Tre spunti di riflessione di oggi
Moody’s declassa il rating creditizio degli Stati Uniti: I dubbi sullo status di porto sicuro degli Stati Uniti come mercato di investimento, un dollaro USA in indebolimento e politiche imprevedibili spingono gli investitori a diversificare sempre più al di fuori degli Stati Uniti1.1 Questo potrebbe fungere da catalizzatore per altre asset class, ad esempio le azioni dei mercati emergenti (ME). Con questa decisione, Moody’s è l’ultima delle tre principali agenzie a togliere agli Stati Uniti il rating massimo.
Si avvicina la scadenza per i dazi: Mentre scriviamo, pochi paesi hanno raggiunto accordi con gli Stati Uniti sui dazi reciproci. Una sorpresa gradita, però, viene dall’intesa bilaterale raggiunta tra Cina e Stati Uniti che, in passato, era considerato il negoziato più difficile. Nonostante un’intensificazione dell’attività diplomatica negli ultimi giorni di giugno, i negoziati procedono lentamente.
Pianificazione della successione: A undici mesi dalla conclusione del mandato del Presidente della Fed2 Jerome Powell, il Presidente USA Donald Trump ha annunciato la sua intenzione di nominare un successore. La divergenza di posizioni fra il presidente e la banca centrale statunitense sui tassi d’interesse è stata ampiamente documentata, ma l’annuncio di un successore con così largo anticipo rappresenterebbe una novità assoluta per i 111 anni di storia della Fed2. Il presidente ha ribadito con fervore la sua posizione sulla riduzione dei tassi di interesse, e la sua scelta rispecchierebbe probabilmente la stessa visione.
Prospettive
In un contesto di incertezza tariffaria, due dei nostri gestori di portafoglio hanno intrapreso un viaggio di una settimana in Vietnam. L’obiettivo della visita era comprendere le ripercussioni dei dazi statunitensi sulle nostre partecipazioni in portafoglio. Nel corso di questo viaggio, i gestori hanno tenuto incontri con i vertici aziendali, i decisori politici e gli operatori di mercato.
Alla ricerca di nuove vie per gli investimenti diretti esteri (IDE)
Secondo il nostro analista ASEAN, le azioni vietnamite dovrebbero mantenersi in una fascia di oscillazione fino a quando non emergerà maggiore chiarezza sul fronte dei dazi. Se l’attuale livello di dazi statunitensi sulle merci vietnamite, pari al 46%, dovesse rimanere in vigore, riteniamo che avrà un impatto sulla crescita economica e che emergerà anche un rischio di revisioni al ribasso degli utili. Non è un segreto che il Vietnam sia tra le principali, se non la principale, destinazione di IDE sia dall’Oriente che dall’Occidente. Il Vietnam continua ad aspirare a diventare un hub manifatturiero per le esportazioni verso il resto del mondo, ma ora i policymaker puntano a una crescita interna. L’obiettivo del Vietnam è quello di fare meno affidamento sul ruolo di assemblatore nelle catene di fornitura e di spostarsi verso settori a maggior valore aggiunto, favorendo i trasferimenti tecnologici e la formazione dei talenti.
I gestori hanno riscontrato una visione comune da parte del management e dei responsabili politici: il governo sta facendo attivamente del paese una destinazione privilegiata per gli IDE. Un’iniziativa chiave dell’attuale amministrazione mira ad accrescere l’efficienza, riducendo fino al 70% i livelli decisionali interni. Questa mossa, a nostro avviso, stimolerà l’afflusso di IDE.
Opportunità dalla Cina
Se i dazi statunitensi sulla Cina non dovessero concretizzarsi, il ruolo del Vietnam nell’integrazione della catena di fornitura cinese sarebbe minacciato? Una società privata ha risposto a tale quesito. A suo parere, le dimensioni che la Cina offre rimangono insuperabili. La Cina continuerà a rivolgersi al Vietnam anche per la sua capacità produttiva alternativa e per due vantaggi chiave: i costi relativamente più bassi e affinità culturale. Culturalmente, l’onshoring in Vietnam è più facile che in India o in Indonesia, ad esempio. Inoltre, le imprese cinesi si sono rese conto di non poter avere l’intera capacità produttiva in Cina; affidarsi unicamente alla domanda interna è una strategia sempre meno utilizzata. Tra i mercati di esportazione, pochi paesi offrono ciò che può offrire il Vietnam.
I nostri gestori esperti hanno affrontato numerose sfide in Vietnam negli ultimi 15 anni, tra cui la pandemia COVID-19, la crisi del sistema bancario e i problemi che affliggono il settore immobiliare aziendale. Tuttavia, ritengono che il Vietnam uscirà rafforzato dall’attuale incertezza. Le storie di successo non mancano e, a loro avviso, le trasformazioni in atto nel tessuto imprenditoriale vietnamita sono incoraggianti.
Analisi di mercato: Secondo trimestre 2025
Le azioni dei ME hanno segnato un rialzo nel secondo trimestre 2025. Le tensioni geopolitiche hanno rappresentato una costante durante il trimestre. Il periodo è stato caratterizzato da persistenti tensioni geopolitiche e dalla perdurante incertezza riguardo agli accordi sui dazi fra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Il conflitto tra Israele e Iran si è inasprito, coinvolgendo questa volta anche gli Stati Uniti. Nei tre mesi in esame, l’MSCI EM Index ha guadagnato il 12,20%, mentre l’MSCI World Index è avanzato dell’11,63%.3
La regione emergente dell’Asia ha segnato un rialzo generalizzato, che ha coinvolto tutti i paesi. Un accordo quadro sui dazi tra Cina e Stati Uniti ha attenuato alcune incertezze, anche se i leader dei due paesi devono ancora ratificare l’intesa. Uno dei nostri gestori ritiene che il range di dazi - Cina al 30% e Regno Unito al 10% - rappresenti un segnale intenzionale degli Stati Uniti e che le tariffe per gli altri paesi dovrebbero muoversi entro questo intervallo. Le azioni indiane hanno beneficiato del miglioramento dei dati macroeconomici, in particolare dell’allentamento dell’inflazione e di una crescita del prodotto interno lordo (PIL) migliore del previsto per il trimestre gennaio-marzo.
