CONTRIBUTORI

Max Gokhman, CFA
Deputy Chief Investment Officer
Franklin Templeton Investment Solutions

Tom Nelson, CFA, CAIA
Head of Market Strategy
Franklin Templeton Investment Solutions

Miles Sampson, CFA
Head of Asset Allocation Research,
Franklin Templeton Investment Solutions
Anteprima
Per dicembre confermiamo il nostro orientamento cautamente ottimista sulle azioni, nonostante la recente volatilità del mercato, supportati da solidi fondamentali macro e societari.
La crescita globale appare robusta, come dimostrano gli indicatori anticipatori positivi dell’andamento economico, e anche l’attività economica si è mossa nella giusta direzione. Pur con alcune differenze tra le varie aree geografiche, i dati sono ampiamente favorevoli agli asset rischiosi. Sul fronte dei prezzi, il trend disinflazionistico resta intatto sebbene il percorso per riportare l’inflazione ai livelli target si stia rivelando complesso nella fase finale.
La debolezza del mercato del lavoro e l’incertezza sui dazi meritano un attento monitoraggio, ma non sono tali da intaccare la nostra propensione al rischio. Riteniamo inoltre che i timori riguardo a una bolla dell’intelligenza artificiale (IA) siano prematuri e riconducibili a paragoni impropri con la bolla “dot-com” di inizio anni 2000.
In questo contesto, nelle Views sull’allocazione di questo mese, manteniamo una sovraesposizione sull’azionario, bilanciato da un sottopeso sulle obbligazioni. L’inflazione persistente e i deficit fiscali in espansione esercitano spinte rialziste sui rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine, mentre gli investimenti alternativi continuano ad offrire opportunità di diversificazione e copertura.
Macro temi
Un quadro di crescita resiliente
- Gli indicatori economici anticipatori rimangono resilienti, alimentati dagli investimenti in conto capitale (capex) per l’IA e dai consumatori di fascia alta.
- L’attenuazione del tail risk derivante dai dazi ha favorito la fiducia delle imprese e i profitti, come evidenziato dai risultati e dalle guidance positive del terzo trimestre.
- L’economia statunitense si è dimostrata robusta, ma continuiamo a monitorare i dati del mercato del lavoro che ha registrato un indebolimento rispetto ai livelli elevati, senza tuttavia collassare.
Prospettive di inflazione bilanciate
- L’inflazione si mantiene al di sopra degli obiettivi fissati dalle banche centrali in quasi tutte le economie sviluppate e continuerà probabilmente a presentare dinamiche complesse fino alla fine dell’anno, a causa delle pressioni derivanti dai dazi.
- Le aziende statunitensi stanno attualmente assorbendo le pressioni inflazionistiche indotte dai dazi, comprimendo i margini. Ci aspettiamo un impatto aggiuntivo sull’inflazione dei beni core, conseguente alla decisione delle aziende di trasferire l’aumento dei costi sui prezzi al consumo.
- Il calo dei costi abitativi e dei salari ha favorito una moderazione dei prezzi dei servizi, utile a compensare altre pressioni.
Politiche orientate al supporto
- La limitata visibilità dei dati potrebbe impedire alla Federal Reserve (Fed) di tagliare i tassi di interesse nel breve periodo, ma prevediamo un ulteriore allentamento nel corso dei prossimi 12 mesi.
- Ciò premesso, giudichiamo eccessivamente ottimistiche le aspettative del mercato sulla portata di tale allentamento, in virtù di un’economia solida e di dinamiche inflazionistiche complesse.
- La politica fiscale delle principali economie costituisce un fattore sempre più determinante per l’andamento dei prezzi degli asset. Negli Stati Uniti, i rimborsi fiscali dovrebbero contribuire a neutralizzare gli effetti negativi dei dazi, mentre in Giappone e Germania le politiche di stimolo potrebbero fornire ulteriore sostegno.
Temi di posizionamento del portafoglio
Responsabilmente rialzisti
- Il momentum del mercato azionario è sostenuto da revisioni positive degli utili e dalla guidance, che compensano secondo noi le preoccupazioni sulle valutazioni.
