CONTRIBUTORI

Dina Ting, CFA
Head of Global Index Portfolio Management,
Franklin Templeton ETFs
Il conflitto Russia-Ucraina ha causato un’impennata dei prezzi delle materie prime; pertanto il Brasile, un importante esportatore di commodity, dovrebbe beneficiare della situazione. Dina Ting, Head of Global Index Portfolio Management, Franklin Templeton Exchange-Traded Funds, analizza le prospettive per l’azionario brasiliano alla luce degli eventi recenti.
- Invece di perdere terreno per via della guerra in Ucraina, le azioni del Brasile, autrici di una sovraperformance di recente e caratterizzate da valutazioni molto scontate e dividend yield interessanti, attirano l’attenzione degli investitori.
- Il Paese, ricco di risorse, dovrebbe beneficiare ancora dei rincari di petrolio e commodity a livello globale.
- In Brasile, la nazione più grande dell’America Latina, le fonti energetiche rinnovabili coprono già oltre l’80% della matrice dell’elettricità e il programma di riforme green dovrebbe favorire la crescita di lungo periodo.
La confusione creata dal conflitto Russia-Ucraina è solo l’ultimo dei fattori che acuiscono l'incertezza per gli investitori di tutto il mondo. Le implicazioni per il Brasile, ricco di materie prime, sono ancor più pesanti.
Appena una settimana prima dell’attacco, il Presidente brasiliano Jair Bolsonaro si era recato a Mosca per dimostrare “solidarietà” a Putin. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Bolsonaro aveva ripreso il suo vice per aver criticato il Cremlino. Tuttavia il Brasile, come altri membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, ha approvato la risoluzione che condanna l’invasione malgrado la riluttanza del suo Presidente, dichiaratosi “neutrale”.
Le tensioni geopolitiche hanno il potere di far precipitare tutti i mercati in rosso dalla sera alla mattina. Di norma però le azioni mondiali non hanno un andamento sincronizzato a lungo. La diversificazione a livello globale acquisisce quindi rilevanza e di recente l’attenzione degli investitori si è spostata sull’America Latina. In febbraio, l’azionario emergente nel complesso presentava uno sconto del 40% rispetto al rapporto prezzo/utili (P/E) dell’S&P 500. Le valutazioni erano quindi ai livelli più bassi degli ultimi 18 anni1. Gli investitori interessati ad assumere un’esposizione ai mercati esteri più mirata hanno guardato al Brasile, incoraggiati anche da valutazioni estremamente scontate. Il P/E sul mercato locale - pari a 6,5 - è inferiore di oltre il 70% alla media storica a cinque anni2.
Da gennaio il FTSE Brazil Capped Index è avanzato del 17% circa, un dato pressoché analogo alle perdite complessive registrate nel 2021 (quando il Brasile ha conseguito la seconda performance annua peggiore alle spalle della Cina). Sostenuto dalla consistente ponderazione di materiali ed energia, l’indice ha messo a segno un rimbalzo significativo, superando altre economie emergenti e il FTSE Emerging Market Index, in calo del 3%3
Le azioni brasiliane presentano valutazioni interessanti
Rapporto prezzo-utile
Ultimi 12 mesi - A febbraio 2022

Fonti: Bloomberg, indici FTSE, a febbraio 2022. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di risultati futuri.
Le sanzioni globali ai danni della Russia fanno salire i prezzi delle materie prime, di conseguenza il Brasile, tra i maggiori esportatori di commodity al mondo, dovrebbe trarre vantaggio dalla situazione. Così come gli altri esportatori di prodotti agricoli, anche il Brasile potrebbe dover far fronte al rincaro dei fertilizzanti e dell’energia per via del conflitto tra Russia e Ucraina poiché i fertilizzanti sono in cima alla lista dei prodotti importati dalla Russia.
Le fonti di energia rinnovabili coprono l’83% della matrice dell’elettricità del Brasile, pertanto il Paese gode di un vantaggio competitivo rispetto ad altri esportatori di prodotti agricoli. La rilevanza delle fonti rinnovabili contribuisce inoltre a ridurre l’esposizione del Brasile agli aumenti di prezzo per la generazione elettrica ad alta intensità di carbonio4.
