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Dalla schiacciante vittoria del Partito Repubblicano di novembre, gli investitori globali non hanno aspettato il giorno dell’insediamento per effettuare riallocazioni,

accogliendo con favore il rialzo del mercato innescato dalla fine dell’incertezza elettorale e dalla prospettiva di un contesto più vantaggioso per le imprese. Ma restano aperte delle domande fondamentali sulla direzione e sull’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti, in un contesto di attese di tagli fiscali, dazi e immigrazione.

Attualmente le valutazioni delle azioni statunitensi hanno raggiunto livelli record, spingendo a guardare oltre confine per analizzare le prospettive dei mercati globali. Ovviamente il panorama macroeconomico che risulterà dalle scelte politiche del presidente eletto Donald Trump è un groviglio di incertezze, tra cui la presenza di forti tensioni geopolitiche che potrebbero turbare i mercati dell’energia e le filiere, creando potenziali ostacoli per il commercio globale.

Anche se il momentum delle azioni statunitensi può proseguire grazie alle aspettative di crescita degli utili a doppia cifra e al tema onnipresente dell’intelligenza artificiale (IA), crediamo che gli investitori con una visione lungimirante non dovrebbero perdere di vista i vantaggi della diversificazione globale e delle opportunità offerte all’estero da prospettive differenziate sul rapporto rischio/rendimento. Un altro elemento da considerare è la crescita del mercato azionario statunitense rispetto al resto del mondo.

Figura 1: Crescita del mercato azionario statunitense rispetto al resto del mondo

Capitalizzazione di mercato a flottante libero per regione (mld di USD)
2004, 2014 e 2024

Fonte: MSCI Inc. al 30 novembre 2024. L’MSCI EM Index rappresenta le società ad alta e media capitalizzazione di 24 paesi dei ME. Con 1.253 titoli, l’indice copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante libero in ogni paese. L’MSCI World ex USA Index rappresenta le società a grande e media capitalizzazione in 22 di 23 paesi con mercati sviluppati, esclusi gli Stati Uniti. Con 807 titoli, l’indice copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante libero in ogni paese. L’MSCI USA Index è concepito per misurare la performance dei segmenti a grande e media capitalizzazione del mercato statunitense. L’indice copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato rettificata per il flottante libero negli Stati Uniti. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di rendimenti futuri. Per maggiori informazioni sui fornitori di dati si rimanda al sito web www.franklintempletondatasources.com.

Gli investitori continuano a utilizzare sia ETF (Exchange-traded Fund, fondi negoziati in borsa) sia azioni individuali come parte di una strategia “barbell” piuttosto comune, dove gli ETF coprono un’ampia quota di soluzioni accessibili e a costo contenuto in varie esposizioni mentre i singoli titoli soddisfano la forte componente attiva alle estremità del bilanciere. Per un’esposizione globale, la selezione dei paesi è un fattore importante e l’allocazione in un singolo paese piuttosto che ai mercati emergenti(ME) in generale, consente agli investitori di mirare tatticamente alle economie ritenute più convincenti. Va ricordata l’ampia dispersione dei rendimenti nel 2023, quando il Messico era diventato il mercato emergente migliore in assoluto, con un rendimento del 40% circa, in contrasto con il mercato azionario cinese che si è ridimensionato quasi del 12%.1

Guardando al 2025, si prevede che la crescita globale si rafforzi intorno al 3,3% rimanendo stabile per tutto il 2026.2 Con l’aumento del protezionismo, tuttavia, sembra che alcuni mercati esteri siano più esposti ai rischi commerciali rispetto ad altri, e la forza del dollaro USA potrebbe non esercitare una pressione analoga su tutte le loro esportazioni.

Figura 2: Gli Stati Uniti nel commercio globale

Commercio degli Stati Uniti con altri paesi
Gennaio-Settembre 2024

 

Nota: Scambi unicamente di merci.

Fonti: FactSet, US Census Bureau. Per maggiori informazioni sui fornitori di dati si rimanda al sito web www.franklintempletondatasources.com.

Messico e Canada

L’imposizione dei dazi da parte di Trump non ha preso di mira solo la Cina, ma anche agli altri due principali partner commerciali: Messico e Canada. È stato tuttavia notato che il metodo transazionale diplomatico di Trump durante il suo primo mandato aveva già imposto dazi, utilizzandoli come strumenti di negoziazione. Questa volta, il mercato sta accogliendo con sollievo la decisione di nominare alla guida del Tesoro Scott Bessent, fautore di un approccio graduale alle restrizioni sugli scambi commerciali e la disponibilità a negoziare i livelli dei dazi.

