CONTRIBUTORI

Donald Huber, CFA
Senior Vice President, Portfolio Manager, Franklin Equity Group®
Dal cloud computing e dall’e-commerce alle tecnologie pulite e alle auto a guida autonoma, la tecnologia è stata uno dei settori più caldi del mercato azionario mondiale negli ultimi anni. Gli investimenti in tecnologia fanno generalmente pensare alla Silicon Valley californiana, sede di alcuni dei più noti colossi tecnologici del mondo e di molte aziende innovative che muovono i primi passi e sperano di unirsi un giorno alle loro fila. Negli ultimi anni, anche i colossi tecnologici cinesi si sono ritagliati un loro spazio. A nostro giudizio molte società tecnologiche internazionali innovative, spesso trascurate perché prive di un brand di richiamo o di dimensioni competitive con quelle delle controparti statunitensi e cinesi, sono tuttavia protagoniste del cambiamento tecnologico in atto nell’economia globale.
Il divario nella capitalizzazione di mercato
Grazie alle dimensioni acquisite e all’interesse maturato dagli investitori negli ultimi anni, le società tecnologiche statunitensi ad altissima capitalizzazione sono arrivate a dominare non solo l’attenzione del mondo, ma anche i benchmark azionari statunitensi e globali. Nel frattempo, le aziende cinesi dei settori tecnologia e internet conquistano fette crescenti degli indici dei mercati emergenti.
Sottolineiamo la forte rilevanza acquisita dal settore tecnologico statunitense che, secondo i dati di MSCI, al 31 dicembre 2020 costituiva più del 29% dell’indice MSCI USA e più di un quinto dell’indice MSCI World.1 Inoltre, il peso dei titoli informatici nel benchmark globale segna il livello più alto degli ultimi 25 anni. Questo dato evidenzia con chiarezza la rilevanza acquisita dalle azioni tecnologiche statunitensi; viceversa, le dimensioni dell’universo IT non mostrano affatto il generale predominio della tecnologia, in quanto i distributori internet e le società di social media rientrano rispettivamente nei settori dei beni di consumo voluttuari e dei servizi di comunicazione. Analogo è il quadro nei mercati emergenti, dove il settore tecnologico che rappresenta circa il 20% dell’indice MSCI Emerging Markets esclude molti dei colossi internet cinesi.
Pesi settoriali Indice MSCI World
Gennaio 1995–Gennaio 2021

Fonti: FactSet, MSCI. MSCI non rilascia alcuna garanzia e non si assume alcuna responsabilità in merito ai dati MSCI riportati nel presente documento. Non è consentita alcuna forma di ulteriore ridistribuzione o utilizzo. La presente relazione non è redatta o sponsorizzata da MSCI. Importanti comunicazioni dei fornitore dei dati e i termini sono consultabili sul sito web www.franklintempletondatasources.com. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi direttamente. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita.
La situazione è molto diversa nei mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti. Nei mercati azionari internazionali, il settore tecnologico non rientra nemmeno fra i cinque più grandi e, secondo MSCI, alla fine del 2020 costituiva circa il 9% appena dell’indice MSCI EAFE. Abbiamo individuato un numero significativo di piccole società tecnologiche di alta qualità in cui investire che, pur non essendo magari dominanti in termini di capitalizzazione di mercato, innovano e crescono con la stessa velocità delle aziende statunitensi e negli ultimi anni hanno raccolto grande interesse.
Piccole ma potenti
Nonostante il loro peso contenuto nei benchmark dei mercati azionari sviluppati non statunitensi, le società tecnologiche internazionali affermate ed emergenti sono protagoniste nella cybersecurity, nell’intelligenza artificiale, nel cloud computing, nei componenti avanzati per auto, nella tecnologia dei pagamenti, nel 5G e nell’e-commerce.
Contribuiscono a trainare - e beneficiano di - importanti trend strutturali di lungo periodo come il lavoro a distanza, l’adozione dell’e-commerce, la guida autonoma e l’elettrificazione dei veicoli, e a far proliferare i “dispositivi intelligenti” che sono alla base dell’internet degli oggetti.
