CONTRIBUTORI

Alastair Reynolds
Portfolio Manager, Global Emerging Markets
Una domanda che gli investitori hanno posto recentemente, soprattutto negli Stati Uniti, dove le azioni domestiche sono state sul piede di guerra, è “il 2021 sarà l’anno dei mercati emergenti?” Secondo noi la risposta è sì, ma è necessario guardare oltre le nozioni tradizionali dell’asset class.
I paesi dei mercati emergenti non sono identici tra loro
Parliamo di un paio di aspetti che vale la pena di ricordare agli investitori. Primo, i mercati emergenti non dovrebbero essere considerati uniformi, poiché non tutti i paesi con mercati emergenti sono stati creati uguali. Prendiamo per esempio quest’anno: in Cina, Corea del Sud e Taiwan dall’inizio dell’anno tutti i mercati azionari sono saliti del 25%, mentre nel Brasile sono scesi più del 25%1. Non sorprende che i tre mercati che sono andati bene abbiano gestito il COVID-19 meglio della maggior parte degli altri paesi mondiali, e ora stiano chiudendo con un’attività economica allo stesso livello di quella pre-pandemica. Ciò ha portato a una forte crescita degli utili per azione (EPS) delle società in questi tre paesi, molto più forte delle controparti negli Stati Uniti e in Europa.
Secondo, i mercati emergenti sono cambiati rispetto a quelli che gli investitori conoscevano in passato. Non sono più sinonimi semplicemente di produzione della vecchia economia, principalmente materie prime e manifattura, e si tratta invece di un’asset class con numerose società di classe mondiale, proprietà intellettuali all’avanguardia nel settore e attività innovative. E forse l’immagine più eloquente della differenza si ottiene confrontando la composizione dell’indice di 10 anni fa con quella odierna.
Nel 2010 i settori della tecnologia, dei beni di consumo voluttuari e delle comunicazioni rappresentavano complessivamente il 27% dell’indice, mentre oggi rappresentano il 52%2. Ancora più entusiasmante è la composizione delle società sottostanti, che si è trasformata fino a diventare il settore nel quale vediamo la maggior parte delle opportunità nei mercati emergenti.
Trend secolari si impongono all’attenzione
Come investitori bottom-up, fondamentali nel lungo termine, i temi pluridecennali della sostenibilità planetaria, della tecnologia e dell’urbanizzazione sono i catalizzatori sui quali si basano le entusiasmanti opportunità di lungo termine che ravvisiamo nei mercati emergenti. Per il 2021, le opportunità che ravvisiamo saranno probabilmente un proseguimento di quelle che sono state vincenti nel 2020, dove la pandemia ha indotto un’accelerazione dei trend secolari nei nostri sottotemi tecnologici di innovazione digitale, cloud computing e società internet.
Continueremo anche probabilmente a vedere uno spostamento strutturale nel settore auto globale, dove tutti i principali produttori di parti originali hanno già lanciato o hanno in programma il lancio di varie vetture elettriche (EV). Le vetture elettriche costituiscono in effetti un’opportunità di crescita notevole, considerando il focus sulle emissioni di carbonio in tutto il mondo. Le società dei mercati emergenti sono i fornitori chiave di quello che è forse il componente più vitale per una vettura elettrica: la batteria. Quattro dei cinque maggiori produttori mondiali di batterie per vetture elettriche si trovano nei mercati emergenti e continueranno prevedibilmente a dominare il settore, con la supremazia delle loro proprietà intellettuali nella produzione di queste batterie.
Dovunque vi sia opportunità c’è anche un rischio. Lo State Administration for Market Regulation, un organismo regolamentare cinese, ha recentemente pubblicato una bozza di regolamentazione mirata a prevenire un comportamento monopolistico di piattaforme internet. La regolamentazione delle attività basate su internet è un argomento live in tutto il mondo, non soltanto in Cina. Le proposte della Cina non contengono nulla di particolarmente allarmante, ma questa bozza arriva immediatamente dopo una bozza di regolamentazione finanziaria. Ciò serve a ricordare che lo Stato intende svolgere un ruolo attivo nel modellare le norme per l’impegno delle dinamiche attività del settore privato cinese.
L’importanza del commercio intraregionale
Nel frattempo, il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ha fatto salire i mercati emergenti con l’inizio del 2021. Le previsioni per le relazioni commerciali internazionali degli Stati Uniti durante una presidenza Biden sono ottimiste. Il presidente Trump ha tuttavia ricordato che resterà in carica fino a gennaio 2021, emettendo un ordine esecutivo che impedisce ai soggetti statunitensi di negoziare titoli di qualsiasi società che sia stata identificata dal governo come una società militare della Cina comunista. L’elenco mette al bando 31 società, con ulteriori possibili aggiunte possibili che l’ordine entri in vigore a gennaio 2021. Sarà interessante vedere come gestirà Biden le relazioni tra Stati Uniti e Cina che sta ereditando.
A nostro giudizio tuttavia le relazioni tra i due paesi sono un rischio headline, le società cinesi che ci interessano maggiormente non sono concentrate sul commercio con gli Stati Uniti bensì con altri paesi della regione. Ciò è allineato al commercio intra-regionale che sta diventando un driver quanto mai importante per la crescita nell’asset class, come dimostra anche il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) che era stata sottoscritto in un summit virtuale ospitato dal Vietnam a novembre. Il RCEP riunisce i dieci membri esistenti dell’Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) in un partenariato con Corea del Sud, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. L’accordo è significativo principalmente per la sua portata, includendo quasi un terzo della popolazione mondiale e il 29% del PIL globale.
Riapertura delle economie
Con la vaccinazione di massa contro il COVID-19 nel 2021 si dovrebbe assistere al ritorno a una certa normalità dell’attività economica. La forte ripresa della crescita che risulterà dalla riapertura delle economie dovrebbe essere positiva per i mercati emergenti, e inoltre prevediamo che i tassi di interesse rimarranno bassi.
E allora, questo è “l’anno dei mercati emergenti?” Secondo noi, la risposta è sì, comunque non si tratta necessariamente dell’asset class, piuttosto delle società di classe mondiale e con un ricco patrimonio di proprietà intellettuali che ne fanno parte. Sono le società che secondo noi saranno in testa non solo nel 2021, ma ancora per molti altri anni.
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Fonte: Indice MSCI per società a grande e media capitalizzazione, 30 novembre 2020. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire in un indice. Non tengono conto di commissioni, spese od oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di rendimenti futuri.
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Fonte: Indice MSCI, 31 dicembre 2010 e 31 ottobre 2020.
QUALI SONO I RISCHI?
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Treasury USA (UST) sono obbligazioni di debito dirette emesse e garantite dalla piena fiducia e dal credito del governo degli Stati Uniti. Il governo degli Stati Uniti garantisce il capitale e i pagamenti di interessi sui Treasury USA quando i titoli sono detenuti fino alla scadenza. A differenza dei Treasury USA, i titoli di debito emessi dalle agenzie federali e da enti paragovernativi e gli investimenti associati possono essere garantiti, ma non obbligatoriamente, dalla piena fiducia e dal credito del governo degli Stati Uniti. Anche quando il governo degli Stati Uniti garantisce il capitale e i pagamenti di interessi sui titoli, tale garanzia non si applica a perdite risultanti da cali del loro valore di mercato.