Secondo la US Energy Information Administration, due anni fa il Brasile è stato l’unico Paese dell’America meridionale a incrementare la produzione di greggio. L’importanza del Paese è aumentata anche perché si prospetta che entro il 2040 il Brasile sarà responsabile dell’estrazione di circa la metà del petrolio offshore globale 5.
Nascono quindi nuove opportunità di investimento e un’interessante occasione per esporsi alla nazione più grande dell’America Latina. Al momento i titoli brasiliani offrono un dividend yield allettante dell’8% circa, sostenuto dai settori energetico e dei materiali che contribuiscono per il 4% circa6.
Contributo del Brasile alla produzione mondiale
Materie prime
Al 2020

Fonti: Agenzia internazionale per l’energia, US Geological Survey, Mineral Commodity Summaries, gennaio 2021. Dati al 2020.
Dal punto di vista degli scambi commerciali, l’esposizione del Brasile alla Russia è minima. Prima del conflitto, l’export annuo verso la Russia costituiva meno dell’1% delle esportazioni totali del Brasile7. Siccome il valore delle merci vendute dal Brasile alla Russia (circa $1,6 miliardi l’anno) e all’Unione Europea è molto esiguo rispetto a quello dei beni esportati verso gli Stati Uniti ($31 miliardi circa), il controverso viaggio di Bolsonaro a Mosca non sembra motivato da ragioni economiche. Ma gli analisti non escludono che in un anno turbolento in cui si terranno anche le presidenziali l’attuale Presidente, inviso a molti, abbia sperato di rilanciare la sua immagine con uno sfoggio di diplomazia di portata globale.
Senza dubbio l’incertezza politica offusca le prospettive di crescita del Brasile. C’è il rischio che gli alti prezzi del greggio comportino una distruzione della domanda, vale a dire la riduzione prolungata o permanente della domanda per via dell’improvviso aumento dei prezzi a livelli insostenibili. Una guerra prolungata in Ucraina rappresenta ovviamente un’ulteriore minaccia. Infatti potrebbe far salire ancora non solo l’inflazione del Brasile, già molto alta e pari al 10,4% a fine gennaio, ma quella di gran parte delle economie mondiali8.
Il Presidente della Banca centrale del Brasile Roberto Campos Neto, tuttavia, è apparso ottimista poiché prevede una riduzione accelerata delle pressioni inflazionistiche nel Paese in primavera. Positive anche le stime del Ministro dell’economia Paulo Guedes, che di recente ha ipotizzato una flessione dell’inflazione interna a livelli addirittura più bassi che negli Stati Uniti nel corso dell’anno.
Guedes ha dichiarato che l’economia mondiale attraversava già una fase di “decelerazione sincronizzata” all’inizio della pandemia, ma il Brasile andava nella direzione opposta ed era quindi “desincronizzato”. Ha poi accennato all’accelerazione degli investimenti esteri in Brasile che a suo dire dovrebbero ammontare a $200 miliardi in impegni entro fine anno.
Invece di fare affidamento sul prossimo ciclo di boom dei prezzi delle commodity, i leader brasiliani cercano di creare condizioni ancor più favorevoli agli investimenti a sostegno di una crescita più sostenibile. I conti pubblici e la bilancia delle partite correnti del Brasile sono migliorati poiché il rincaro del petrolio sostiene il Paese, esportatore netto di greggio. Gli investimenti esteri diretti in Brasile hanno raggiunto $4,7 miliardi in gennaio, il livello più alto da agosto 20219. I fattori macroeconomici positivi sostengono anche le società: l’impennata dei flussi di cassa derivante dall’aumento del prezzo del greggio infatti dovrebbe contribuire alla riduzione del debito dei produttori di petrolio locali. Per di più, sembra che il Brasile benefici della recente decisione dei provider di indici MSCI e FTSE di estromettere la Russia dai benchmark che induce gli investitori a riallocare capitali alla sesta nazione più popolosa al mondo.
“Il fenomeno più rilevante in atto in Brasile è la transizione da un’economia statale a un’economia di mercato”, ha affermato Guedes, che ha poi aggiunto: “Sono inoltre in atto cambiamenti infrastrutturali di lungo termine strategici”.
