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Il prossimo decennio assisteremo probabilmente a un moltiplicarsi delle iniziative per dissociare le due maggiori economie del mondo. La tecnologia gioca un ruolo centrale in questa battaglia. La risposta della Cina sarà quella di accelerare gli sforzi per ridurre la propria dipendenza dalla tecnologia occidentale, mentre è improbabile che gli Stati Uniti abbandonino il loro attuale atteggiamento aggressivo. In vista del 2021, consideriamo di seguito alcune aree in cui a nostro avviso la tecnologia sarà l’aspetto determinante nella lotta per il potere globale.

Semiconduttori: il componente sottovalutato

Nel 2018 l’industria elettronica mondiale valeva 5.200 miliardi di dollari1, con in testa la Cina, gli Stati Uniti e il Giappone. L’elettronica è cruciale per quasi tutti i settori dell’economia e riveste quindi un’importanza strategia. Purtroppo dipende totalmente dai semiconduttori, un componente sottovalutato ma fondamentale, il cui mercato globale valeva 412 miliardi di dollari2 nel 2019. Uno dei motivi per cui la catena di produzione dei semiconduttori ha funzionato così bene negli ultimi 20 anni è che, dopo diverse interazioni, il settore si è dato una chiara divisione del lavoro, con le aziende che si sono specializzate in diversi ambiti. I vantaggi del contenimento dei costi e di uno sviluppo più rapido sono stati condivisi lungo tutta la filiera, in molti paesi e fusi orari, dando vita a prodotti di alta qualità e a prezzi competitivi per i consumatori. Uno dei requisiti fondamentali di una tale catena di produzione è, naturalmente, la combinazione di libero scambio e libertà di associazione, ovvero la libertà di firmare contratti con qualsiasi impresa in qualsiasi parte del mondo. Questa possibilità è giunta al termine, poiché gli obiettivi geopolitici costituiscono sempre più spesso una fonte di interferenza e di ostacolo.

Quale risultato di questa specializzazione, vi sono stadi della catena di produzione in cui una singola azienda detiene una posizione ampiamente dominante. Ciò crea strozzature che sono adesso molto chiare ai governi di tutto il mondo, come dimostrano le misure prese sia dagli Stati Uniti che dal Giappone per impedire l’accesso ad alcuni componenti della catena per motivi geopolitici.

I maggiori protagonisti della filiera dei semiconduttori hanno sede negli Stati Uniti, in Corea del Sud, in Giappone, a Taiwan, nell’Unione europea e, più recentemente, in Cina. A seguito delle mosse intraprese da Washington per bloccare l’accesso delle aziende cinesi alla proprietà intellettuale statunitense, la struttura del settore si sta disgregando. Il valore per gli azionisti è in pericolo e sia i team di gestione che gli investitori devono lavorare d’intuito per individuare percorsi alternativi intorno a questi sviluppi.

Robotica

Secondo la International Federation of Robotics (IRF), il fatturato globale del mercato della robotica, compresi sistemi robotizzati, software e periferiche, ha raggiunto i 50 miliardi di dollari3 nel 2019. Lo stock operativo di 2,7 milioni di robot industriali è distribuito in modo eterogeneo a livello globale, con il 62% in Asia, il 21% in Europa e il 17% nelle Americhe alla fine del 2019.

Data l’entità dello scollamento economico tra Cina e Stati Uniti che proseguirà anche nel 2021, si dovranno effettuare investimenti significativi per ristrutturare le filiere produttive, con il trasferimento degli impianti dalla Cina ad altri paesi asiatici o persino nuovamente negli Stati Uniti. Con l’avanzare di questo processo, ci sarà inevitabilmente un’adozione radicale della tecnologia dell’automazione in tutti i settori, con pesanti ripercussioni sui mercati del lavoro a seguito della diffusione dei benefici di costo e di efficienza in molti comparti produttivi. Nel corso del prossimo decennio, i paesi più interessati dall’invecchiamento demografico (Giappone, Cina, Germania, Italia, Polonia e Repubblica Ceca) avranno la possibilità di accelerare questo processo, in quanto la loro popolazione attiva è destinata a ridursi. Le economie con una popolazione di “mezza età” (Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Canada) dovranno contemperare attentamente il ritmo di adozione dell’automazione con programmi di riqualificazione e di assistenza sociale, per ridurre al minimo le tensioni sociali. I più colpiti sono i paesi con una popolazione giovane e meno istruita e con una debole capacità di governo. Bangladesh, Pakistan e India sembrano i più esposti, ma anche Indonesia, Brasile e Messico appaiono poco preparati alla sfida che li attende. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO)4, il 56% dei posti di lavoro nei cinque paesi ASEAN di Cambogia, Indonesia, Filippine, Thailandia e Vietnam sono ad alto rischio a causa dell’automazione.