- Gli indicatori anticipatori e correnti della solidità economica restano positivi e sostengono gli asset rischiosi, al pari dei dati degli indici dei direttori degli acquisti (PMI).
- L’umore degli investitori è peggiorato durante il recente ritracciamento del mercato azionario. Riteniamo che ciò sia positivo per gli asset rischiosi e contribuisca a compensare i timori legati alle valutazioni.
Opportunità nell’azionario emergente
- Confermiamo la nostra view positiva sulle large cap statunitensi rispetto alle small cap e ai mercati azionari regionali. La nostra opinione si basa su utili robusti e uno scenario macro favorevole.
- Le aspettative sugli utili stanno crescendo rapidamente nei mercati emergenti (ME) esclusa la Cina, rafforzando il nostro outlook più positivo sull’area. Anche le dinamiche macro risultano favorevoli.
- Siamo diventati più pessimisti verso le azioni dei mercati sviluppati internazionali a fronte di deboli previsioni di crescita degli utili e di un contesto macroeconomico più debole.
Sottopeso sui titoli di Stato
- Riteniamo eccessive le aspettative del mercato circa un allentamento monetario nel lungo termine da parte della Fed. Altrove, le banche centrali hanno adottato toni più restrittivi.
- I deficit fiscali si stanno ampliando nelle principali economie, poiché i governi aumentano la spesa o tagliano le tasse per stimolare la crescita. I conseguenti effetti sui rendimenti ci rendono selettivi sulla duration.
- Gli spread ridotti erodono i rendimenti corretti per il rischio offerti dal credito. La crescita degli utili ci induce a preferire l’azionario.
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale.
I titoli azionari sono soggetti a fluttuazioni dei prezzi e possibile perdita del capitale. Le società ad alta capitalizzazione possono perdere il favore degli investitori a seconda delle condizioni economiche e di mercato. Le azioni a bassa e media capitalizzazione comportano una volatilità e rischi maggiori rispetto alle azioni ad alta capitalizzazione.
I titoli obbligazionari comportano rischi legati a tassi d’interesse, di credito, di inflazione e rischi di reinvestimento, oltre alla possibile perdita del capitale. Quando i tassi d’interesse salgono, il valore dei titoli obbligazionari scende. Le variazioni del rating di un’obbligazione o della solidità finanziaria o del merito di credito di un emittente, assicuratore o garante di obbligazioni possono influire sul valore del titolo. Le obbligazioni ad alto rendimento e basso rating (high yield) comportano una maggiore volatilità dei prezzi, una liquidità scarsa e il rischio di insolvenza.
L’asset allocation fra strategie, asset class e investimenti diversi potrebbe dimostrarsi svantaggiosa o non generare i risultati auspicati. Una strategia che investe nelle imprese di un paese o una regione specifici può essere soggetta a una maggiore volatilità rispetto a una strategia con una più ampia diversificazione geografica.
Gli investimenti legati a materie prime sono soggetti a rischi aggiuntivi quali la volatilità degli indici di materie prime, la speculazione degli investimenti, i tassi di interesse, le condizioni meteo ed evoluzioni del regime fiscale nonché normativo.
Gli investimenti internazionali sono soggetti a rischi speciali, tra cui fluttuazioni valutarie e incertezze sociali, economiche e politiche, che potrebbero aumentare la volatilità. Tali rischi sono amplificati nei mercati emergenti. Gli investimenti in Cina sono soggetti a maggiori livelli di rischio normativo rispetto ad alti paesi in ragione dell’elevata partecipazione del governo nell’attività economica.
Rispetto alle società quotate in borsa, le società a capitale privato presentano sfide specifiche e comportano rischi aggiuntivi, come ad esempio la mancanza di informazioni disponibili e in generale una liquidità piuttosto scarsa.
La gestione attiva non assicura guadagni né protegge dai ribassi del mercato. La diversificazione non garantisce utili, né protegge contro una perdita.
WF: 7712410