Il deciso inasprimento dei tassi da parte delle autorità monetarie ha comportato l’apprezzamento della valuta locale, il real, e un aumento dei flussi di investimenti esteri in ingresso. Per la Banca centrale del Brasile l’autonomia - stabilita per legge solo l’anno scorso - costituisce una riforma significativa che mira a proteggerla dalle ingerenze dei politici e a rafforzare la credibilità economica del Paese tra gli investitori.
In ogni caso, c’è un rischio che dobbiamo monitorare con attenzione: Bolsonaro ha creato condizioni tali da consentire ai suoi sostenitori di contestare il risultato delle presidenziali di ottobre, una strategia in linea con quella dell’ex Presidente USA Donald Trump. I mercati tuttavia scontano già una vittoria del candidato di sinistra ed ex Presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, attualmente in vantaggio di otto punti negli ultimi sondaggi di PoderData da cui emerge che tra gli aventi diritto il 40% voterebbe per Lula e il 32% per Bolsonaro10.
Se Lula dovesse vincere le elezioni, la quarta maggiore democrazia al mondo potrebbe avere maggiori possibilità di fare dei passi avanti nell’ambito del programma di interventi green volti a raggiungere la neutralità carbonica - un tema strategico di cui tener conto, in particolare in riferimento all’Amazzonia. Fortunatamente, essendo una nazione ricca d’acqua, il Brasile è il secondo maggior produttore di energia idroelettrica al mondo dopo la Cina. Nell’ambito del programma decennale per il potenziamento della generazione energetica, le fonti rinnovabili diverse dall’acqua dovrebbero acquisire una rilevanza progressivamente maggiore, sino a costituire il 28% del mix energetico interno entro il 202711. Quanto a innovazione e digitalizzazione, nella seconda metà dell’anno è atteso il lancio del progetto pilota per l’emissione di valuta digitale da parte della banca centrale. Simili iniziative dovrebbero far sì che l’economia sia ben posizionata per beneficiare di una crescita di lungo periodo.
Note finali
- Fonti: FactSet, MSCI, S&P Dow Jones Indices, FactSet Market Aggregates. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di risultati futuri. Per ulteriori informazioni sui data provider si rimanda a franklintempletondatasources.com.
- Fonti: Bloomberg, indici FTSE. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente in un indice. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita. I rendimenti passati non sono indicazione o garanzia di risultati futuri.
- Fonte: Ibid.
- Fonte: Governo del Brasile Ministero per le miniere e l’energia, 28 gennaio 2020.
- Fonti: Organizzazione mondiale del commercio Agenzia internazionale per l’energia (IEA).
- Fonte: Bloomberg. Bloomberg, FTSE Brazil RIC Capped Index, 4 marzo 2022.
- Fonte: FactSet, Ministero per lo sviluppo, l’industria e il commercio del Brasile (MDIC).
- Fonte: Reuters, febbraio 2022.
- Fonte: Bloomberg.
- Fonte: Bloomberg, sondaggio: Poder360, 2 marzo 2022.
- Fonte: IEA.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti, di cui i mercati di frontiera costituiscono un sottogruppo, comportano rischi più elevati legati agli stessi fattori, oltre a quelli associati in questi mercati alle dimensioni ridotte, alla minore liquidità e alla mancanza di un quadro giuridico, politico, economico e sociale consolidato a sostegno dei mercati mobiliari. I rischi associati ai mercati emergenti sono generalmente amplificati nei mercati di frontiera poiché gli elementi summenzionati (oltre a vari fattori quali la maggiore probabilità di estrema volatilità dei prezzi, illiquidità, barriere commerciali e controlli dei cambi) sono di norma meno sviluppati nei mercati di frontiera. Nella misura in cui una strategia si concentra di volta in volta su particolari Paesi, regioni, industrie, settori o tipi di investimento, può essere soggetta a un rischio più elevato di sviluppi negativi in tali aree di focalizzazione rispetto a una strategia che investe in una gamma più ampia di paesi, regioni, industrie, settori o investimenti.