Nonostante l’impostazione protezionistica, i mercati azionari del Canada sono cresciuti dalla fine del secondo trimestre, con l’indice MSCI Canada che ha registrato un aumento del 28% in dollari USA.3 Tale performance è stata guidata soprattutto dai titoli dei settori finanziario ed energetico, e, complessivamente, crediamo che nel 2025 il mercato azionario canadese troverà supporto nella forza dei rendimenti e delle aspettative di crescita. Anche se il Canada potrebbe dover autorizzare altre concessioni commerciali oltre a quelle già definite nel patto in vigore tra USA, Messico e Canada (USMCA), dovrebbe alla fine poter negoziare un accordo stabile per tutti. Rispetto al mercato statunitense, le azioni canadesi inoltre ci sembrano decisamente convenienti, e le prospettive delle elezioni generali nel 2025 potrebbero dimostrarsi interessanti per i mercati.

Dalla fine del secondo trimestre, oltre il confine meridionale il quadro è stato molto diverso, con l’indice MSCI Mexico che ha registrato un calo di circa il 16% in dollari USA, a causa delle preoccupazioni riguardanti la capacità della Presidente Claudia Sheinbaum di migliorare il contesto del business nazionale. L’economia messicana potrebbe dover superare un altro ostacolo se il vicepresidente eletto JD Vance dovesse attuare le imposte proposte sulle rimesse provenienti dagli Stati Uniti. Per il Messico, il maggiore destinatario delle rimesse in dollari in America Latina, le imposte potrebbero ridurre gli afflussi di oltre 6 miliardi di dollari all’anno.4

Alla luce di questo, Sheinbaum spera che la propria amministrazione possa “continuare a costruire soluzioni congiunte” con gli Stati Uniti. Molte aziende statunitensi traggono beneficio dall’USMCA, e Sheinbaum potrebbe sfruttarle per creare una lobby contro aumenti daziari significativi. L’attuale USMA, negoziato durante la presidenza di Trump, era meno dannoso per il Messico di quanto gli organi ufficiali temessero inizialmente. Nuove trattative potrebbero introdurre volatilità nel mercato, tuttavia intravediamo nel lungo termine molti vantaggi economici negli investimenti in Messico, inclusa la sua popolazione giovane. Nel 2024, il peso messicano si era svalutato oltre il 15%, contribuendo all’andamento negativo del mercato. Tuttavia, dato il percorso caratterizzato da tassi d’interesse più bassi, siamo convinti che ulteriori pressioni sulla valuta siano in gran parte già state prese in considerazione. Nella nostra analisi, le valutazioni azionarie messicane sono sempre più invitanti. Il rapporto prezzo/utili dell’11,8 stimato per il 2024 è allineato a quello di Brasile e Cina, mentre il ROE (Return on Equity) è in linea con quello del Brasile, di circa il 14% rispetto all’11% per la Cina.5

Brasile

La maggiore economia dell’America Latina è un mercato con un orientamento ciclico e valutazioni attualmente basse che riteniamo potrebbe destare interesse per gli investitori lungimiranti. Così come il Messico, anche il Brasile, un paese ricco di risorse, dispone di una forza lavoro relativamente giovane e un tasso di disoccupazione basso. Tra le priorità principali del paese vediamo la riduzione del deficit per riconquistare la fiducia degli investitori, mentre l’inclusione finanziaria rappresenta una priorità politica.

Pur essendo il maggiore esportatore mondiale di soia, il Brasile è un’economia relativamente chiusa, dove nel 2023 gli scambi commerciali costituivano circa il 33,9% del prodotto interno lordo (PIL). Secondo gli analisti, l’impatto dei dazi sul Brasile potrebbe dunque essere minore rispetto a quello sul Messico.6 A novembre, il Brasile è diventato l’ultimo mercato emergente a ospitare a Rio la più importante piattaforma mondiale per la cooperazione economica globale, il vertice del G20 (Gruppo dei 20). Abbiamo parlato recentemente del ruolo crescente del paese come potenza geopolitica.

Cina

Trump ha annunciato l’imposizione di un nuovo dazio del 10% oltre a quelli già esistenti sulla Cina, che per il momento sembra meno pesante rispetto al 60% che aveva proposto durante la campagna elettorale.

