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IN QUESTO NUMERO

Le pressioni dell’inflazione trainate dalle forniture si sono imposte sempre più all’attenzione nel corso del terzo trimestre. Nel complesso la ripresa economica globale ha continuato a procedere regolarmente, con una crescita robusta in quasi tutte le regioni del mondo. Negli Stati Uniti, la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel secondo trimestre non aveva rispettato le previsioni, ma l’espansione dell’economia è stata comunque la più rapida degli ultimi 70 anni e il PIL sia reale che nominale ha superato i massimi pre-COVID (rispettivamente di uno e cinque punti percentuali).1 Il driver della ripresa continua ad essere la spesa per i consumi, con un buon progresso della rotazione prevista dai beni ai servizi, mentre gli investimenti delle società in attrezzature sono aumentati in anticipazione di un futuro incremento della domanda dei consumatori.

Anche in Europa la spesa delle famiglie ha trainato una sana ripresa; i consumatori hanno infatti reagito con forza alla revoca delle restrizioni sulle attività. Nell’area euro vi è stata un’espansione del 2,2% su base trimestrale (t/t), con paesi periferici quali l’Italia e la Spagna che hanno sovraperformato economie core quali la Francia e la Germania; la più importante economia europea ha deluso particolarmente, frenata da interruzioni delle forniture che hanno colpito il settore auto. L’economia dell’area euro è ancora indietro del 3% circa ai livelli pre-COVID.2

La rapida diffusione della variante Delta del Covid ha provocato un brusco aumento dei contagi in numerosi paesi e negli Stati Uniti, con ripetuti annunci di nuovi “breakthrough” (le persone che hanno contratto il virus pur essendo già state vaccinate). Sono pertanto tornate le preoccupazioni per le prospettive dell’economia. Tuttavia anche nelle aree in cui si sono verificate impennate di nuovi casi, i ricoveri ospedalieri e i decessi sono rimasti ampiamente stabili, o sono comunque aumentati molto meno rispetto al numero dei contagi. Ciò conferma la forte efficacia dei vaccini nella prevenzione di gravi conseguenze per la salute del COVID, riducendo il rischio di una pressione estrema sui sistemi sanitari. La percentuale della popolazione che ha completato il ciclo di vaccinazione è arrivata attualmente al 54% negli Stati Uniti, più del 62% nell’Unione Europea (UE), 65% nel Regno Unito e più del 70% in Canada.3 Le percentuali delle vaccinazioni tendono ad essere ancora più alte nelle fasce della popolazione particolarmente vulnerabili, specificamente gli anziani.

Temi macroeconomici

  • La ripresa economica continua ad essere ben radicata
    Nella maggior parte delle economie sviluppate, l’ampia diffusione delle campagne vaccinali ha creato una barriera efficace contro un riemergere dei contagi di COVID, evitando impennate dei ricoveri ospedalieri e dei decessi anche quando la variante Delta ha fatto aumentare notevolmente i nuovi contagi. Riteniamo che ciò consentirà ai governi di continuare a contare su misure mirate per il controllo della pandemia, piuttosto che su restrizioni per le attività su scala più ampia. Secondo noi pertanto una ripresa globale robusta continua a progredire puntualmente.
     
  • Le pressioni dell’inflazione sul fronte delle forniture diventano sempre più importanti
    I problemi delle catene di fornitura globali continuano a provocare ritardi nelle consegne e carenze di componenti che stanno facendo salire i prezzi. Negli Stati Uniti, il ritmo della ripresa del mercato del lavoro è ancora altalenante, per cui molte società continuano ad avere problemi nel trovare personale da assumere e le retribuzioni aumentano più rapidamente in numerosi settori. Prevediamo che con gli effetti sulle forniture di questi fattori l’inflazione resterà più elevata per un periodo più lungo e l’inflazione prevista continuerà ad essere relativamente alta.
     
  • Le banche centrali si preparano ad adeguare l’impostazione politica
    Con la ripresa resiliente e i tassi di inflazione più elevati le grandi banche centrali si apprestano ad adeguare la propria impostazione politica. Ciò è accompagnato da dibattiti interni sempre più intensi tra chi è più preoccupato per il possibile rischio di una politica accomodante per l’inflazione e la stabilità finanziaria, e chi preferisce prolungare il sostegno alla ripresa dell’attività e dell’occupazione. In generale, prevediamo che la Fed darà il via al tapering prima della fine di quest’anno, con rialzi dei tassi a partire dall’anno prossimo, soprattutto se le nostre previsioni in merito all'inflazione si dimostreranno corrette.

Temi di portafoglio

  • Una gestione attiva e la selettività continuano ad avere la massima priorità
    Al momento attuale, le valutazioni elevate e il rischio di rialzi dei tassi rappresentano una sfida impegnativa per gli investitori, mentre settori e singole società risentiranno in modi molto diversi di una serie di fattori tecnici e macro, dall’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia a cambiamenti del comportamento dei consumatori, fino a cambiamenti politici e normativi. Resta essenziale una determinazione trainata dalla ricerca sui fondamentali di possibili opportunità di investimento.
     
  • Capitalizzare sui vantaggi offerti da un miglioramento delle condizioni macro in settori selettivi
    Il contesto macro globale continua a tendere al miglioramento, ma la distribuzione dei benefici dell’impatto non sarà uniforme. Identifichiamo opportunità interessanti nei municipal bond statunitensi, con il sostegno di un miglioramento delle finanze pubbliche locali; in mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare della ripresa sincronizzata in grandi economie sviluppati; e in settori high-yield europei selettivi, in base a una ripresa dell’attività che ancora non si riflette negli adeguamenti degli spread.
     
  • Posizione per gestire l’aumento di volatilità
    In un’ampia fascia di mercati, le valutazioni sono a massimi storici; le principali banche centrali hanno un ruolo di rilievo in quanto acquirenti non condizionati dai prezzi in varie classi di asset, e attualmente discutono sui tempi e il ritmo di un cambiamento dell’impostazione politica. Ciò che resta dell’incertezza relativa alla pandemia, i problemi persistenti sul fronte delle forniture e l'incertezza politica creano complessivamente un potenziale di notevoli picchi di volatilità per i prezzi degli asset; è necessario che gli investitori siano preparati per gestire quest’aumento di volatilità e adeguare di conseguenza i loro portafogli, quando è appropriato.
     

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