Medtech

Secondo Statista5, il mercato mondiale della telemedicina valeva 45,5 miliardi di dollari nel 2019 e dovrebbe quasi quadruplicare il proprio valore a 175 miliardi di dollari nel 2026. La linea di demarcazione tra medicina e tecnologia è sempre più sfumata. Nel contesto dell’attuale conflitto geopolitico, la tecnologia sanitaria e medica è al centro del campo di battaglia. Il COVID-19 non ha fatto altro che accendere i riflettori sulla questione, poiché il primo paese a sviluppare un vaccino sicuro ed efficace rafforzerà chiaramente la sua posizione diplomatica e sarà in grado di influenzare la capacità di terzi di affrontare la pandemia. Da qui gli evidenti tentativi di hackerare alcuni istituti di ricerca scientifica e imprese di alto profilo.

La tecnologia per favorire le comunicazioni esiste già, ma rimane ampiamente sottoutilizzata, fuorché per le consultazioni di base, presumibilmente a causa dell’inerzia e delle limitazioni percepite nella raccolta dei dati. Ma il problema non è la raccolta dei dati. Molti braccialetti usati di routine misurano la pressione arteriosa e il battito cardiaco per cercare aritmie; alcuni misurano i livelli di emoglobina per rilevare l’anemia. L’aspetto più importante è che i pazienti si sono dimostrati estremamente sensibili al rischio di veder compromessa la propria cartella clinica. Che si tratti di una malattia o di un intervento chirurgico, la maggior parte preferisce tenere queste informazioni private. Ciò significa che la sicurezza informatica assumerà probabilmente un’estrema importanza nel 2021 e oltre quale strumento per creare fiducia nel settore della telemedicina.

Informatica quantistica

Le dimensioni dell’informatica quantistica per usi aziendali sono ancora molto ridotte, ma l’ampiezza del suo impiego è impressionante: scienze naturali, automotive, produzione manifatturiera, ingegneria civile e petrolio e gas sono a oggi i maggiori utilizzatori6. L’opinione prevalente nel settore è che si registra un’accelerazione in aree come le scienze dei materiali, la chimica e la farmaceutica, dove sarà implementata prima nella consegna dei farmaci, piuttosto che nella loro scoperta. Uno dei propulsori fondamentali è l’ottimizzazione, l’altro l’elaborazione del linguaggio naturale. A marzo 2019 la Cina aveva superato tutti gli altri paesi in termini di finanziamenti pubblici per la ricerca nel campo dell’informatica quantistica7.

Le agenzie di intelligence occidentali nutrono grandi apprensioni per l’esplicito impegno della Cina a raggiungere una posizione di leadership in questo campo. Si ritiene che Pechino stia perseguendo un partenariato civile-militare nell’innovazione, nella ricerca e nello sviluppo; le forze armate cinesi ritengono infatti che la prossima guerra sarà vinta con l’uso delle innovazioni tecnologiche, anche in campi “sperimentali”. Se raggiunta, la leadership nell’informatica quantistica darà alla Cina un vantaggio nelle operazioni di intelligence offensiva e di crittografia. I risultanti sistemi di armamenti avanzati accresceranno le opzioni geopolitiche e di combattimento di Pechino, minacciando l’Occidente. Questo timore si tradurrà in una maggiore attenzione da parte dei governi in futuro; sarà dunque necessario monitorare quest’area nel 2021.



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