In sintesi
- Dalla metà del 2021 fino a tutto il 2022 una serie di fattori ha spinto il dollaro USA ad attraversare una fase di forti rialzi. I differenziali di crescita hanno favorito gli Stati Uniti, in particolare a causa del prolungato blocco del COVID in Asia e, a partire dall’inizio del 2022, degli effetti della guerra russo-ucraina che hanno frenato la crescita in altre regioni. Anche i differenziali dei tassi di interesse hanno favorito il dollaro, soprattutto perché il 2022 è stato segnato da una costante revisione al rialzo dell’andamento dei tassi dei fed funds. Il biglietto verde ha beneficiato anche di alcuni flussi percepiti come beni rifugio a causa del conflitto tra Russia e Ucraina. Tali fattori spiegano il sostegno al dollaro, ma riteniamo che questa divisa si sia spinta troppo in alto e abbia raggiunto livelli di valutazione estremi, arrivando a chiudere il 2022 ai massimi pluridecennali rispetto ad alcune valute. Alcuni segnali di inversione di rotta sono emersi verso la fine dello scorso anno quando, negli ultimi due mesi dell’anno, il dollaro ha manifestato uno spiccata tendenza ribassista.
- A nostro avviso, nonostante questi ribilanciamenti, la valuta mantiene una valorizzazione molto elevata e continuerà a indebolirsi. A medio termine riteniamo che alcuni fondamentali propri degli Stati Uniti che sostengono il dollaro si dissolveranno parzialmente, per esempio la crescita USA sta rallentando e il tasso terminale dei fed fund ha ormai raggiunto livelli di valutazione più realistici. Lo stallo politico negli Stati Uniti potrebbe inoltre compromettere la piena attuazione delle politiche nel prossimo biennio.
- A rivalutarsi rispetto al dollaro potrebbero essere diverse valute, ma riteniamo che quelle asiatiche in particolare sapranno sfruttare al meglio il trend ribassista del biglietto verde. In generale, l’Asia presenta solidi fondamentali economici, tra cui l’equilibrio dei conti pubblici, bassi rapporti di indebitamento con l’estero, forti posizioni delle partite correnti, bassi tassi di inflazione e un’elevata crescita relativa.
- A questi vantaggi strutturali, si aggiungono poi fattori ciclici che dovrebbero giovare alla regione. La robusta crescita che attende presumibilmente sia il Giappone che la Cina - le due maggiori economie della regione - permetterà loro di risalire la china dopo i lockdown protrattisi nel tempo. Anche i paesi vicini ne beneficieranno. Diverse valute della regione dovrebbero apprezzarsi, ma a nostro avviso sarà soprattutto lo yen giapponese - sceso ai minimi di molti decenni nel corso del 2022 - a trovare nuovo supporto. Con la risalita dell’inflazione e la conseguente ripartenza dell’economia, riteniamo che la Bank of Japan potrebbe dover riconsiderare la sua decennale politica di espansione monetaria; inoltre, il 2023 sarà segnato dal probabile sorpasso della crescita giapponese rispetto a quella statunitense.
- Tra i rischi che minacciano queste prospettive positive delle valute asiatiche vi sono un’escalation delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, fattori idiosincratici in Paesi specifici e qualsiasi deviazione significativa dalle aspettative dei tassi d’interesse statunitensi.
Global Macro Shifts è una pubblicazione basata su ricerche sulle economie globali, che comprende analisi e opinioni del Dr. Michael Hasenstab e di membri senior di Templeton Global Macro (TGM). Il Dr. Hasenstab e il suo team gestiscono le strategie obbligazionarie globali di Templeton, inclusi reddito fisso unconstrained, valute e global macro. Questo team di economisti, formatisi in alcune delle migliori università del mondo, integra l’analisi macroeconomica globale con un’approfondita ricerca geografica allo scopo di identificare gli squilibri di lungo termine che si traducono in opportunità d’investimento.
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