Passa ai contenuti

In retrospettiva (e salvo imprevisti come cancellazioni di voli), il primo weekend di agosto si sarebbe rivelato un momento ideale per una vacanza. Spero che tu abbia potuto trascorrere qualche giorno di riposo, lontano dall’ufficio, dedicandoti alla lettura e senza l’assillo delle turbolenze del mercato.

In questo periodo di instabilità dei mercati globali, gli indici azionari giapponesi hanno registrato una volatilità accentuata. La forte rivalutazione dello yen ha gettato un’ombra sulle prospettive degli esportatori giapponesi e la successiva pubblicazione di nuovi dati economici allarmanti dagli Stati Uniti ha esacerbato i timori. In appena due giornate di contrattazioni l’indice di riferimento giapponese Nikkei 225 ha prima ceduto il 12,4%, lunedì 5 agosto 2024, e poi registrato un ragguardevole recupero di oltre il 10%, nella seduta successiva.1

Verosimilmente, anche gli investitori ignari della pesante correzione in atto nutrivano comunque qualche timore per l’eccessiva concentrazione dei loro portafogli nei colossi tecnologici statunitensi. A giudicare dall’elevato livello del VIX, il cosiddetto “indice della paura” di Wall Street,2 non sono pochi gli investitori che quest’estate stanno mettendo in discussione la tenuta dei titoli tecnologici di punta noti come i Magnifici Sette3.

Evitando inutili allarmismi, questo mese è bene soffermarsi su alcuni punti chiave. Adottare una prospettiva di investimento di lungo termine significa non farsi influenzare dalle “fluttuazioni” del mercato, per usare le parole di Warren Buffett. A ciò si aggiunge che il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è ancora piuttosto basso, pari al 4,3%4 e che, alla luce della crescita del settore dei servizi registrata a luglio,5 riteniamo improbabile un imminente scenario recessivo.

Storicamente, durante i cicli economici di raffreddamento, gli investitori privilegiano le blue chip, ma la frenata di luglio dell’inflazione ha rafforzato il sentiment positivo verso i titoli mid- e small-cap. A luglio sia il Russell 2000 Index, che è salito del 10,2%, sia il Russell Midcap Index, in crescita del 4,7%, hanno sovraperformato l’1,2% ottenuto dall’S&P 500 Index.6

Opportunità nascoste nei segmenti mid-cap e small-cap

La rotazione del mercato, che abbandona le mega-cap, ha catalizzato l’attenzione sul segmento delle mid-cap, spesso trascurato, e ha portato a preferire i titoli a bassa capitalizzazione, sensibili ai tassi d’interesse, dopo che la Federal Reserve statunitense (Fed) ha ventilato possibili riduzioni dei costi di finanziamento, forse già a settembre.

Nonostante l’interessante profilo di rischio/rendimento delle mid-cap, che vantano una base di clienti e marchi più consolidati rispetto alle società di minori dimensioni, gli investitori continuano a sottodimensionare questo segmento in portafoglio. Per contestualizzare, gli investimenti in fondi comuni e fondi negoziati in borsa (ETF) ad alta capitalizzazione superano di circa nove volte quelli in fondi comuni e ETF a media capitalizzazione.7 Negli ultimi tre decenni, le azioni mid-cap statunitensi (rappresentate dall’indice S&P MidCap 400) hanno sovraperformato sia il segmento large-cap (indice S&P 500) che il segmento small-cap (indice S&P Small Cap 600).8 Secondo la nostra analisi, molte società di medie dimensioni offrono un “compromesso ideale”, in quanto esprimono un profilo di rischio più basso rispetto alle small cap e prospettive di crescita più rapide rispetto alle large cap.

L’esposizione agli indici mid-cap offre anche il vantaggio della diversificazione. A fine luglio, le partecipazioni nel settore tecnologico costituivano il 29% dell’indice Russell 1000, contro il 13% dell’indice Russell Midcap.9 Malgrado le società di servizi abbiano registrato le migliori performance (+18% di rendimento totale) nell’indice mid-cap, all’interno dei benchmark large-cap sono le meno rappresentate.

