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Dal mio primo viaggio in Cina nel 1982, sono stato testimone della fenomenale trasformazione del Paese e delle molteplici sfide che vanno di pari passo con lo sviluppo economico. La Cina ha una storia pluriennale di gestione degli investimenti diretti esteri in determinati settori. Nel Paese è in atto un ciclo di inasprimento normativo che prevede l'introduzione di misure antimonopolistiche e per la sicurezza dei dati, nonché di disposizioni specifiche in singoli settori. Di conseguenza si registra un aumento dell'incertezza degli investitori e della volatilità sui mercati. Nell'ambito del processo di investimento è importante valutare l'allineamento delle società agli obiettivi strategici di lungo periodo di Pechino.

  • La recente stretta normativa riguarda numerose aree e rientra nel piano del governo per trasformare la Cina in "un'economia socialista modernizzata" e raggiungere obiettivi quali prosperità generale, sviluppo green e autosufficienza in relazione a tecnologie e settori strategici.
     
  • In Cina l'approccio alle politiche si basa più su fattori culturali e principi che sulle norme giuridiche, inoltre è direttamente orientato al risultato; pertanto il rischio normativo è più elevato.
     
  • Le società cinesi hanno fatto ricorso alle VIE (variable interest entity), strutture che imitano l'azionariato diretto e consentono la quotazione sulle borse estere. Le VIE tuttavia non sono state formalmente approvate dalle autorità locali. Di recente la Cina ha vietato il ricorso a tali strutture nel settore dell'istruzione. Gli investitori devono considerare che cosa accadrebbe alle valutazioni qualora un simile divieto fosse esteso ad altre aree.
     
  • Le società cinesi quotate negli USA mediante American Depositary Receipt (ADR) dovranno consentire alle autorità statunitensi di esaminare la loro situazione finanziaria. Pechino teme quindi un'eventuale condivisione di dati sensibili con il governo USA.
     
  • Siamo tuttora ottimisti circa le opzioni a disposizione degli operatori esteri per investire in Cina - tanto in ambito azionario quanto obbligazionario - ma ci aspettiamo una prosecuzione del ciclo di inasprimento normativo visto che il governo intende dare slancio alla crescita economica garantendo al contempo equità sociale e stabilità.
     
  • Crediamo che malgrado la nuova regolamentazione le autorità cinesi continueranno a far leva sui mercati azionari e obbligazionari pubblici per favorire l'innovazione. Inoltre, intravediamo opportunità in aree in cui si assiste a una progressiva apertura, ad esempio sul mercato obbligazionario locale.
     

Per un'analisi più approfondita leggere “Heightened Regulatory Scrutiny In China: What Investors Need to Know", a cura del team Emerging Markets Equity di Franklin Templeton; "The Certainty of Change: Evolution of Investor Access to China”, di Dina Ting, Head of Global Index Portfolio Management Team, Franklin Templeton ETFs e “La Cina chiama: L’ascesa dei mercati obbligazionari cinesi” , di Franklin Templeton Investment Institute.



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