of Economic Analysis (BEA).
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Fonte: Eurostat.
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Fonte: Our World in Data. CC BY 4.0. Al 27 settembre 2021.
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi d’interesse. Di conseguenza, man mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. Il prezzo e il rendimento di un MBS risentirà delle fluttuazioni dei tassi d’interesse e dei rimborsi anticipati delle ipoteche. In periodi di calo dei tassi d’interesse, i rimborsi anticipati del capitale tendono ad aumentare, poiché i debitori rifinanziano le proprie ipoteche a tassi più bassi; gli investitori in MBS potrebbero pertanto essere obbligati a reinvestire il capitale rimborsato a tassi d’interesse più bassi, con una conseguente riduzione del reddito. Un MBS può risentire di debitori che non pagano gli interessi e rimborsano il capitale alla scadenza. Le variazioni della solidità finanziaria di un MBS o del rating creditizio di un MBS possono influenzarne il valore. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti implicano rischi più accentuati connessi con gli stessi fattori, oltre a quelli associati alle minori dimensioni dei mercati in questione, ai volumi inferiori di liquidità. Gli investimenti in industrie in rapida crescita, quali il settore tecnologico (storicamente volatile), possono determinare fluttuazioni dei prezzi più elevate, soprattutto nel breve termine, a causa della rapidità dei cambiamenti e dello sviluppo dei prodotti, nonché dei regolamenti governativi delle società che privilegiano i progressi scientifici o tecnologici. Le variazioni della solidità finanziaria di un emittente obbligazionario o del rating creditizio di un’obbligazione possono influenzarne il valore. I rendimenti elevati riflettono i maggiori rischi di credito associati ad alcuni titoli con rating inferiore detenuti nel portafoglio. I prestiti a tasso variabile e le obbligazioni societarie ad alto rendimento hanno un rating inferiore a investment grade e sono soggetti a un rischio di insolvenza più elevato, con conseguenti possibilità di perdita del capitale, un rischio che può acuirsi in un contesto di rallentamento dell’economia.
