CONTRIBUTORI

Mohieddine Kronfol
Chief Investment Officer, Global Sukuk and MENA Fixed Income
INTRODUZIONE
Prima di dare un’occhiata al nuovo anno e a quel che potrebbe riservarci, forse vale la pena di dedicare un po’ di tempo all’anno passato e ai nostri pensieri di allora. Come disse una volta la poetessa e attivista americana Maya Angelou, “non sai veramente dove stai andando finché non capisci dove sei stato.”
All’inizio del 2021 eravamo preoccupati per i tassi di interesse troppo bassi e forse i mercati sottovalutavano le attese di crescita. Credevamo che crescita e prezzo del petrolio avrebbero sostenuto i titoli di credito del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC)1 ed eravamo assolutamente ottimisti circa la riforma strutturale. Temevamo che le valutazioni, già elevate in alcuni settori, potessero alimentare la volatilità. Infine, naturalmente, il coronavirus era un rischio costante malgrado gli effetti sempre più blandi.
E a fine anno? Spostiamo lo sguardo sul presente: la crescita non ha deluso, ma è stata meno uniforme del previsto. Alcuni mercati emergenti hanno sottoperformato, forse a causa di alcune politiche errate (come nel caso di Cina e Turchia) o di ritardi nella somministrazione dei vaccini. Gli asset rischiosi sono andati bene e, malgrado le valutazioni ancora alte, la dispersione tra un mercato e l’altro e in seno ai singoli mercati potrebbe creare qualche opportunità. I tassi di interesse sono saliti solo leggermente, molto strano considerando la crescita degli Stati Uniti, il rialzo dell’inflazione e la svolta della Federal Reserve (Fed) in materia di politica monetaria.
La riforma strutturale nei Paesi del Golfo continua a sorprendere in positivo e gli ultimi annunci in occasione del 50° anniversario degli EAU sono particolarmente incoraggianti. Il rimbalzo del prezzo del petrolio ha sicuramente dato man forte all’area, consentendo importanti progressi in termini di bilanci, bilance delle partite correnti ed emissione di obbligazioni sovrane.
Note a piè di pagina
- Il Consiglio di Cooperazione del Golfo è un'organizzazione intergovernativa regionale a carattere politico ed economico cui appartengono Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU).
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi d’interesse. Di conseguenza, man mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti, di cui i mercati di frontiera costituiscono un sottogruppo, comportano rischi più elevati legati agli stessi fattori, oltre a quelli associati in questi mercati alle dimensioni ridotte, alla minore liquidità e alla mancanza di un quadro giuridico, politico, economico e sociale consolidato a sostegno dei mercati mobiliari. I rischi associati ai mercati emergenti sono generalmente amplificati nei mercati di frontiera poiché gli elementi summenzionati (oltre a vari fattori quali la maggiore probabilità di estrema volatilità dei prezzi, illiquidità, barriere commerciali e controlli dei cambi) sono di norma meno sviluppati nei mercati di frontiera. Nella misura in cui una strategia si concentra di volta in volta su particolari Paesi, regioni, industrie, settori o tipi di investimento, può essere soggetta a un rischio più elevato di sviluppi negativi in tali aree di focalizzazione rispetto a una strategia che investe in una gamma più ampia di paesi, regioni, industrie, settori o investimenti.
Le società e/o i case study citati in questo numero sono utilizzati a scopo puramente illustrativo; al momento non sono necessariamente detenuti investimenti da alcun portafoglio cui Franklin Templeton fornisce consulenza. Le informazioni fornite non costituiscono una raccomandazione o una consulenza finanziaria individuale per un titolo, una strategia o un prodotto d’investimento particolare e non costituiscono un’indicazione delle intenzioni di negoziazione di alcun portafoglio gestito da Franklin Templeton.
