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Marcus Weyerer, CFA, Senior ETF Investment Strategist e Samir Sinha, CFA del Franklin Templeton Institute discutono dello scenario macroeconomico attuale e approfondiscono aspetti che variano dal settore bancario ai consumi domestici, le riforme statali e la politica della banca centrale.  

Marcus Weyerer: Grazie Samir per esserti unito a noi oggi. Attualmente l’India è di moda, con un calo dei mercati azionari dopo i massimi assoluti raggiunti precedentemente, ma meno di molti mercati omologhi sviluppati ed emergenti. In base agli utili degli ultimi dodici mesi (LTM) tuttavia le valutazioni appaiono elevate. In linea di massima, qual è la tua visione del paese al momento?

Samir Sinha: Ciao Marcus. La storia strutturale e fondamentale dell’India è piuttosto forte, e costituisce un’eccellente eccezione rispetto alle recenti difficoltà globali, soprattutto considerando la turbolenza delle banche negli Stati Uniti e in Europa. Dopo essere scese al minimo a marzo, le azioni indiane sono salite vivacemente, ma non hanno ancora raggiunto risultati allo stesso livello dell’universo generale dei mercati emergenti. Crescita, inflazione, politica monetaria, un orientamento del governo favorevole alle riforme e un forte settore bancario sono una buona base di partenza per essere ottimisti riguardo al prossimo futuro.

Marcus Weyerer: Vediamo di esprimere con qualche cifra ciò a cui hai appena accennato. Per quanto riguarda la crescita del PIL nel 2023, attualmente si prevede il 5,9% per l’India, l’1,1% per gli USA, una crescita negativa per l’Europa e una crescita del 5,2% per la Cina.1 Il tasso di crescita media composto per i prossimi cinque anni è del 6,1%, che eclissa decisamente quello della Cina.

Hai già citato il settore bancario, che è importante per qualsiasi economia ma particolarmente cruciale per la crescita in quelle emergenti. Puoi fare brevemente il punto della situazione dopo lo sconvolgimento constatato in Europa e negli Stati Uniti in primavera?

Samir Sinha: Le banche indiane godono di un’ottima capitalizzazione, con coefficienti di adeguatezza del capitale decisamente superiori ai loro requisiti normativi, che tendono ad essere leggermente più conservatori rispetto al Basel III. Anche i bilanci delle banche in generale appaiono molto sani, con una brillante crescita del credito e asset in sofferenza ancora bassi. Inoltre i crediti esteri nei confronti delle banche indiane sono decisamente minori rispetto per esempio agli Stati Uniti o al Regno Unito. Il paese è pertanto meno esposto ad alcune incertezze che stiamo constatando in tutto il resto del mondo.

Marcus Weyerer: Torniamo a concentrarci sulle prospettive, e partiamo dai PMI, i Purchasing Managers Indexes, dal momento che se esamino i PMI in India sono impressionato da quando siano stati stabili a partire dalla drastica ripresa iniziale post-pandemia. Sembrano non aver avuto alcuna variazione di rilievo.

Samir Sinha: In effetti, l’Indian Manufacturing PMI a maggio è stato del 58,7, mentre il Services PMI era superiore a 60. Sia l’attività che i consumi domestici sono stati entrambi in forte crescita, e inoltre i prezzi dei materiali sono scesi, il che potrebbe significare margini operativi e utili più alti per il prossimo futuro. Le aziende indiane tendono inoltre ad avere un elevato utilizzo della capacità produttiva, il che incoraggia un maggiore impiego di capitale per espandere tale capacità. Un altro fattore importante è la rilocalizzazione dalla Cina all’India, che oltre a offrire una diversificazione delle catene di fornitura per le società occidentali consente anche un accesso al mercato domestico, ampio e in crescita. In effetti una delle priorità del governo è l’investimento diretto estero, tramite incentivi fiscali, sviluppo delle competenze e una maggiore facilità di fare impresa.

Marcus Weyerer: Per quanto riguarda quest’ultimo punto, sembra che stiamo assistendo ad un buon progresso, perlomeno secondo la recente classifica del clima per gli affari dell’Economist Intelligence Unit. Su base annua, l’India ha scavalcato 6 posti in classifica, collocandosi tra i paesi che hanno realizzato il miglioramento più marcato e diventando l’unica grande economia che è stata in grado di farlo. Il miglioramento è stato visibile secondo molti parametri.

