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Gli sviluppi nei primi mesi dell’anno hanno confermato le prospettive cautamente ottimistiche che abbiamo delineato nelle nostre precedenti Views trimestrali, riposizionando i rischi macroeconomici e di investimento a medio e breve termine. Le campagne di vaccinazione hanno rapidamente accelerato il passo negli Stati Uniti e in diversi altri paesi, ponendo le basi per la riapertura delle attività nei prossimi mesi. All’inizio di gennaio, i democratici statunitensi hanno preso il controllo del Senato vincendo entrambi i ballottaggi in Georgia e hanno lanciato il più grande piano di espansione fiscale mai visto in tempo di pace; hanno approvato una legge di stimolo fiscale da 1.900 miliardi di dollari, compresa una vasta gamma di pagamenti alle famiglie e agli Stati; ora, infine, stanno discutendo un pacchetto di infrastrutture da 3.000 miliardi di dollari. Nel frattempo, la Federal Reserve degli Stati Uniti (Fed) ha ribadito che, indipendentemente dall’entità dello stimolo fiscale, manterrà la sua posizione estremamente accomodante fino a quando la ripresa del mercato del lavoro non si sarà estesa alle categorie svantaggiate e l’inflazione non avrà superato il tasso prefissato per qualche tempo.

Con bilanci familiari già a livelli elevati e un’economia che ha finora dimostrato la sua capacità di recupero, crediamo che questo afflusso record di stimoli politici aumenti notevolmente le possibilità di un surriscaldamento dell’economia statunitense nel corso di questo e del prossimo anno. Il dibattito sulla reflazione, ancora latente tremesi fa, è ora entrato nel vivo. Il consenso poggia ancora sulla rassicurante visione ufficiale della Fed: le aspettative di inflazione rimarranno ben ancorate, le pressioni salariali si confermeranno moderate, il rimbalzo dell’inflazione sarà temporaneo e la Fed aggiusterà con gradualità le politiche una volta che avrà raggiunto i suoi obiettivi. Sarebbe fantastico, ma crediamo che ora sarebbe sconsiderato ignorare i rischi - il governo sta fornendo una quantità impressionante di stimoli a un’economia già in ripresa, in un momento nel quale i prezzi delle materie prime sono già in aumento, per effetto sia della ripresa globale che della contrazione dell’offerta causata dalla pandemia. Il rimbalzo dell’inflazione potrebbe superare le aspettative; se ciò accadrà e la politica resterà fortemente accomodante, le aspettative inflazionistiche potrebbero superare le previsioni della Fed. Nel frattempo, un aumento molto significativo del debito pubblico accentuerà l’incertezza macroeconomica.

I mercati obbligazionari hanno iniziato a ponderare alcuni di questi rischi. I rendimenti dei Treasury USA a 10 anni (UST) sono balzati verso l’alto, superando anche le nostre aspettative superiori a quelle consensuali, e la maggior parte degli analisti ha rivisto al rialzo le sue previsioni di fine anno. Per ora i rendimenti si sono stabilizzati, con i mercati in fase attendista, ma pensiamo che prevalgano ancora i rischi di un nuovo aumento, superiore al consenso, e un’esposizione contenuta alla duration rimane un elemento chiave della nostra strategia di investimento.

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