Considerando che uno dei maggiori deficit commerciali degli Stati Uniti riguarda la Cina, per Pechino potrebbe non essere facile limitare la capacità di Trump di imporre dazi sulle sue esportazioni. In passato la Cina ha incrementato i dazi sui beni americani facilmente reperibili altrove (ad es. materie prime come grano e prodotti ittici), ma non su altri articoli di produzione statunitense come farmaci e aerei. Di conseguenza, secondo gli studi del Peterson Institute for International Economics, per i consumatori cinesi i prezzi di alcuni prodotti di importazione non sono aumentati, nonostante le imposte più elevate su determinati articoli americani. Nel 2023, dopo aver abbandonato la sua politica zero-Covid, il prodotto interno lordo della Cina è aumentato del 5,2%. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha invitato la Cina a impegnarsi nella risoluzione dei problemi del settore immobiliare, mostrando comunque ottimismo nei confronti della crescita del paese con il 5% nel 2024 e il 4,5% nel 2025.7

A nostro avviso, il recente stimolo della politica monetaria cinese e l’impegno volto a stabilizzare il settore immobiliare potrebbero contribuire a compensare le turbolenze geopolitiche esterne e sostenere una ripresa ciclica. Riteniamo incoraggiante la crescente attenzione ai consumi interni, che potrebbero creare opportunità d’investimento a lungo termine in uno dei paesi più popolosi del mondo. Inoltre, grazie alle attuali riforme finanziarie che hanno aperto il mercato all’investimento estero e il rapido sviluppo delle innovazioni fintech, il settore finanziario del paese si è rivelato il migliore.

Figura 3: Contributo alla crescita del PIL mondiale: Cina e resto del mondo

Contributo alla crescita del PIL mondiale 
(Parità di potere d’acquisto)

2000 - 2023 

 

Fonti: FactSet, FMI Calcoli della Global Research Library di Franklin Templeton. Per maggiori informazioni sui fornitori di dati si rimanda al sito web www.franklintempletondatasources.com.

Taiwan

Abbiamo notato un recente aumento della domanda di ETF su singoli paesi come Taiwan, India e Giappone, data la scelta di alcuni investitori di diversificare rispetto alla Cina, apprezzando la flessibilità offerta dagli ETF per gestire sovrappesi e sottopesi nel portafoglio. Dall’inizio dell’anno alla fine di novembre, il mercato azionario di Taiwan ha registrato un rendimento di quasi il 15% in dollari USA contro il 7,7% dell’indice MSCI Emerging Markets.8 Il rapporto debito pubblico/PIL di Taiwan è considerato basso e in lieve diminuzione. A confronto, il deficit degli Stati Uniti per l’anno fiscale 2024 era pari a 1.800 miliardi di dollari, il terzo più alto mai registrato, e ci si aspetta che aumenti sotto la nuova amministrazione.

Gli analisti prevedono un costante rilancio delle vendite globali di semiconduttori che continueranno a sostenere il mercato di Taiwan. Grazie all’IA e alla tecnologia 3D, per l’industria dei chip si prevede una domanda crescente nei mercati principali. Il più grande colosso di semiconduttori di Taiwan ha intenzione di ampliare ulteriormente la propria presenza globale. In collaborazione con Sony e Toyota, infatti, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company pianifica la costruzione di un secondo stabilimento in Giappone. L’azienda svetta nella filiera del settore, soprattutto per i componenti che alimentano le applicazioni di IA ad alta prestazione.

Giappone

L’economia del Giappone ha mostrato un’espansione moderata nel periodo tra luglio e settembre, registrando un tasso di crescita annualizzato dello 0,9%9, grazie a una solida base di consumi.

Le esportazioni giapponesi sono aumentate del 3,1% su base annua nell’ottobre 2024, più del 2,2% previsto dal mercato, grazie a un notevole incremento delle spedizioni di beni industriali ai paesi membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico.10 L’indebolimento dello yen è vantaggioso per le esportazioni, rendendo meno costosi i prodotti giapponesi all’estero.

La spesa dei consumatori è stimolata dai recenti tagli dell’imposta sul reddito, da un mercato del lavoro in crescita – con aumenti salariali annui superiori al 5% – e un tasso di disoccupazione ai minimi storici. Inoltre le dinamiche valutarie sono ancora positive e a favore degli esportatori.

