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Punti principali

  • I risultati delle elezioni presidenziali e del Congresso degli Stati Uniti determineranno la politica statale in quattro aree fondamentali che influiscono sull’economia e i mercati azionari: imposte, regolamentazione, commercio e spesa fiscale.
  • La nostra view di una vittoria di Trump, probabilmente completata da quella dei Repubblicani per entrambe le Camere, è nettamente positiva per i titoli azionari, mantenendo un regime fiscale favorevole per le imprese e basato su disposizioni in merito scadute. Una vittoria di Harris, probabilmente accompagnata da un Congresso diviso, sarebbe moderatamente negativa, basandosi sull’estensione di un numero minore di disposizioni legate a una legislazione fiscale in scadenza, a causa di uno stallo politico.
  • Mentre gli investitori potrebbero reagire a qualsiasi dichiarazione dei candidati presidenziali, dando luogo a una notevole volatilità fino al giorno delle elezioni, nel lungo periodo il driver più importante per i mercati azionari è la traiettoria dell’economia. La Federal Reserve (Fed) ha iniziato a tagliare i tassi, e siamo convinti che ciò porterà d’ora in poi a un’accelerazione della traiettoria.
     

I cambiamenti di politica sarebbero prevalentemente alimentati da un’onda rossa o blu 

Manca ancora un mese al giorno delle elezioni, e la corsa alla presidenza è ancora un testa a testa, con un vantaggio del due percento della Vice Presidente Kamala Harris sull’ex Presidente Donald Trump nei sondaggi nazionali. Fino agli ultimi giorni della campagna, molto può ancora cambiare, ma in base alle previsioni dei mercati i due risultati più attendibili sono o Trump alla presidenza e una vittoria dei Repubblicani in entrambe le Camere o una presidenza Harris con un governo diviso. Il motivo è nelle corse al Senato, nelle quali sono favoriti i Repubblicani. Esaminando la carta geografica del paese. una vittoria di Harris alla presidenza accompagnata da una vittoria dei Democratici in entrambe le Camere, il partito dovrebbe vincere in tutti gli Stati dove finora i risultati sono ancora incerti, tranne il Texas e la Florida. Sarà difficile, soprattutto nel Montana, uno Stato dove nel 2020 Trump aveva vinto con 16 punti percentuali.

Le diversità nella configurazione della presidenza e del Congresso saranno determinanti per l’approvazione legislativa e l’eventuale effetto finale delle politiche sui mercati azionari e l’economia. Uno scenario di vittoria di uno dei due partiti sia alla presidenza che a entrambe le Camere può portare a drastici cambiamenti delle politiche fiscali e della spesa, come era avvenuto nel 2016 quando la vittoria dei Repubblicani aveva spianato la strada per il Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) di Trump. Analogamente, dopo la vittoria dei Democratici nelle elezioni del 2020 era stata approvata una gran parte della legislazione. Con un governo diviso, entreranno in gioco la regolamentazione e la politica commerciale, ossia le aree nelle quali il presidente può agire unilateralmente.

Mentre gli investitori potrebbero stare reagendo a qualsiasi dichiarazione e annuncio politico provenienti da entrambi i candidati presidenziali, facendo aumentare la volatilità, nel lungo periodo il driver più importante per i mercati azionari è la traiettoria dell’economia. Vi sono tuttavia quattro aree fondamentali nelle quali a nostro avviso l’impatto dei risultati elettorali sarà particolarmente determinante: imposte, regolamentazione, commercio e politica fiscale. 

Figura 1: Esiti politici possibilmente favorevoli per le azioni

*Nota: Dal 1945 a oggi, esclusi gli anni 2001 e 2002 in considerazione di un cambiamento a metà anno del partito che controllava il Senato. Fonte: Macrobond.

Imposte

Il neo presidente eletto dovrà affrontare fin dall’inizio del suo mandato una situazione fiscale peculiare, dal momento che nel 2025 arriveranno alla scadenza i principali elementi del TCJA, i tagli fiscali varati da Trump. Se non si farà nulla, l’aliquota media delle imposte aumenterà quasi per tutti i contribuenti. Ciò dovrebbe incentivare entrambe le parti per un passaggio a una negoziazione e l’estensione di alcune di queste disposizioni in scadenza. Alla fine del 2017 e l’inizio del 2018, il TCJA aveva avuto un impatto concreto sui titoli azionari. In quell’arco di tempo, gli utili a termine dei titoli di large e small-cap erano aumentati rispettivamente dal 10% al 12%. È quindi importante che questa legislazione resti per buona parte intatta.

