CONTRIBUTORI

Kim Catechis
Investment Strategist,
Franklin Templeton Institute

Lukasz Labedzki, CFA
Senior Analyst
Franklin Templeton Institute

Karolina Kosinska, CIPM
Analyst
Franklin Templeton Institute

Lukasz Kalwak, CFA
Market Strategist
Franklin Templeton Institute
Prefazione
Nella nostra pubblicazione Deep water waves abbiamo identificato diversi fattori potenti, interconnessi e di lunga durata che avranno un effetto significativo sui rendimenti degli investimenti nei prossimi decenni. Uno di questi è la ‘Debt Wave’: l’ondata del debito trainata principalmente da una combinazione di pressioni economiche, geopolitiche e demografiche. Vediamo che la Debt Wave è a un massimo storico, considerando il valore in dollari del debito in circolazione, e sembra destinata a continuare a crescere. Ciò era sostenibile fintanto che l’inflazione era bassa e la liquidità abbondante. Questi due fattori si sono entrambi invertiti, rafforzando l’urgenza di raccogliere capitale. Di conseguenza, la view tradizionale riguardo alla responsabilità fiscale sembra essere passata dal mainstream fino al radicalismo del dibattito sulla politica e l’economia. Alla luce di vari trend secolari in atto, questa “ondata” potrà aumentare di profondità e ampiezza. Questo processo è il motore di una polarizzazione strutturale crescente tra i paesi che possono tranquillamente continuare a emettere debito e rifinanziarlo, e quelli che non possono. Questo articolo si concentra sul debito sovrano, esamina i propulsori di tali cambiamenti e presenta conclusioni in merito alle loro implicazioni per l’investimento.
In sintesi
Siamo convinti della necessità di una massiccia riallocazione delle risorse, che implica il bisogno di tassi di interesse reali positivi, dal momento che ci saranno numerose emissioni da parte dei governi e del settore privato in concorrenza per ottenere il denaro degli investitori. Vi è un’opportunità di arbitraggio per il private debt, ma probabilmente il rischio di default in generale è più elevato. Le tradizionali fonti di risparmio a lungo termine potrebbero esaurirsi o ridursi nel corso del tempo, a causa del calo della popolazione attiva nella maggior parte dei paesi ad alto reddito mentre aumentano i costi. In quasi tutti i paesi vi sarà un numero crescente di interventi governativi, che non sempre si riveleranno efficienti o persino utili. A nostro avviso, per effetto di questo scenario ogni decisione di investimento diventa carica di pesi di fattori impliciti che al momento non sono mainstream
- Il rapporto tra debito e prodotto interno lordo (PIL) stava aumentando in tutto il mondo ancora prima del COVID-19.1 Nei paesi che hanno alimentato la crescita globale dell’economia nell’ultima generazione (Stati Uniti, Europa e dal 2009 la Cina) il debito è destinato a continuare a crescere, considerando che i fattori demografici fanno aumentare il costo delle pensioni e dell’assistenza sanitaria mentre diminuiscono le popolazioni in età lavorativa. Per le economie a reddito più basso dove la finanza sovrana è relativamente fragile, poter contare costantemente su un credito accessibile è un requisito esistenziale.
- La view tradizionale in merito alla responsabilità fiscale sembra essere passata dal mainstream fino al radicalismo del dibattito sulla politica e l’economia. Alla luce di vari trend secolari in atto, l’importanza della questione è destinata ad aumentare di profondità e ampiezza. Questo processo è il motore di una polarizzazione strutturale crescente tra i paesi che possono tranquillamente continuare a emettere debito e rifinanziarlo, e quelli che non possono. Questo dibattito è pertanto al centro delle decisioni politiche per una generazione.
- Non si possono più dare per scontati molti meccanismi tradizionali utilizzati per eliminare il debito (crescita economica tramite il commercio globale), a causa della combinazione di geopolitica ed economia. Nel lungo periodo, ciò costituisce una sfida per la Cina e per i mercati emergenti. La politica di “friend shoring”, ossia la rilocalizzazione della produzione in paesi amici, e la spinta a diversificare le catene di approvvigionamento eliminano alcuni dei catalizzatori più potenti, aiutando questi paesi a salire lungo la scala della conoscenza. Questa traiettoria punta ad un ampliamento della polarizzazione tra i paesi sviluppati e il resto del mondo.
- In effetti, le probabilità di inserimento di un paese specifico nelle catene di approvvigionamento internazionali cruciali aumentano decisamente se è capace di partecipare al Great Game geoeconomico.2 Un paese deve avere una popolazione numerosa per attirare investimenti esteri diretti (FDI), un ecosistema commerciale e industriale utilizzato per operare in mercati internazionali, e abbondanza di minerali non sfruttati, soprattutto se questi sono rilevanti per la transizione green o i veicoli elettrici (EV) o per la difesa. Messico e Indonesia hanno chiaramente una finestra di opportunità, implicando così che potrebbero approfittare del clima geopolitico attuale per fare leva sul finanziamento e/o un accesso favorevole al mercato.
- In tali circostanze, le economie in via di sviluppo sono estremamente esposte. Secondo i calcoli dell’International Institute of Finance (IIF) il debito combinato dei 30 paesi ampi e in via di sviluppo è aumentato a 98.000 miliardi di dollari da 75.000 miliardi di dollari del 2019,3 prima della pandemia. Questa rapida emersione è dovuta in parte al collasso delle loro valute rispetto al dollaro statunitense, tuttavia permane il problema strutturale. Con le decisioni politiche adottate in passato si sono trovate in sabbie mobili finanziarie, sprofondando ulteriormente ogni volta che hanno cercato di uscirne.
- Esaminiamo la teoria ampiamente diffusa dei prestiti predatori della Cina, e presentiamo gli studi relativi a due paesi. La conclusione è che non vi è alcuna evidenza di un piano generale che utilizzi il debito sovrano. La storia fa ritenere che molti governi si sono indebitati scegliendo coscientemente un credito meno sensibile all’economia per evitare vigilanza e condizioni. Per gli osservatori si vedono motivi di sconforto, ma non di panico.
- Fonte: Database del debito globale dell’International Institute of Finance (IIF), all’1 dicembre 2022.
- Si riferisce alla lotta ingaggiata tra Russia e Gran Bretagna nel diciannovesimo secolo per cercare di colmare il vuoto lasciato dalla decadenza politica dell’Asia islamica. Il Bolshaya Igra, come lo chiamano i russi, partì da Costantinopoli per estendersi alla Persia, all’Afghanistan e al resto dell’Asia centrale.
- Fonte: Database del debito globale dell’International Institute of Finance (IIF), all’1 dicembre 2022.
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi d’interesse. Di conseguenza, a mano a mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari settori o segmenti o condizioni di mercato generali. Gli investimenti in industrie in rapida crescita, quali il settore tecnologico (storicamente volatile), possono determinare fluttuazioni dei prezzi più elevate, soprattutto nel breve termine, a causa della rapidità dei cambiamenti e dello sviluppo dei prodotti, nonché dei regolamenti governativi delle società che privilegiano i progressi scientifici o tecnologici o un’approvazione regolamentare per nuovi farmaci e strumenti medici. Le strategie a gestione attiva possono registrare perdite qualora le valutazioni del gestore in termini di mercati, tassi d’interesse oppure attrattività, valori relativi, liquidità o potenziale apprezzamento di particolari investimenti operati per un portafoglio, si dimostrino errate. Non può esservi alcuna garanzia che le tecniche o le decisioni in materia di investimenti di un gestore generino i risultati desiderati. La diversificazione non garantisce utili né protegge contro il rischio di perdite.