Sono trend che non conoscono confini geografici. A nostro parere, gli Stati Uniti si confermano un player internazionale di primo piano in campo tecnologico; l’Europa è sede di leader di mercato nel settore dei pagamenti finanziari e nei servizi turistici online; infine, Israele vanta alcune delle migliori aziende mondiali di cybersecurity. Nell’e-commerce, abbiamo anche scoperto che le imprese locali tendono a capire meglio i bisogni dei consumatori nei loro mercati nazionali rispetto ai competitor americani più grandi e facilmente riconoscibili.
Inoltre, la tecnologia sta rimodellando le vecchie logiche produttive. Le aziende dei comparti industriale, dei materiali e dell’energia stanno adottando sempre più spesso soluzioni software e di automazione che contribuiscono a migliorarne l’attività in un’economia globale in rapido cambiamento. Queste aziende software stanno aiutando quelle di vecchia generazione a impiegare meglio risorse, beni e impianti di produzione attraverso dati e analisi. Nel frattempo, i produttori di materiali si stanno servendo di dati scientifici e strumenti analitici per affrontare meglio il fabbisogno globale in materia di salute e nutrizione e di sostenibilità.
Lo scorso anno la pandemia globale si è limitata ad accelerare queste tendenze, che tuttavia prevediamo persisteranno a lungo anche dopo la sua conclusione. E in tutte queste aree, molte aziende non statunitensi non hanno smesso di contribuire a questa innovazione attraverso servizi, software e semiconduttori avanzati.
Enfasi sulla crescita e sulla qualità
Visto che il ventaglio di potenziali opportunità è più ampio di quanto i benchmark azionari non lascino intendere, abbiamo continuato a cercare opportunità fra le società tecnologiche fuori dagli Stati Uniti. A tal fine ci siamo concentrati su aziende con elevati tassi di crescita collegati a queste tendenze strutturali di lungo termine, oltre che con un netto vantaggio competitivo e un elevato livello qualitativo, per esempio un team di gestione forte e bilanci solidi. Per scoprire queste opportunità, è necessario adottare un rigoroso approccio di investimento bottom-up, soprattutto in considerazione della sottorappresentazione delle aziende tecnologiche nei benchmark standard del mercato azionario. I nostri analisti sono incoraggiati a impiegare il tempo in approfondite attività di ricerca, necessarie per individuare i titoli tecnologici meno noti.
Preferiamo le aziende tecnologiche chiaramente focalizzate nel settore core per capire meglio quali fattori ne traineranno le vendite e gli utili, rispetto alle grandi aziende attive su diverse linee di business. Questo approccio ci spinge a privilegiare società più piccole rispetto alle mid- e large-cap che tendono a mostrare un ciclo di crescita leggermente accelerato, ma che presentano modelli di business convincenti e di norma non sono incluse in un indice.
Nel breve periodo potremmo esporci ad una certa volatilità del mercato, in considerazione della maggiore incertezza economica che accompagna la pandemia e degli sforzi per la campagna vaccinale in atto ad inizio 2021 in tutto il mondo. Tuttavia, alla luce dell’innovazione tecnologica che prosegue a ritmo serrato in tutta l’economia globale, crediamo che le aziende internazionali in grado di beneficiare dell’emergere e del consolidarsi di queste tendenze di crescita strutturale sapranno distinguersi nel lungo periodo. La tecnologia e l’innovazione non riguardano i soli Stati Uniti.
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Gli indici non sono gestiti e non è possibile investirvi. Non tengono conto di commissioni, spese e oneri di vendita.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti implicano rischi più accentuati connessi con gli stessi fattori, oltre a quelli associati alle minori dimensioni dei mercati in questione, ai volumi inferiori di liquidità. Il settore tecnologico può risentire in misura significativa dell’obsolescenza di tecnologie esistenti, brevi cicli di prodotti, cali di prezzi e utili, concorrenza da parte di nuovi entranti nei mercati, nonché delle generali condizioni economiche. Le società più piccole e nuove possono essere particolarmente sensibili alle mutevoli condizioni economiche. Le loro prospettive di crescita sono più incerte rispetto a quelle di azienda di maggiori dimensioni e più consolidate, e possono risultare volatili.
