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In Franklin Templeton ci impegniamo a offrire agli investitori approfondimenti tempestivi e prospettive del settore dei private market. In un settore in rapida evoluzione, questa serie fa chiarezza sulle tendenze chiave che ne plasmeranno il futuro”

George Stephan

COO - Global Wealth Management Alternatives

Introduzione

Il private equity si trova a un punto di svolta sul mercato wealth, con investitori e consulenti alla ricerca della migliore allocazione possibile tra le diverse sottostrategie. La crescente disponibilità di fondi, sia evergreen che chiusi/a richiamo del capitale, ha ampliato il panorama degli investimenti e offre numerosi vantaggi per la costruzione del portafoglio.

La diversificazione è l’unico pasto gratis in finanza.”

In questo documento illustriamo un approccio che posiziona gli investimenti secondari di private equity come pietra miliare di un modello di allocazione core/satellite, concentrandoci su due aspetti chiave:

  1. Vantaggi dell’investimento: perché gli investimenti secondari possono offrire interessanti rendimenti corretti per il rischio.
  2. Facilità di implementazione: come semplificano la costruzione del portafoglio.

 

Conclusioni: costruire un'allocazione resiliente nel private equity

L'allocazione a un unico veicolo evergreen può ridurre la complessità operativa nella costruzione di un portafoglio di private equity, come abbiamo illustrato nel nostro articolo precedente. Tuttavia, affidarsi a un unico gestore di private equity potrebbe non essere ottimale per gli investitori che cercano un'allocazione evergreen best-in-class. Questo approccio infatti concentra il rischio su un unico gestore e potrebbe limitare l'esposizione a un sottoinsieme più ristretto di strategie di private equity. Sebbene investire in più strategie primarie possa migliorare la diversificazione, ciò aumenta anche l'onere operativo e può comunque lasciare delle lacune nella costruzione del portafoglio.

La maggior parte dei fondi di private equity evergreen mira a fornire un'ampia esposizione attraverso la piattaforma di un gestore, coprendo aree geografiche e settori diversi. Tuttavia, come sottolineato in precedenza, i gestori di private equity mostrano performance incoerenti nei diversi periodi e segmenti del mercato. I gestori di fondi secondari diversificati, invece, costruiscono portafogli che coprono diversi settori, aree geografiche e industrie, offrendo esposizione a un'ampia gamma di gestori di private equity. Questo approccio può offrire una maggiore diversificazione, trasformando gli investimenti secondari in una base solida per un’allocazione in private equity di tipo evergreen. La scelta di un gestore di secondari con un'ampia copertura è fondamentale per garantire un portafoglio ben diversificato.

Sebbene le strategie di private equity primario possano generare sovraperformance, la variabilità dei rendimenti suggerisce che dovrebbero essere perseguite solo quando i consulenti sono fortemente convinti delle competenze di un gestore in un segmento di mercato specifico. In tali casi, i fondi chiusi/a richiamo del capitale con strategie di investimento mirate possono rappresentare un punto di accesso più adeguato rispetto alle strutture evergreen, che possono includere asset già presenti in potafoglio e potenzialmente un mandato di investimento più ampio che va oltre le specializzazioni principali di un gestore.



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