Recentemente, Harris ha comunicato proposte per un drastico aumento delle aliquote fiscali per imprese e famiglie con reddito elevato, lasciando invece invariate quelle applicabili alla maggior parte dei contribuenti americani, promettendo di proteggere da aumenti delle imposte le famiglie con redditi inferiori a USD 400.000. Tuttavia è improbabile che i suoi obiettivi nell’ambito fiscale diventino realtà, a meno che i Democratici non mantengano il controllo del Senato e si inverta la proporzione alla Camera dei Rappresentanti.

Per Trump intanto sarebbe prioritaria un’estensione del TCJA, compreso il ripristino di singole disposizioni scadute, tra cui indennità per il deprezzamento delle imprese quali spese immediate per attrezzature, proprietà immobiliari e ricerca e sviluppo. Ha dichiarato l’intenzione di ridurre ulteriormente dal 21% attuale l'aliquota delle imposte sulle imprese.

In una prospettiva fiscale, un controllo totale Repubblicano sarebbe l’esito più favorevole per il mercato, facendo leva su certi elementi scaduti, tra cui singole disposizioni e spesa integrale per la ricerca e lo sviluppo, ad eventuale beneficio di aree del mercato con forte capex quali la tecnologia, l’industria e l’attività manifatturiera.

Regolamentazione

Da un punto di vista della regolamentazione, Harris è concentrata sui farmaci su ricetta, maggiore accessibilità delle abitazioni, uno stipendio minimo più elevato, costi più bassi dei generi alimentari e un’impostazione di sostegno all’energia pulita. Ha anche parlato di un’accelerazione delle trattative con Medicare per un aumento dei farmaci interessati e un’azione decisa contro i gestori di benefit farmaceutici, con un aumento del possibile rischio nella sanità.

Nel suo primo mandato, Trump aveva apportato notevoli tagli alla regolamentazione. Sul fronte della deregolamentazione, gli impegni dell’ex-presidente sarebbero prevedibilmente concentrati prevalentemente sul lavoro, l’istruzione, l’ambiente e la sanità, con un rallentamento nella transizione ai veicoli elettrici (EV). La produzione di energia e il fracking in particolare dovrebbero aumentare. Un possibile elemento negativo, almeno in una prospettiva del mercato del lavoro, sono politiche più rigide sull’immigrazione, che potrebbero essere dannose per le imprese con un ampio impiego di manodopera.

Va comunque ricordato che gli esiti previsti delle elezioni a seguito della regolamentazione sono abitualmente molto diversi da quello che finisce per verificarsi nella realtà. L’opinione generale aveva previsto un fiorire delle politiche relative all’energia durante l’amministrazione Trump, mentre nei quattro anni del suo mandato è stato uno dei settori con la performance peggiore in assoluto. Durante la presidenza Obama si prevedeva che la sanità sarebbe stato un settore difficile, mentre su base relativa ha messo a segno una buona performance. Quindi è importante non attendersi troppo da un irrigidimento della regolamentazione, e non fare troppe previsioni riguardo agli eventuali impatti su questi settori.

Commercio

Per Harris, le previsioni più diffuse sono di un mantenimento dello status quo riguardo alla politica commerciale dell’amministrazione Biden. I cambiamenti previsti dovrebbero essere più chirurgici rispetto all’approccio generalizzato discusso da Trump. Harris manterrà probabilmente una posizione ferma nei confronti della Cina per proteggere industrie quali l’energia solare e i semiconduttori.

Per quanto riguarda Trump, ci attendiamo una ripetizione di ciò che avevamo visto durante il suo primo mandato. Sta proponendo due tipi di dazi: un 10% generale su tutti i beni importati e aumenti al 60% sui prodotti provenienti dalla Cina. Secondo un’analisi della Tax Foundation, un dazio del 10% e una ritorsione dei partner commerciali degli Stati Uniti dovrebbero causare una contrazione dell’1% dell’economia. Per quanto riguarda il commercio, vi sarebbero più elementi sfavorevoli sotto un’amministrazione Trump, mentre una vittoria di Harris manterrebbe lo status quo.

