CONTRIBUTORI

Sonal Desai, Ph.D.
Chief Investment Officer,
Franklin Templeton Fixed Income
Nikhil Mohan, MSc
Economist, Research Analyst, Franklin Templeton Fixed Income
UNA CRISI MAI VISTA PRIMA
L’attuale crisi economica, innescata dalla pandemia di COVID-19, si colloca in una classe a sé stante, molto diversa per aspetti chiave dalle grandi crisi del passato, tra cui la Grande Recessione del 2009 e la Grande Depressione del 1929, spesso usate come metro di paragone.
La recessione in atto non deriva da squilibri fondamentali nell’economia reale o nel settore finanziario, bensì dai diktat governativi in risposta alle preoccupazioni per la salute. I responsabili politici hanno praticamente chiuso da un giorno all’altro ampi settori dell’economia - negli Stati Uniti e in altri grandi paesi - ordinando alle persone di smettere di lavorare e ai consumatori di rimanere a casa, in modo da fermare la diffusione del virus. Questo ha avuto due importanti implicazioni.
La prima: I responsabili politici sapevano benissimo che l’impatto economico negativo di un distanziamento sociale estremo sarebbe stato immediato e massiccio, e quindi hanno avviato una risposta politica immediata e massiccia.
La seconda: La maggior parte delle aziende e delle imprese ha attribuito una natura tempo¬ranea all’improvviso arresto dell’economia, com’è emerso soprattutto dall’elevatissima quota di licenziamenti temporanei rispetto a quelli totali: quasi l’80% degli 1,35 milioni di nuovi disoccupati registrati nel mese di marzo.1
Note finali
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Fonte: Bureau of Labor Statistics USA, a marzo 2020.
QUALI SONO I RISCHI?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi di interesse. Di conseguenza, man mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire. Gli investimenti in titoli esteri comportano rischi particolari associati ad esempio a fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti implicano rischi più accentuati connessi con gli stessi fattori, oltre a quelli associati alle minori dimensioni dei mercati in questione, ai volumi inferiori di liquidità e alla mancanza di strutture legali, politiche, economiche e sociali consolidate a supporto dei mercati mobi¬liari. Le strategie a gestione attiva possono registrare perdite qualora le valutazioni del gestore in termini di mercati, tassi d’interesse oppure attrattività, valori relativi, liquidità o potenziale apprezzamento di particolari investimenti operati per un portafoglio, si dimostrino errate. Non può esservi alcuna garanzia che le tecniche o le decisioni in materia di investimenti di un gestore generino i risultati desiderati.
