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Anteprima

Gli effetti della guerra in Ucraina si estendono ben oltre l’Europa. Nelle economie sia sviluppate che emergenti l’invasione da parte della Russia ha sovralimentato i prezzi dell’energia e delle materie prime, e modificato le alleanze geopolitiche. Per i mercati obbligazionari, a loro volta, è stato uno dei trimestri peggiori degli ultimi quaranta anni, considerando che l’inflazione è diventata la preoccupazione predominante, al posto della deflazione.1 I timori di una recessione sono aggravati anche dall’appiattimento delle curve dei rendimenti globali. Nel numero di Macro Perspectives per il secondo trimestre, parliamo delle prospettive per una recessione nel breve termine.2 Per questa edizione dedicata ai Mercati obbligazionari, ci concentriamo sull’impatto del passaggio a un futuro a zero emissioni di carbonio sul debito sovrano in Europa, l’importanza dei fondamentali creditizi tra le società che operano nell’estrazione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e come gli aumenti dei tassi stiano portando a risultati diversi nei mercati emergenti. Ogni tema è illustrato da specialisti in obbligazioni di uno dei nostri gestori del reddito fisso.

La svolta verde dell’Europa

Prima della guerra, la Russia era il maggior fornitore di gas naturale europeo, e l’Europa era il principale cliente per il gas russo. Dopo l’invasione da parte della Russia, la svolta a favore dell’energia verde in Europa sta ora accelerando. Abbiamo affidato a David Zahn, Head of European Fixed Income and Sustainability per Franklin Templeton Fixed Income il commento del percorso macroeconomico. Considerando che la Germania rimanda al 2035 il suo obiettivo di elettricità3 rinnovabile al 100%, David spiega i motivi per cui l’Unione Europea vuole incanalare un capitale maggiore in progetti per l’energia nucleare e il gas tramite etichette verdi dell’UE.4 Queste fonti di energia serviranno come complemento per le forniture intermittenti di energia da fonti rinnovabili eoliche e solari.

Lo swing producer mondiale

Con la sua abbondanza di sabbie bituminose, gli Stati Uniti possono esercitare un impatto sui prezzi globali del petrolio come importante swing producer. Il settore statunitense del petrolio e del gas, tuttavia, non è entusiasta di questo ruolo, nonostante gli inviti del governo ad aumentare le perforazioni.5 Perché? Western Asset Management spiega come i precedenti cicli di prezzo del petrolio determinati dall’OPEC6 siano stati la causa di dolorose bancarotte e declassamenti dei rating delle obbligazioni nell’intero settore del petrolio di scisto. Per evitare che ciò si ripeta, gli investitori obbligazionari chiedono una maggiore disciplina del capitale da parte dei dirigenti di società che operano nell’estrazione di petrolio di scisto. Ciò potrebbe costituire un freno per la capacità degli Stati Uniti di aumentare rapidamente la produzione di petrolio nel breve termine.

Il dilemma dell’inflazione

Concentrandosi sui mercati emergenti, Alberto Bonquin, credit analyst di Brandywine Global, spiega perché certi titoli sovrani ad alto rendimento, ad esempio del Sudafrica, stiano beneficiando della forte propensione di investitori esteri ad acquistare metalli come il palladio. L’aumento dei prezzi delle materie prime, tuttavia, è una lama a doppio taglio per titoli sovrani investment grade, ad esempio del Cile. Mentre sono necessari altri aumenti dei tassi da parte della banca centrale cilena per far fronte all’inflazione, il debito sovrano del Cile attualmente ci sembra meno interessante, visti i rendimenti più bassi. E passando alla Cina: abbiamo incluso un riquadro laterale dedicato all’investimento cinese in Ucraina, a cura di Tracy Chen, gestore di portafoglio di Brandywine Global. Tracy spiega i legami profondi tra Cina e Ucraina, e i motivi per cui è improbabile che il Presidente Xi Jinping violi intenzionalmente le sanzioni imposte alla Russia, tenendo conto dell’instabilità dell’economia interna.

Stephen Dover, CFA
Chief Market Strategist,
Franklin Templeton Investment Institute



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