Spesa fiscale

La view più bipartisan al momento attuale è che la spesa statale continuerà ad aumentare. Nessuno dei due candidati vuole frenare la spesa. Per il prossimo futuro i deficit previsti sono nella fascia del 6%-7% del prodotto interno lordo, ed eventualmente ancora superiori in uno scenario di vittoria alla presidenza e alle Camere di uno stesso partito, con l’approvazione di una maggiore legislazione. Harris darebbe la priorità alla spesa per la salute, le abitazioni, l’assistenza all’infanzia, l’energia pulita e le infrastrutture.

Con Trump si prevederebbe una spesa concentrata sulla difesa e le infrastrutture. La pressione fiscale di un’amministrazione Repubblicana arriverà sotto forma di tagli delle imposte, mentre con un governo Democratico probabilmente la spesa sarebbe maggiore. In entrambi gli scenari prevediamo che queste politiche diano uno slancio all’economia.

Impatti di una vittoria di Trump

Nel complesso, vediamo una seconda presidenza Trump accompagnata da una vittoria dei Democratici alle Camere come nettamente positiva per le azioni. Si prevederebbero un regime fiscale per le imprese più favorevole e un minore onere regolamentare, che dovrebbero entrambi dare impulso agli utili delle imprese. Peraltro vi è la possibilità di aumenti dei dazi e ritorsioni da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti. Uno scenario bloccato nel quale la Camera è controllata dai Democratici sarebbe moderatamente negativo, dal momento che a causa delle divisioni sarebbe esteso solo un numero ridotto di disposizioni contemplate dalla legislazione fiscale in scadenza.

Secondo noi le azioni statunitensi sarebbero in posizione migliore sotto un’amministrazione Trump, con le banche e i mercati di capitale, oltre al complesso del petrolio e gas, ben piazzati a seguito della regolamentazione meno stringente. Anche l’aerospazio e la difesa dovrebbero beneficiare, nonché il settore biofarmaceutico. Le aree che potrebbero subire una pressione sono i ristoranti e il tempo libero, a seguito della minore disponibilità di lavoro nonché gli EV, le auto e i produttori di energia pulita. Da un punto di vista regionale, la Cina risentirebbe dei dazi mentre dovrebbero beneficiare altri paesi basati sulle importazioni quali Vietnam, Messico, India e Italia.

Impatti di una vittoria di Harris

Una vittoria di Harris a nostro giudizio potrebbe essere modestamente negativa per le azioni, qualora dovesse presiedere a un Congresso diviso. Per i mercati, una vittoria Democratica sia alla presidenza che alle Camere sarà un ostacolo maggiore, poiché in tal caso sarà in grado di introdurre imposte più elevate per le imprese e i contribuenti con reddito elevato, oltre a pressioni per un’agenda regolamentare più ambiziosa. Tuttavia i crediti fiscali per i contribuenti con basso reddito servirebbero a compensare, imprimendo una spinta economica a questo segmento dell’economia.

Un irrigidimento della regolamentazione potrebbe pesare sulle società biofarmaceutiche, banche, mercati di capitale, energia nonché sulle mega-cap tecnologiche. Comunque sia, ribadiamo l’invito alla prudenza nel basare gli investimenti o il posizionamento del portafoglio unicamente sul contesto regolamentare. Le aree che dovrebbero tendere allo sviluppo sotto un’amministrazione Harris sarebbero i beni discrezionali, nello specifico ristoranti e tempo libero, edilizia abitativa e prodotti per l’edilizia.

Figura 2: Non mischiamo politica e investimenti

Dati al 30 giugno 2024. Fonti: FactSet, S&P.

È facile classificare ciascun candidato come rialzista o ribassista per le azioni e l’economia, tuttavia i rialzi dei mercati sono avvenuti indipendentemente dal partito al controllo. La nostra view è che il momentum economico sarà un driver più robusto per le azioni. Detto questo, ci attendiamo una forte volatilità fino al giorno delle elezioni. Storicamente, il VIX aumenta drasticamente a settembre e ottobre, con il ribollire dell’incertezza relativa alle elezioni. Indipendentemente da chi si aggiudicherà la vittoria, generalmente i mercati mettono a segno un forte rimbalzo. In combinazione con il sostegno di un ciclo di tagli dei tassi della Fed, questo catalizzatore dovrebbe imprimere una nuova accelerazione al momentum economico nel 2025, e siamo convinti che alla fine questo si tradurrà in un forte rialzo delle azioni.



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