Passa ai contenuti

Chi mi conosce sa che ogni domenica, da qualche parte nel nord di Londra, sono in piedi sulla linea laterale di un campo da calcio, sorridendo per la supremazia della mia squadra giovanile U11 sugli avversari o masticando furiosamente una chewing gum e chiedendomi come potrei dare una svolta all’esito della partita. Ultimamente, dopo due settimane di sconfitte consecutive, come allenatore della squadra ho deciso di cambiare completamente la formazione e il gioco di posizione, dando una svolta radicale a 180 gradi alla strategia. E sono felice di poter dire che, finora, ha funzionato! Siamo tornati a vincere, e, cosa più importante, è tornato anche il sorriso sul volto dei miei giovani giocatori.

Mentre scrivo questo blog, le mie prospettive per il 2023 sono alquanto simili a quelle dello stesso periodo nell’anno passato. Mentre le mie previsioni per gli ETF nel 2022 si sono rivelate perlopiù corrette (clicca sul link per leggere), sembra certo che, alla luce di quello che è avvenuto nel 2022, il 2023 richiederà un approccio più tattico, e forse un altro cambiamento radicale della strategia!

Prevediamo che il 2023 potrebbe non essere privo di ostacoli per i mercati finanziari globali. Secondo noi sarà un anno adatto per giocare in difesa, puntando al massimo reddito e cercando tatticamente un indebolimento del dollaro statunitense, per passare a una possibile allocazione sui mercati emergenti (ME).

Queste sono pertanto le mie previsioni per il settore.

1. Gli ETF Smart Beta multi-fattoriali attireranno maggiori afflussi dagli investitori

La mia prima previsione si concentra su questo gioco difensivo. A tale scopo, siamo convinti che a partire da quest’anno la crescita degli ETF smart beta multi-fattoriali, soprattutto i quality e income, dovrebbe essere superiore a quella del relativo patrimonio gestito (AUM), considerando che ormai è finito il decennio di denaro “a basso prezzo” e tassi d’interesse a minimi record. L’epoca di una politica monetaria così accomodante ha sicuramente apportato benefici sia agli  ETF sia ai fondi indicizzati. In particolare, i sistemi ponderati per la capitalizzazione di mercati che spesso sovrappesano notevolmente i titoli growth si sono dimostrati una buona strategia “buy-and-hold”, che ha fornito solidi rendimenti annualizzati. Tuttavia, il nuovo contesto attuale relativo ai tassi d’interesse richiede un approccio più tattico su asset allocation ed esposizioni al mercato azionario. Gli investitori in ETF possono pertanto cominciare a guardare favorevolmente a programmi di ponderazione alternativa, ad esempio gli ETF smart beta multi-fattoriali, che tengono conto anche dei fondamentali dei titoli, invece di limitarsi alla loro capitalizzazione di mercato. Siamo convinti che in questo segmento l’anno prossimo vi sarà una forte crescita.

2. Nel 2023 gli ETF obbligazionari e sui dividendi saranno sul podio della raccolta

Income, income, income: mai come ora abbiamo avuto bisogno di income! Con l’inflazione ancora elevata e l’impatto del costo della vita di cui stiamo risentendo tutti, i consumatori cercheranno prevedibilmente di ridurre il più possibile le spese fisse per mantenere una liquidità maggiore in vista dell’incertezza del 2023 (per citare qualche esempio, personalmente ho già cambiato le condizioni del mio abbonamento alla banda larga e cancellato la tv via cavo). Non è diverso da un punto di vista degli investimenti. Per realizzare solidi rendimenti è necessario un approccio più tattico, tuttavia siamo convinti che nel corso del prossimo anno un’ottimizzazione dei rendimenti e del reddito avrà indubbiamente un peso maggiore nella costruzione del portafoglio. Siamo pertanto convinti che l’anno prossimo potranno registrare buoni afflussi gli ETF con distribuzione di dividendi globali e regionali, soprattutto quelli  che selezionano i titoli migliori in base ai fondamentali tramite un approccio quality e value.