Come abbiamo notato negli ultimi anni, le società giapponesi hanno introdotto riforme favorevoli per gli investitori e restituito più capitale agli azionisti. Attualmente i riacquisti di azioni sono circa quattro volte la media dell’ultimo decennio.11 Gli investitori attivisti si sono riversati nel mercato, insistendo per insediare consigli di amministrazione più favorevoli per gli azionisti.

I funzionari statali hanno anche adottato più programmi mirati a stimolare l’impiego dei risparmi domestici in investimenti equity-linked, un fattore che guiderà nuovi flussi nei mercati azionari giapponesi. Con l’accelerazione dell’attività nei mercati globali di capitale, siamo convinti che la stipula di nuovi accordi possa sbloccare valore.

India

Gli investitori nei mercati azionari in espansione dell’India hanno mostrato un crescente ottimismo riguardo alle opportunità che potrebbero emergere nel 2025. Anche considerando l’effetto di potenziali dazi estesi a tutta la regione, crediamo che il subcontinente asiatico possa costituire un’eccezione. 

I mercati noti per la propria produzione a basso costo, come l’India, potrebbero beneficiare di ulteriori investimenti esteri diretti a mano a mano che l’orientamento globale verso la strategia “China+1” si dovesse intensificare. Questi mercati potrebbero vedere maggiori opportunità per soddisfare la domanda mondiale e acquisire una quota maggiore dell’attività manifatturiera globale, e l’aumento della produzione potrebbe contribuire a compensare gli effetti negativi di dazi più elevati sulle esportazioni verso gli Stati Uniti.

Negli ultimi 20 anni, l’India è stata uno dei mercati con le migliori performance su scala globale, considerandola come allocazione a lungo termine e settore in cui molti investitori sono sottorappresentati.

Gli osservatori del mercato sono convinti che Trump porterà probabilmente avanti gli sforzi pluriennali per coltivare l’India come partner strategico contro una Pechino più risoluta, condizione promettente per le relazioni commerciali. Lo dimostrano i nuovi e massicci investimenti nel paese da parte delle più importanti società tecnologiche statunitensi come Apple.

Secondo Bloomberg Economics, gli Stati Uniti sono attualmente il principale partner commerciale indiano, con scambi bilaterali di quasi 120 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale: un aumento di oltre un terzo in cinque anni.

L’India dispone di una forza lavoro ampia, giovane e istruita senza pari, e il paese è impegnato in un notevole piano di sviluppo delle infrastrutture. Sebbene l’andamento dei rendimenti dei mercati emergenti possa essere irregolare, crediamo che il boom attuale dell’IA offra interessanti opportunità. Il nuovo anno dovrebbe anche portare maggiore chiarezza sulla scelta della prossima amministrazione repubblicana, se cercherà effettivamente di applicare i dazi o utilizzarli principalmente come strumenti di negoziazione in nuovi accordi commerciali.

Il presidente eletto Donald Trump e il Primo ministro Narendra Modi sono in buoni rapporti. Riteniamo incoraggianti anche le riforme politiche, che gettano solide fondamenta per l’ascesa della classe dei consumatori indiana.

Corea del Sud

La Corea del Sud, una delle nazioni più dipendenti al mondo dal commercio, può vantare un ampio ventaglio di attività integrate nelle filiere di diversi settori, quali petrolchimico, veicoli elettrici, elettrodomestici e semiconduttori. Con la Cina come principale partner commerciale, una presidenza Trump e i possibili rischi per il commercio destano preoccupazione.

I timori relativi a un nuovo insediamento di Trump alla Casa Bianca sono aumentati in seguito alla dichiarazione del presidente eletto secondo cui la Corea del Sud sarebbe una “macchina per fare soldi”, imponendo a Seoul di pagare miliardi di dollari in più all’anno per la protezione delle truppe statunitensi nella penisola divisa. Le dichiarazioni sono arrivate poco dopo che l’amministrazione Biden e la Corea del Sud hanno raggiunto un accordo quinquennale di condivisione dei costi che ha incrementato la quota a carico della Corea del Sud a oltre 1 miliardo di dollari, con un aumento dell’8,3% rispetto al 2024.12

In passato, gli Stati Uniti hanno espresso il proprio inflessibile impegno nei confronti della Corea del Sud, promuovendo l’alleanza tra Washington e Seoul come pilastro di sicurezza e prosperità nella regione dell’Indo-Pacifico e a livello globale, ed evidenziando al contempo i consistenti contributi di Seoul al mantenimento dei 28.500 militari delle forze armate statunitensi in Corea.