Due elementi che mi colpiscono come cruciali sono per esempio l’aggiornamento tecnologico e la politica nei confronti dell’investimento estero, a cui hai già accennato. Il governo sta anche dando impulso a negoziazioni per accordi commerciali in tutto il mondo. Quali sarebbero gli effetti per il settore manifatturiero del paese?

Samir Sinha: Sicuramente un aumento dell’importanza e come quota del PIL. Prevediamo anche una migrazione graduale dei beni finiti verso una posizione più alta nella catena di valore, per cui in termini di valore lordo aggiunto, andando avanti il contributo dell’attività manifatturiera aumenterebbe visibilmente.

Marcus Weyerer: Ad oggi, tuttavia, i consumi privati sono un fattore fondamentale dell’economia indiana, e continueranno ad essere tali. Qual è la tua valutazione del mercato domestico attuale?

Samir Sinha: Collettivamente, la domanda urbana e quella rurale dovrebbero aumentare, con circa un raddoppio delle dimensioni del mercato retail entro il 2030 rispetto al 2018, l’anno in cui la spesa retail aveva raggiunto un picco per l’ultima volta prima di crollare durante la pandemia. Da allora la ripresa è stata prevalentemente guidata dai consumi nelle città, tuttavia nel prossimo ciclo elettorale sarà riservata una grande attenzione ai consumi nelle aree rurali, considerando che l’agricoltura continua a rappresentare un’ampia quota dell’economia. Il governo ha già avviato programmi a sostegno degli agricoltori e delle comunità rurali locali.

Marcus Weyerer: In questo contesto, esaminiamo la situazione fiscale e monetaria. Per quest’anno, finora il governo ha prevalentemente raggiunto gli obiettivi di bilancio, grazie soprattutto a sane riscossioni di imposte sulle vendite. Le riserve di FX sono aumentate in misura incoraggiante dall’epoca del Covid, e si sono nuovamente avvicinate a massimi assoluti. Tutto ciò potrà continuare?

Samir Sinha: Con il miglioramento generale della domanda interna, ci attenderemmo un aumento delle imposte riscosse sulle vendite, e ciò dovrebbe essere benefico per il governo per quanto attinente al consolidamento fiscale. Inoltre, il deficit delle partite correnti è andato diminuendo e dovrebbe contrarsi ulteriormente nel 2024, facendo potenzialmente salire le riserve FX.2 E infine il debito con l’estero dell’India, che ammonta circa al 20% del PIL, è basso rispetto a mercati sviluppati.

Marcus Weyerer: A confronto, è stato del 100% del PIL per gli Stati Uniti, 170% per la Germania e 130% per l’Italia.3 L’ultimo punto che volevo discutere è la traiettoria dei tassi d’interesse, soprattutto a fronte dello scenario di El Niño che potrebbe far salire i prezzi dei prodotti alimentari e il recente taglio della produzione petrolifera dell’Arabia Saudita. C’è qualche spazio di movimento per la banca centrale, e che cosa significa per gli investitori?

Samir Sinha: La RBI ha espresso chiaramente che abbassare l’inflazione al 4% continua ad essere una priorità assoluta. Detto questo, l’ultima decisione in merito ai tassi è stata di mantenerli al 6,5%, in linea con le attese del mercato. Tuttavia, oltre le apparenze, si può vedere che l’inflazione è già scesa al valore più basso degli ultimi due anni ad aprile, e questa tendenza generale è coerente con il resto
del mondo. I tassi globali potrebbero nono tornare ai livelli straordinariamente bassi dell’ultimo decennio e la prudenza fiscale dell’India dovrebbe essere premiata nel medio termine, considerando che i tassi attuali resteranno elevati. In poche parole, la situazione macroeconomica dell’India è piuttosto diversa da quella presentata da molti altri mercati, e giustifica valutazioni diverse. Non si può quindi escludere che tale divario persista o addirittura si ampli, se continuerà ad aumentare la differenza sul piano macroeconomico.

Marcus Weyerer: Per riassumere: Al momento le azioni indiane non sono a buon mercato, ma non sono neanche costose, se si tiene conto delle tendenze strutturali di cui abbiamo parlato. Un contesto fiscale di sostegno, un’abilità manifatturiera in aumento e, ovviamente, un contesto positivo per i consumi privati. In un periodo più breve, abbiamo visto un contesto in rapido miglioramento delle imprese, riforme statali, sana crescita del credito e PMI molto forti, insieme a mercati azionari tornati appena positivi dall’inizio dell’anno. Samir, grazie per il tempo che ci hai dedicato oggi e a presto!

Samir Sinha: Grazie.



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