Non posso parlare di income senza considerare il reddito fisso nel 2023. Sarà sicuramente una presenza importante nei portafogli degli investitori, considerando che tutti gli occhi continuano ad essere puntati sulla Federal Reserve (Fed) statunitense in vista di un’eventuale svolta. Con l’aspettativa di cali dei tassi nel 2023, il reddito fisso costituisce un’asset class molto interessante. Siamo anche convinti che possa offrire rendimenti interessanti a fronte di un rischio minore, rispetto agli ultimi anni. La duration è un fattore fondamentale, e riteniamo che l’importanza della selezione di asset obbligazionari che possano bilanciare rischio e rendimento renda le obbligazioni societarie investment grade un valido concorrente nell’area del reddito fisso. Inoltre, l’integrazione di questi fondamentali con gli elementi costantemente positivi che sostengono gli investimenti ambientale, sociale e di governance (ESG) rende le obbligazioni verdi euro un altro possibile elemento allettante per il 2023.

3. Probabile accelerazione della crescita dell’AUM per gli ETF azionari con focus suisingoli paesi emergenti

Dopo un anno impegnativo, il 2023 potrebbe segnare un periodo di ripresa per i mercati emergenti. Le valutazioni delle azioni dei ME attualmente sono poco costose e continuano a offrire valore, considerando che le aspettative di una moderazione dei livelli dell’inflazione puntano a un possibile indebolimento del dollaro statunitense in coincidenza con una svolta della Fed. Tuttavia, non tutte le opportunità presenti nei mercati emergenti offrono lo stesso potenziale di rialzo. Selezionar\e i paesi “amici degli Stati Uniti” e che possono beneficiare di settori leader nell’innovazione, ad esempio la tecnologia e la sanità, ed esporsi a mercati che potrebbero sottrarre quote del mercato manifatturiero alla Cina, potrebbero essere due soluzioni interessanti per il 2023.. Preferiamo pertanto posizionarci su  Corea del Sud, Taiwan e India rispetto a un’allocazione ai mercati emergenti in generale.



IMPORTANTI INFORMAZIONI LEGALI

Avvertenze: Prima della sottoscrizione, leggere attentamente il prospetto informativo.

Questo materiale è destinato esclusivamente a scopi di interesse generale e non deve essere interpretato come una consulenza di investimento individuale o una raccomandazione o sollecitazione ad acquistare, vendere o detenere titoli o ad adottare qualsiasi strategia di investimento. Non costituisce una consulenza legale o fiscale.

Le opinioni espresse sono quelle del gestore degli investimenti e i commenti, le opinioni e le analisi sono resi come alla data di pubblicazione e può cambiare senza preavviso. Le informazioni fornite in questo materiale non sono intese come a analisi completa di ogni fatto materiale relativo a qualsiasi paese, regione o mercato. Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita di capitale. I dati provenienti da fonti di terze parti potrebbero essere stati utilizzati nella preparazione di questo materiale e Franklin Templeton Investment ("FTI") non ha verificato, convalidato o verificato in modo indipendente tali dati. FTI non si assume alcuna responsabilità per qualsiasi perdita derivante dall'uso di queste informazioni e l’affidamento ai commenti e alle opinioni e analisi di questo materiale è a discrezione dell'utente.

Prodotti, servizi e informazioni potrebbero non essere disponibili in tutte le giurisdizioni e sono offerti al di fuori degli Stati Uniti da altri FTI affiliati e / o i loro distributori secondo le leggi e le normative locali. Si prega di consultare il proprio consulente finanziario o contatto istituzionale Franklin Templeton per ulteriori informazioni sulla disponibilità di prodotti e servizi nella tua giurisdizione.

Pubblicato da Franklin Templeton International Services S.à r.l. Succursale Italiana - Corso Italia, 1 - 20122 Milano - Tel: +39 0285459 1- Fax: +39 0285459 222

CFA® e Chartered Financial Analyst® sono marchi registrati di proprietà del CFA Institute.