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Il 29 maggio 2024 i cittadini del Sudafrica andranno alle urne per le settime elezioni nazionali generali. I cittadini di età superiore a 18 anni, ma idonei per votare sono 42 milioni, ma in base a quanto comunicato dalla Commissione elettorale, si sono registrati solo 27 milioni, ossia il 64%.1 Quest’anno, la Commissione ha raccolto 4,5 milioni2 di registrazioni presentate dalla categoria giovanile, che secondo le stime di Stats South Africa ammonta a 17,8 milioni di cittadini.3 È un chiaro segno della delusione dei giovani, che va a favore dell’African Nation Congress (ANC), dal momento che la popolazione rurale, molto più numerosa e tradizionalmente fedele, costituisce una quota maggiore di quella registrata, e raramente viene intervistata. L’ANC ha vinto tutte le elezioni, scendendo sotto il 60% dei voti solo nel 2019, quando ha ottenuto il 57,5% delle preferenze.4 Quest’anno, una potente combinazione di debolezza dell’attività economica, tasso elevato di disoccupazione, inflazione persistente e debilitanti razionamenti della distribuzione di elettricità hanno segnato in certi sondaggi un crollo del sostegno per il governo. Se l’ANC non dovesse riuscire a ottenere almeno il 50% dei voti, dovrebbe negoziare con altri partiti più piccoli per poter restare al potere.

I partiti maggiori nell’Assemblea Nazionale sono l’ANC, la DA (Alleanza Democratica) e l’EFF (Combattenti per la Libertà economica). Al quarto posto vi è l’IFP (Inkatha Freedom Party), che tuttavia è limitato alla provincia del KwaZulu-Natal. Inaspettatamente, Jacob Zuma, l’ex presidente caduto in disgrazia che era stato obbligato a dimettersi nel 2018 dopo una serie di scandali per corruzione, si presenta per un nuovo partito “uMkhonto weSizwe” (MK). È il nome della defunta ala militare del vecchio ANC, che si era battuta contro la politica governativa dell’Apartheid. Il suo nome in zulu significa “Lancia della Nazione”. A 81 anni, Zuma è un veterano dell’originale “uMkhonto weSizwe” nella cosiddetta Guerra del Bush, una campagna di guerriglia contro l’Apartheid, e attribuendosi il nome MK si appella alle credenziali di combattente per la libertà dell’ANC, il che per loro è molto dannoso.

L’ultimo sondaggio della Social Research Foundation, completato il 20 aprile 2024, suggerisce che l’ANC potrebbe scendere al 41%, l’Alleanza Democratica salire al 26% e l’MK di Zuma potrebbe conquistare il terzo posto con il 14%,5 cannibalizzando l’EFF e l’IFP. Va tuttavia ricordato che abitualmente nei sondaggi sono sottorappresentati i votanti delle zone rurali, una roccaforte più ampia dell’ANC. Nei sondaggi inoltre sono inclusi i votanti indecisi o votanti che potrebbero scegliere di votare per altri partiti, ma che poi il giorno delle elezioni scelgono di non votare affatto. Ciò porta a un’affluenza alle urne minore, che alla fine gioca a favore dell’ANC. Un debole risultato potenziale dell’ANC obbligherebbe il partito a negoziare con il DA o l’EFF. Una coalizione con il DA suggerirebbe una drastica svolta a favore di politiche ortodosse e riforme importanti, che secondo noi sarebbero accolte positivamente dagli investitori internazionali. Inoltre modificherebbe l’orientamento della politica estera del paese favorevole nei confronti di Russia e Cina e che passerebbe invece a favorire Stati Uniti ed Europa. Peraltro gli investitori guarderebbero negativamente a un patto con l’EFF, considerando che la piattaforma del partito è marxista-leninista, spingendo per un’espropriazione forzata dei terreni e dei patrimoni dei sudafricani di razza bianca.

Chiunque esso sia, il vincitore erediterà un’economia sottoperformante con un costante deterioramento nella fornitura di servizi pubblici basilari, ampiamente dovuto a elevati livelli di corruzione e cattiva gestione, con il risultato di un elettorato inquieto. L’anno scorso Eskom, la società elettrica statale, segnato un record di 282 giorni6 di razionamento energetico, o tagli dell’alimentazione elettrica. Sono 23 giorni al mese, con tagli durati fino a sei ore. Intanto i consumatori hanno subito duri colpi da un’inflazione ostinata (5,3%7), tassi d’interesse (il tasso d’interesse di base è a un massimo su 15 anni dell’11,75%8) e prezzi dell’elettricità (saliti del 33,8% negli ultimi due anni). Il rapporto debito-PIL è al 75% e la disoccupazione è tra le più alte del mondo (32,1%).9 In aggiunta, le stime governative della crescita economica sono state costantemente troppo ottimiste e superiori a quelle del Fondo Monetario Internazionale.10

A parte lo slancio impresso alla crescita economica e la risoluzione di strozzature come Eskom, resta il compito più che gigantesco di smantellare le reti basate su patrocinio e corruzione che si erano sviluppate all’epoca di Jacob Zuma, e che rappresentano un rischio strutturale economico e politico per il paese.



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