Oltre ai criteri di capitalizzazione di mercato, nel lungo periodo riteniamo che le strategie multifattoriali possano ottimizzare l’allocazione e perseguire rendimenti corretti per il rischio più consistenti rispetto alle strategie di investimento tradizionali basate sulla capitalizzazione. A nostro avviso, un indice concepito in modo lungimirante e basato su regole che analizzi l’esposizione dei singoli titoli rispetto a un mix ben collaudato di fattori - qualità, valore, momentum e bassa volatilità - può rappresentare un valido compromesso fra la gestione attiva e quella passiva. Il processo può offrire esposizione a società di alta qualità a un prezzo ragionevole, evitando al contempo il rischio di incorrere in trappole del valore.

Come si evince dalla tabella seguente, lo scorso anno i titoli qualità e momentum, che tendono a registrare trend di prezzo costantemente positivi, hanno evidenziato una performance migliore rispetto alla media del mercato. L’S&P MidCap 400 Quality Index e l’S&P MidCap 400 Momentum Index hanno registrato un rendimento annuo rispettivamente pari al 30% e al 20,3%, a fronte del +16,4% ottenuto dal più vasto S&P MidCap 400 Index.10 Per contro, il fattore low volatility ha registrato la performance peggiore del 2023.

Figura 1: Fonti di rendimento differenziate

Rendimento assoluto a un anno suddiviso per fattori
31 dicembre 2023

Fonte: Morningstar al 31/12/2023. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente in un indice. Importanti comunicazioni e termini dei fornitori di dati sono disponibili sul sito web www.franklintempletondatasources.com. L’Indice S&P Pure Value include solo i componenti dell'S&P MidCap 400 che presentano forti caratteristiche di valore e li pondera in base al punteggio value. L’Indice S&P MidCap 400 Low Volatility misura la performance degli 80 titoli meno volatili dell’Indice S&P MidCap 400. L’Indice S&P MidCap 400 Quality è progettato per replicare i titoli di alta qualità dell'S&P MidCap 400 secondo il punteggio di qualità che viene calcolato in base all’indice di redditività del capitale proprio, al coefficiente degli accrual e al coefficiente di leva finanziaria. L’Indice S&P MidCap 400 Momentum è progettato per misurare la performance dei titoli nell'universo S&P MidCap 400 che presentano persistenza nella loro performance relativa.

Perché investire nelle small-cap

L’ampio rally azionario di luglio porta alla ribalta il segmento delle small-cap. Nello stesso mese l’indice Russell 2000, rappresentativo delle società più piccole ha registrato la sua migliore performance degli ultimi decenni rispetto ai titoli mega-cap, realizzando un rendimento superiore al 10%, mentre l’indice Nasdaq-100 ha perso l’1,6%.11

Attualmente, con un rapporto prezzo/utili atteso di 15,1 x, il benchmark delle small-cap è scambiato a sconto sia rispetto alla sua media di lungo termine che al rapporto prezzo/utili atteso dell’S&P 500, pari a 20,4 x.12 Riteniamo che un approccio multifattoriale alle small cap, che consideriamo un’asset class interessante, debba essere rappresentato in portafogli diversificati.

Negli ultimi mesi e dall’inizio dell’anno fino all’8 agosto 2024 le azioni di tipo value - caratterizzate da un prezzo contenuto in relazione ai loro fondamentali - hanno sottoperformato non solo nel segmento delle small-cap ma anche in quello delle mid-cap. Tuttavia, ampliando l’orizzonte temporale, osserviamo che negli ultimi 25 anni il Russell 2000 Value Index ha sovraperformato il Russell 2000 Growth Index, con un margine dell’1,82% su base annualizzata.13 A nostro avviso, una strategia che privilegia titoli di qualità, ovvero di società redditizie con caratteristiche di efficienza del capitale e momentum positivo, insieme a fattori di valore e bassa volatilità, può offrire una valida copertura dai rischi.

