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Il 23 febbraio, 60 milioni di elettori hanno votato in 299 circoscrizioni dei 16 Stati della Germania. Ecco qualche riflessione preliminare sui risultati finali e considerazioni sulle implicazioni per gli investitori.

Perché queste elezioni sono importanti?

La Germania è l’economia al terzo posto per importanza mondiale e la più importante in Europa, storicamente trainata da un potente gruppo di società industriali che esportano con successo in tutto il mondo. La direzione politica scelta dalla Germania nei prossimi quattro anni stabilirà i parametri per l’Unione Europea e, per estensione, eserciterà un importante impatto di rilievo sull’economia mondiale.

Quali erano i problemi prioritari?

Nel 2021 il problema più importante per gli elettori era il cambiamento climatico, ma dopo una serie di disastrosi attacchi terroristici che nell’anno passato hanno colpito la popolazione civile, attualmente al primo posto vi è la questione della sicurezza. Hanno esasperato la situazione la guerra tra Russia e Ucraina e i recenti segnali secondo i quali gli Stati Uniti non sono più interessati a fornire uno scudo per l’Europa.

Le risposte ai sondaggi pre-elettorali1 hanno mostrato che le questioni più importanti in assoluto erano la pace e sicurezza (45%), l’economia (44%), e la giustizia sociale (39%). Subito dopo venivano le pensioni e la sicurezza per la vecchiaia (22%) e la protezione climatica (anche questa al 22%).

Per gli investitori, le questioni più importanti sono state una crescita fiacca dell’economia, una debole produttività, l’ostacolo costituzionale all’emissione di debito (estremamente necessario per l’investimento pubblico in infrastrutture e difesa) e la vulnerabilità della Germania ai dazi eventualmente imposti sulle esportazioni verso gli Stati Uniti in un momento nel quale le relazioni tra l’UE e la Cina stanno peggiorando.

Quali sono stati i risultati?

Come era stato previsto, il partito Cristiano Democratico (CDU/CSU) con il leader Friedrich Merz sarà alla guida del prossimo governo tedesco, avendo ottenuto il 28,6% dei costi, seguito dal partito di destra AfD (Alternative für Deutschland) che ha ottenuto il 20,8%, con un raddoppio del suo sostegno rispetto alle ultime elezioni. Subito dopo vi sono stati l’SFD, che ha ottenuto il 16,4%, i Verdi con l’11,6% e Die Linke (sinistra) con l’8,8%. Il BSW (sinistra) con il 4,97% e l’FSP (liberali) con il 4,3% non entreranno nel Bundestag, non essendo riusciti a superare la barriera del 5%. Tutti gli altri partiti combinati hanno raggiunto un totale del 4,4%.

Nonostante i progressi previsti per il partito AfD, che ha ottenuto il 20,8% del voto popolare aggiudicandosi 252 seggi, conformemente alle aspettative ha vinto una combinazione del CDU/CSU e SPD, con un voto popolare complessivo del 45% e aggiudicandosi 328 seggi (316 seggi richiesti per la maggioranza).

La frequenza alle urne è stata dell’82,5%, in aumento del 9% rispetto a quattro anni prima e la più elevata dalla riunificazione della Germania.

Che aspetto avrà il nuovo governo?

Il modello di rappresentazione proporzionale tedesco è ideato per facilitare l’accesso al Bundestag dei partiti di dimensioni più piccole e imepdire che sia un unico partito ad esercitare il pieno controllo. Ciò spiega perché in Germania vi sono 41 partiti politici, 10 dei quali hanno presentato candidati in ogni circoscrizione.

Questo sistema significa che la Germania tende ad essere governata da governi di coalizione. Con la loro ampia esperienza, la combinazione CDU/CSU ed SPD che si sono aggiudicati il 45% complessivo dei seggi, potrebbe formare una coalizione al governo, anche se ancora inferiore ai due terzi necessari per cambiare strutturalmente la regola del tetto del debito, ad esempio.

L’importanza dei partiti più piccoli cresce sproporzionatamente quando superano la barriera del 5% per ottenere l’accesso al Bundestag. Ciò rende anche molto più difficili da superare le meccaniche per la creazione di una coalizione.

Quali sono le implicazioni per i mercati?

Tra le proposte politiche durante la campagna elettorale vi era un certo livello di riforma per il tetto del debito, tuttavia probabilmente ancora inferiore a quanto gradirebbero i mercati di capitale. I mercati inoltre aspireranno alla costituzione di uno o più fondi per scopi speciali, che potrebbero essere lanciati rapidamente per consentire una spesa più elevata per la difesa, le infrastrutture e l’energia.

Gli investitori si attendono imposte sulle imprese più basse e costi stabili dell’elettricità per i clienti industriali, anche se non dovrebbero dimenticare che cambiamenti strutturali richiedono tempo e i benefici saranno visibili solo a partire dal 2026.

Gli investitori azionari sono concentrati sulle proposte della coalizione CDU/CSU per ridurre una riduzione dell’imposta sulle società dal 30,8% al 25% in quattro anni. Secondo le stime degli analisti, ciò potrebbe tradursi in un aumento degli utili azionari dell’1,1% nel 2027 e fino all’1,9% nel 2029. I settori che probabilmente ne sarebbero più avvantaggiati sono la difesa, i servizi di pubblica utilità, i beni in conto capitale, le auto, le proprietà immobiliari e, in misura minore, le banche e i fabbricanti di prodotti chimici.

Storicamente, le elezioni tedesche non hanno provocato dato il via a movimenti dell’euro, indipendentemente dal risultato. Nei mercati valutari il focus è concentrato quasi esclusivamente sulla potenziale riforma del tetto del debito, che richiederebbe una maggioranza di due terzi nel Bundestag. Tuttavia, l’eventuale introduzione di altre riforme quali quella fiscale, il finanziamento della difesa e la sicurezza energetica) sarebbe di sostegno anche per l’euro.



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