Passa ai contenuti

Elementi chiave da ricordare

  • L’emergere della variante Omicron del COVID-19 dimostra che la lotta contro il virus è ancora in corso e che il COVID-19 potrebbe trasformarsi in un virus endemico.
  • I vaccini attualmente disponibili, la possibile accelerazione dei richiami a copertura generale o specifica per la variante e i nuovi antivirali mettono il mondo sviluppato in una buona posizione per gestire l’incidenza delle varianti della malattia.

L’emergere della variante Omicron di COVID-19 in Sudafrica, durante il Black Friday, ha dominato i titoli dei giornali mentre gli Stati imponevano nuove restrizioni di viaggio e i mercati azionari registravano la peggiore seduta da oltre un anno. La sfida posta da questa nuova variante deve ancora essere compresa appieno, ma la rapidità dimostrata dalle autorità sanitarie globali nell’individuarla e reagirvi dimostra quanto la lotta contro il COVID-19 si sia evoluta negli ultimi 18 mesi. A cambiare è anche la percezione del COVID-19, che abbandona i tratti di una pandemia a termine per assumere quelli di una trasmissione endemica a lungo termine che richiederà continui progressi scientifici e misure di salute pubblica.

Sulla base di quanto sappiamo ad oggi sul ceppo Omicron, l’onere sulle infrastrutture sanitarie e sui sistemi ospedalieri dei Paesi sviluppati sarà molto probabilmente più contenuto rispetto alle varianti e alle ondate precedenti. Infatti, grazie alla gamma crescente di strumenti per identificare e gestire le infezioni da COVID-19, crediamo che ogni variante successiva avrà un impatto minore in termini di malattie gravi e ricoveri. L’aumento dei contagi e della tensione sistemica espone invece a rischi maggiori le infrastrutture sanitarie pubbliche e i sistemi di assistenza sanitaria scarsamente sviluppati dei mercati emergenti.  Ciò detto, sia nei paesi sviluppati che in quelli emergenti, l’imminente disponibilità di pillole antivirali ha il potenziale per ridurre l’impatto di Omicron o di ceppi successivi.

Con l’emergere dell’ultima variante Omicron, le aziende impegnate nello sviluppo di vaccini e trattamenti antivirali e i produttori di apparecchiature diagnostiche mediche hanno visto aumentare la domanda per i loro servizi. Gli ultimi 18 mesi hanno permesso ai produttori di vaccini, in particolare quelli specializzati in vaccini mRNA, di sviluppare l’infrastruttura per combattere le nuove varianti in modo rapido ed economicamente efficiente. Pfizer e Moderna, leader nella produzione di vaccini, hanno dichiarato che l’eventuale lancio sul mercato di un vaccino sviluppato specificamente per Omicron potrebbe richiedere appena da quattro a sei mesi.

Le pillole antivirali per il COVID-19, un altro mezzo di trattamento, sono state sviluppate per colpire proteine virali diverse da quelle prese di mira dai vaccini, pertanto riescono a mantenere la loro piena efficacia contro Omicron e altre future mutazioni del virus. Alla luce della forte domanda, Pfizer e Merck hanno annunciato la loro intenzione di aumentare la produzione fino a 30-80 milioni di dosi ciascuna entro la fine del 2022. Inoltre, la capacità di autorizzare altre aziende a produrre le pillole antivirali per loro conto permette ad entrambe le case farmaceutiche di rispondere a qualsiasi emergenza epidemica in modo rapido ed efficace.

In attesa di comprendere meglio la sfida posta dalla variante Omicron, la necessità di salvaguardare la salute di grandi popolazioni continua a creare opportunità che stimolano l’innovazione dei produttori di ritrovati nell’ambito della biofarmaceutica e delle scienze della vita. L’emergere di Omicron serve a ricordarci che la pandemia non è finita, e ci lascia guardare con ottimismo alle opportunità a lungo termine che possono derivarne per le aziende che sviluppano nuovi vaccini e farmaci per combattere il virus e strumenti diagnostici per la diagnosi e il tracciamento.



IMPORTANTI INFORMAZIONI LEGALI

Avvertenze: Prima della sottoscrizione, leggere attentamente il prospetto informativo.

Questo materiale è destinato esclusivamente a scopi di interesse generale e non deve essere interpretato come una consulenza di investimento individuale o una raccomandazione o sollecitazione ad acquistare, vendere o detenere titoli o ad adottare qualsiasi strategia di investimento. Non costituisce una consulenza legale o fiscale.

Le opinioni espresse sono quelle del gestore degli investimenti e i commenti, le opinioni e le analisi sono resi come alla data di pubblicazione e può cambiare senza preavviso. Le informazioni fornite in questo materiale non sono intese come a analisi completa di ogni fatto materiale relativo a qualsiasi paese, regione o mercato. Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita di capitale. I dati provenienti da fonti di terze parti potrebbero essere stati utilizzati nella preparazione di questo materiale e Franklin Templeton Investment ("FTI") non ha verificato, convalidato o verificato in modo indipendente tali dati. FTI non si assume alcuna responsabilità per qualsiasi perdita derivante dall'uso di queste informazioni e l’affidamento ai commenti e alle opinioni e analisi di questo materiale è a discrezione dell'utente.

Prodotti, servizi e informazioni potrebbero non essere disponibili in tutte le giurisdizioni e sono offerti al di fuori degli Stati Uniti da altri FTI affiliati e / o i loro distributori secondo le leggi e le normative locali. Si prega di consultare il proprio consulente finanziario o contatto istituzionale Franklin Templeton per ulteriori informazioni sulla disponibilità di prodotti e servizi nella tua giurisdizione.

Pubblicato da Franklin Templeton International Services S.à r.l. Succursale Italiana - Corso Italia, 1 - 20122 Milano - Tel: +39 0285459 1- Fax: +39 0285459 222

CFA® e Chartered Financial Analyst® sono marchi registrati di proprietà del CFA Institute.