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Anteprima:

In sintesi

  • Prevediamo che entro la fine del 2024 l'inflazione USA si attesterà su livelli decisamente inferiori agli obiettivi della Federal Reserve (Fed), la quale potrà quindi attuare un allentamento più consistente di quanto previsto al momento.
  • In Europa, una lieve contrazione della crescita e un ulteriore calo dell'inflazione core dovrebbero consentire alla Banca Centrale Europea di allentare la politica nel secondo trimestre del 2004.
  • Nel Regno Unito, i rischi al ribasso per la crescita corroborano il nostro parere secondo cui il mercato sottovaluta ancora la portata dei probabili tagli dei tassi della Bank of England.
  • Quanto alla Cina, continuiamo a ritenere che a fronte di una moderazione di crescita e inflazione i tassi di interesse cinesi dovrebbero restare a lungo sui bassi livelli attuali.

La crescita globale continua a rallentare, trainata al ribasso da Europa, Regno Unito e Cina. Negli Stati Uniti ci attendiamo un’ulteriore decelerazione della crescita ma senza recessione. Sul fronte dell’inflazione, l'indebolimento della domanda di prodotti e servizi in diversi Paesi e le pressioni deflazionistiche in Cina attenuano le pressioni sui prezzi a livello globale. Queste tendenze, unite all’accumularsi degli effetti della stretta monetaria delle principali banche centrali, dovrebbero frenare ulteriormente la crescita economica e l’inflazione su scala globale, con conseguente calo dei rendimenti dei titoli di Stato dei mercati sviluppati (MS) e modesto indebolimento del dollaro USA. Un simile contesto macroeconomico favorisce i mercati emergenti (ME), in particolare quelli dell'America Latina, per i quali prevediamo una sovraperformance. Altri segmenti con spread come high yield, prestiti bancari e selezionate aree dei titoli garantiti da ipoteca (MBS) offrono rendimenti interessanti, ma riconosciamo la loro vulnerabilità a cambiamenti imprevisti nelle politiche delle banche centrali, nel sentiment macroeconomico e nella situazione geopolitica. I persistenti timori di un contesto di tassi "più alti più a lungo", alimentati da fattori quali una crescita più sostenuta del previsto negli Stati Uniti, un aumento dell'offerta di Treasury statunitensi (UST) per coprire il crescente deficit fiscale e un'inflazione ancora superiore agli obiettivi delle varie banche centrali, possono dar luogo a impennate di volatilità sui mercati.

Argomenti trattati nella pubblicazione integrale:

  • Driver principali
    • USA: La decelerazione dell’inflazione dovrebbe indurre la Fed a un allentamento più consistente
    • Cina: Sostegno ancora necessario, ma senza grandi modifiche
    • Europa: Disinflazione ben avviata
  • Tassi dei mercati globali: valore relativo per regione
  • Valore relativo per settore


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