Sebbene gli investitori sembrino aver ridimensionato i propri portafogli per ridurre l’esposizione a mercati che potrebbero risentire dell’impatto delle politiche protezioniste di Trump, le azioni sudcoreane potrebbero essere notevolmente sottovalutate. La buona sorte della produzione di semiconduttori del paese si è intiepidita con la quota di Samsung nella produzione di chip all’avanguardia ancora esigua rispetto alla concorrenza. La società sta investendo notevolmente nella tecnologia per aumentare le proprie capacità di produzione di HBM3E, componenti essenziali per le applicazioni di IA che negli scorsi trimestri hanno determinato gli aumenti dei ricavi della concorrenza.

A oggi, l’incertezza politica in Corea del Sud ha raggiunto il culmine. Crediamo che le barriere di sicurezza istituzionali nel paese siano abbastanza solide per resistere ai momenti difficili. Con riforme importanti in stand-by, come quelle che richiedono una migliore governance delle imprese, in cui lo stallo politico predomina, è difficile prevedere una svolta immediata. Tuttavia, con un rapporto prezzo/patrimonio netto pari a 0,8, le azioni sudcoreane sono attualmente valutate con uno sconto di circa il 60% rispetto a quelle omologhe dei mercati emergenti.13 Quando le prospettive di crescita miglioreranno – ad esempio attraverso una rapida risoluzione della crisi costituzionale, una soluzione amichevole alle minacce sui dazi di Trump e un ridimensionamento del divario tecnologico – siamo convinti che il mercato sarà ben posizionato per un rally sostenuto.

Regno Unito

Il Regno Unito ha registrato un deficit commerciale con il resto del mondo per gran parte degli ultimi decenni. Tuttavia, i servizi o i beni di consumo rappresentano la maggior parte degli scambi commerciali con il Nord America e sono il principale motore del surplus commerciale britannico.

Anche se il Regno Unito è stato un mercato di coda, crediamo che l’opportunità sottovalutata nelle azioni britanniche – attraverso valutazioni storicamente basse e una forza economica ancora non al massimo – renda questa un’opzione da considerare in portafogli globalmente diversificati.

A livello settoriale, quello finanziario è il più rappresentato e, fino a oggi, ha anche realizzato la performance migliore, con un incremento del 29%.14 Un altro fattore positivo per le azioni del Regno Unito è il loro dividendo relativamente più elevato. L’indice FTSE 100 ha un rendimento previsto dei dividendi a 12 mesi di circa il 3,8%, rispetto all’1,8% delle azioni globali, misurate dall’indice MSCI AC World.15

Data l’instabilità politica in Francia e Germania, il Regno Unito ha l’opportunità di prendere in mano la situazione ed emergere come paese europeo finora sottovalutato ma interessante. L’ottimismo degli investitori nei confronti degli asset digitali potrebbe meritare un’occhiata all’estero, a mano a mano che la crescita del talento degli sviluppatori di criptovalute si sposta dagli Stati Uniti. Potrebbe essere il segnale per un prossimo posizionamento dei motori dell’innovazione nella blockchain al di fuori del Regno Unito e di alcune aree dell’Asia, dove si è verificata una notevole adozione di questa tecnologia. Nel complesso, siamo convinti che il percorso di crescita a lungo termine per molti mercati globali sia ancora intatto, grazie alla presenza di opportunità uniche come queste.

A nostro parere, un recupero dei profitti, un’accelerazione delle tecnologie dell’IA e delle blockchain, un aumento dell’investimento di capitale privato incentivato da condizioni economiche più stabili, una maggiore attenzione allo sviluppo sostenibile nei mercati emergenti e un’attenuazione della politica monetaria globale dovrebbero aiutare i mercati globali, esclusi gli Stati Uniti, a superare eventuali ostacoli di carattere politico e generare rendimenti solidi nel 2025. Le allocazioni negli Stati Uniti rimarranno legittimamente il pilastro portante per la maggior parte degli investitori in azioni, e la crescita economica del paese supererà probabilmente sia gli omologhi sia le aspettative. Ma dato l’ampliamento del rally e i cambiamenti epocali nel contesto geopolitico, diversificare è più importante che mai. E grazie a una sempre più ampia gamma di strumenti a basso costo, semplici e precisi – come gli ETF di singoli paesi o regionali,  strategie di dividendi basate su norme o portafogli tematici, non è mai stato così semplice raggiungere un buon livello di diversificazione.



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