Da un anno all’altro fino all’8 agosto 2024, il settore dei beni di consumo di base ha dominato l’indice small-cap, trainato dalle ottime performance di aziende alimentari specializzate come Vital Farms, Sprouts Farmers e Natural Grocers by Vitamin Cottage.14 In momenti di incertezza, come quelli caratterizzati da instabilità politica, il settore dei beni di consumo di base si dimostra spesso un rifugio sicuro in grado di generare sovraperformance.

Essendo all’inizio del loro ciclo di vita aziendale, le small cap sono spesso associate a forti prospettive di crescita, e quest’anno il segmento ha attirato l’attenzione degli investitori come opportunità interessante alla luce dei previsti tagli dei tassi. Le small-cap, che spesso necessitano di un maggiore ricorso al credito, tendono a beneficiare di un allentamento della politica monetaria.

Figura 2: Performance delle small-cap dopo il taglio dei tassi Fed

Performance dell’Russell 2000 Index dopo il taglio dei tassi Fed
Giugno 2001–Giugno 2020

 

Fonti: Bloomberg, Federal Reserve Bank of St. Louis. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente in un indice. Importanti comunicazioni e termini dei fornitori di dati sono disponibili sul sito web www.franklintempletondatasources.com. Il Russell 2000 Index è un indice statunitense di titoli small-cap composto dalle 2.000 società a minore capitalizzazione dell’Indice Russell.

Riteniamo che la diversificazione dei fattori possa consentire di ottenere un obiettivo specifico con un profilo di rischio/rendimento più stabile nel tempo rispetto agli indici basati sulla capitalizzazione di mercato. Inoltre, la detenzione di un portafoglio multifattoriale può anche liberare dalla necessità di prevedere i cicli temporali dei fattori o di sostenere i costi associati al passaggio da un prodotto all’altro. Una metodologia multifattoriale consente agli investitori di affidare ad altri tale compito, godendosi appieno le vacanze estive in spiaggia.



IMPORTANTI INFORMAZIONI LEGALI

Avvertenze: Prima della sottoscrizione, leggere attentamente il prospetto informativo.

Questo materiale è destinato esclusivamente a scopi di interesse generale e non deve essere interpretato come una consulenza di investimento individuale o una raccomandazione o sollecitazione ad acquistare, vendere o detenere titoli o ad adottare qualsiasi strategia di investimento. Non costituisce una consulenza legale o fiscale.

Le opinioni espresse sono quelle del gestore degli investimenti e i commenti, le opinioni e le analisi sono resi come alla data di pubblicazione e può cambiare senza preavviso. Le informazioni fornite in questo materiale non sono intese come a analisi completa di ogni fatto materiale relativo a qualsiasi paese, regione o mercato. Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita di capitale. I dati provenienti da fonti di terze parti potrebbero essere stati utilizzati nella preparazione di questo materiale e Franklin Templeton Investment ("FTI") non ha verificato, convalidato o verificato in modo indipendente tali dati. FTI non si assume alcuna responsabilità per qualsiasi perdita derivante dall'uso di queste informazioni e l’affidamento ai commenti e alle opinioni e analisi di questo materiale è a discrezione dell'utente.

Prodotti, servizi e informazioni potrebbero non essere disponibili in tutte le giurisdizioni e sono offerti al di fuori degli Stati Uniti da altri FTI affiliati e / o i loro distributori secondo le leggi e le normative locali. Si prega di consultare il proprio consulente finanziario o contatto istituzionale Franklin Templeton per ulteriori informazioni sulla disponibilità di prodotti e servizi nella tua giurisdizione.

Pubblicato da Franklin Templeton International Services S.à r.l. Succursale Italiana - Corso Italia, 1 - 20122 Milano - Tel: +39 0285459 1- Fax: +39 0285459 222

CFA® e Chartered Financial Analyst® sono marchi registrati di proprietà del CFA Institute.