La revoca dei dazi statunitensi sui semiconduttori e il forte slancio dell’intelligenza artificiale (IA) hanno infuso ottimismo ai mercati della Corea del Sud e di Taiwan, fortemente dipendenti dalla tecnologia, spingendoli al rialzo grazie a prospettive più rosee. L’azionario sudcoreano ha beneficiato anche dell’elezione del presidente, che ha promesso riforme di mercato e un rilancio del programma “Value-Up”, offrendo un potenziale per ulteriori rialzi azionari.
L’azionario della regione Europa emergente, Medio Oriente e Africa (EEMEA) è salito nonostante le tensioni geopolitiche.. Tra Iran e Israele è stata raggiunta una tregua temporanea. L’assenza di impatto del conflitto sulla produzione di petrolio nella regione e il coinvolgimento dell’esercito statunitense hanno ridotto il sentiment negativo. La volatilità dei prezzi del petrolio ha pesato sul mercato azionario dell’Arabia Saudita.
Le azioni dell’America Latina emergente hanno guadagnato terreno. I solidi utili da diverse società brasiliane di primo piano, nonostante gli alti tassi di interesse, hanno dominato le prime pagine. La banca centrale del Brasile ha continuato ad alzare i tassi nel trimestre, senza però intaccare l’ottimismo degli investitori verso l’azionario brasiliano. Questa positività si è manifestata anche in Messico, dove la banca centrale ha abbassato i tassi di riferimento, portandoli ai minimi di quasi tre anni. La regione è inoltre percepita come relativamente protetta da dazi e grandi tensioni geopolitiche.
Note finali
- “US Fund Flows: Investors Return in May After Rare April Outflows”. Morningstar.com. 18 giugno 2025.
- “Trump may name a ‘shadow’ Fed chair, an unprecedented development in American history”. Cnn.com. 27 giugno 2025.
- Fonte: MSCI. 30 giugno 2025. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di futuri rendimenti.
Definizioni degli indici
I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Importanti comunicazioni del fornitore dei dati e i rispettivi termini sono disponibili sul sito web www.franklintempletondatasources.com.
- L’indice MSCI All Country World è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato in base al flottante, progettato per misurare la performance azionaria dei mercati sviluppati ed emergenti globali.
- L’indice MSCI Brazil è concepito per misurare la performance dei segmenti ad alta e media capitalizzazione del mercato brasiliano.
- L’indice MSCI China rappresenta le azioni di classe A, H, B, Red chip, P chip e le quotazioni estere (es. ADR) di large e mid cap cinesi.
- L’indice MSCI EM Asia ex Japan rappresenta le società ad alta e media capitalizzazione di due paesi sviluppati su tre (escluso il Giappone) e di otto paesi emergenti.
- L’indice MSCI EM Latin America rappresenta le società ad alta e media capitalizzazione di cinque mercati emergenti dell’America Latina.
- L’indice MSCI EM EMEA rappresenta le società ad alta e media capitalizzazione di 11 paesi appartenenti ai mercati emergenti (ME) di Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA).
- L’Indice MSCI EM è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato corretta per il flottante, concepito per misurare la performance delle azioni dei mercati emergenti globali.
- L’Indice MSCI India è concepito per misurare la performance dei segmenti ad alta e media capitalizzazione del mercato indiano.
- L’indice MSCI Mexico è progettato per misurare la performance dei segmenti ad alta e media capitalizzazione del mercato messicano.
- L’Indice MSCI South Korea è concepito per misurare la performance dei segmenti ad alta e media capitalizzazione del mercato sudcoreano.
- L’Indice MSCI Turkey è concepito per misurare la performance dei segmenti ad alta e media capitalizzazione del mercato turco.
- L’indice MSCI World rappresenta società ad alta e media capitalizzazione in 23 paesi dei mercati sviluppati.
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale.
I titoli azionari sono soggetti a fluttuazioni dei prezzi e a possibili perdite del capitale investito.
Gli investimenti internazionali sono soggetti a rischi specifici, tra cui fluttuazioni valutarie e incertezze sociali, economiche e politiche, che potrebbero aumentare la volatilità. Tali rischi sono amplificati nei mercati emergenti. Tali rischi sono amplificati nei mercati emergenti. Gli investimenti in aziende in un paese o regione specifici possono avere una maggiore volatilità rispetto a quelli più ampiamente diversificati a livello geografico.
Gli investimenti in Cina sono soggetti a maggiori livelli di rischio normativo rispetto ad altri paesi dovuti all’elevata partecipazione del governo nell’attività economica.
Rischi particolari sono legati agli investimenti in Cina, Hong Kong e Taiwan, tra cui la riduzione della liquidità, l’espropriazione, la tassazione confiscatoria, le tensioni commerciali internazionali, la nazionalizzazione, le normative sul controllo dei cambi e la rapida inflazione, tutti fattori che possono avere un impatto negativo sul fondo. Gli investimenti a Taiwan potrebbero essere influenzati negativamente dalle relazioni politiche ed economiche con la Cina.
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